2025-07-06 Commento di Stefano Casarano
Ci saremo!
Alfredo De Giuseppe è un amico, ma anche uno scrittore arguto e intelligente. Che ama la sua terra, il Salento e ne riconosce con onestà pregi e difetti. Non si vergogna di denunciare, ma non esita a decantare aneddoti e tradizioni di una terra tanto benedetta quanto fragile. Lo fa in un libro il cui titolo è tutto un programma. A me ha chiesto di presentarlo insieme ad altri suoi amici nella bellissima cornice del Castello di Tricase. E ne sono onorato. Tanto.
Ve lo consiglio…
Stefano Casarano
2025-07-04 "Un 4 luglio italiano" - Querce news
Il 4 luglio si festeggia il giorno dell’Indipendenza americana dalla Gran Bretagna, avendo adottato in questo giorno del 1776 la Dichiarazione d’Indipendenza redatta da Thomas Jefferson. La giornata di festa si rafforzò, in modo sempre più evocativo, quando lo stesso Jefferson e John Adams, due Padri Fondatori, morirono entrambi il 4 luglio 1826, esattamente 50 anni dopo l’indipendenza.
2025-07-05 Commento di Serena Laporta
Il luogo in cui nasciamo e viviamo, che non abbandoniamo per scelta o lo subiamo, ci condiziona profondamente e ci plasma, la luce i colori e i suoni e coloro che ci circondano influenzano ciò che diventiamo da adulti, quando dopo decenni di “guardarsi intorno” cominciamo chiaramente a scorgere chi siamo, cosa volevamo e cosa finalmente abbiamo. In questo paradigma di ricerca intima tra i ricordi dell’infanzia e, insieme, le cronache acute di una vita La mia Salentitudine di Alfredo De Giuseppe ci propone una lucida e possibile chiave di lettura dell’essere uomo del sud, abitante del Salento, innamorato deluso di Tricase. Il Salento mitico delle proposte di viaggio, il mare cristallino, le grotte, la campagna, la natura selvaggia e bistrattata, il mancato sviluppo delle peculiarità dei luoghi, la corruzione, la politica opportunista, l’imprenditoria corsara, diventano in questo diario cronache da un luogo di frontiera, in cui i Gattopardi non sono mai veramente esistiti ma neanche mai veramente morti, tutto rimane immutato e quando accidentalmente cambia, viene inesorabilmente sfregiato. E così l’autore, meccanico delle parole, smonta e rimonta un neologismo fatto di Salento e solitudine o di Salento e abitudine e inquietudine, consegnandoci storie che non fanno la Storia, ma ne sono parte inscindibile e irrinunciabile.
Serena Laporta
2025-07-04 Locandina Presentazione del 20 luglio 2025
2025-07-02 "Non c'è spazio per l'umano Oresta" - Querce news
Non c’è spazio per l’umano Oresta
Nel periodo delle guerre, nel momento dell’indifferenza verso la persona, nel momento della vittoria delle ideologie più retrive, non c’è posto per uno spunto di umanità. Neanche tra le forze armate italiane, neanche tra i Carabinieri. La notizia riguarda il generale Pietro Oresta, rimosso dal suo incarico, due giorni dopo il suo saluto agli allievi al termine del corso presso la scuola di Firenze di marescialli e brigadieri.
Un discorso tranquillo, poco marziale, poco guerrafondaio: “Sappiate che è impossibile che vi venga chiesto qualcosa che non si possa fare. Ricordatevi che il vostro benessere e quello dei vostri familiari, la vostra vita è superiore a qualunque istruzione o procedura”… “Aiutare un anziano ad attraversare la strada ha più impatto di trovare 300 tonnellate di cocaina e arrestare 20 persone”.
Pietro Oresta si rivolgeva così ad un gruppo di ragazzi che qualche mese prima erano rimasti scossi per il suicidio di una loro compagna di corso di appena 25 anni, che aveva palesato uno stato di disagio e stress, anche in assenza di responsabilità di colleghi e insegnanti. Voleva incitarli a stare bene con sé stessi, a dare importanza anche ai piccoli gesti quotidiani, non solo ai casi eclatanti di cronaca nera. Insomma un discorso da buon padre di famiglia, di chi ci tiene alla salute fisica e mentale dei propri allievi, di chi vuole ancora mantenere acceso il lumicino dell’umanità, della gentilezza, del rispetto.
Ai piani alti, sia militari che politici, questo discorso non è piaciuto per niente. Oresta va rimosso, va punito per dimostrare che qui non cediamo ai sentimenti, siamo militari fedeli all’Istituzione, la persona viene dopo. Una perfetta sintesi del momento storico che stiamo vivendo.
Antonio Nicolosi, segretario generale del sindacato Unarma, ha rilasciato alla stampa la seguente dichiarazione: “Una riflessione sulla salute e sul benessere psicofisico dei militari è oggi considerata forse troppo pericolosa? Quando un generale parla ai suoi uomini come un padre, e non come un algoritmo, scatta subito la reazione: vada via. E forse più comodo per tutti un comandante che parli solo di ‘sacrificio’, ‘onorate la divisa’, e ‘prima il dovere, poi (forse) il vostro ‘cuore’? Ma chi conosce davvero la realtà dei reparti, sa che oggi i problemi di burnout, stress, suicidi e disagio psicologico tra i militari non sono un’invenzione sindacale: sono una ferita aperta".
Non conosco il generale Oresta, non so che fine farà, quale silenziatore gli applicheranno. So che la storia è fatta di piccole reazioni, di lente evoluzioni. Mi auguro che Pietro Oresta le sappia esplicitare al meglio, non per difendere solo sé stesso, ma anche l’idea di uno Stato più giusto, più attento alle persone, anche quelle che imbracciano un’arma di difesa.
2 luglio 2025 Querce News Alfredo De Giuseppe
2025-06-21 "Piani Mattei e distrazioni" - Querce news
In questi giorni è data con una certa enfasi (dai soli media italiani) notizia dell’ennesimo annuncio -con annesso incontro istituzionale - da parte della premier Meloni del cosiddetto “Piano Mattei” che consisterebbe “nell’aiutare gli africani a casa loro”. Ideologia del resto nota e a fondamento di ogni colonialismo: quel popolo ha bisogno di noi. Lo dissero a suo tempo tutte le Nazioni europee e lo disse soprattutto l’Italia agli etiopi e ai libici. Si parla di un impegno italiano per costruire strade, acquedotti e industrie per un valore immediato di 1,2 miliardi di euro. Peccato che non ci siano i soldi neanche per gli acquedotti italiani, neanche per migliorare la sanità del Sud Italia. È un nuovo, strategico strumento di distrazione di massa, mentre centinaia di persone al giorno sbarcano sulle nostre coste (nel silenzio generale), i centri in Albania sono delle scatole vuote costate quanto venti ospedali, mentre le bombe saltano barbaramente da un Paese all’altro, allegramente sopra le nostre teste.
Meloni cerca di darsi un tono, specie con vestiti sempre più importanti ed eleganti, con parrucchieri ed estetisti estenuati nel virtuoso rifacimento, ma la realtà è che non ha una politica chiara in nulla ed infatti va spesso in coppia con la Ursula Von Der Leyen che a sua volta pensa di fare l’Europa con il riarmo più grande della Storia. Una serie infinita di parole usate come “distrazione di masse ignoranti”.
Qualcuno diceva che le donne al potere sono meglio degli uomini, che loro salveranno il mondo. Io non ho mai creduto a questa ipotesi consolatoria: le donne sono come gli uomini.
A proposito: le comunità africane guardano con estremo sospetto questo fantomatico piano italiano. Loro non vogliono una qualche forma di carità o di neo colonialismo ma molto più prosaicamente nuove forme di libertà, nel commercio, nel movimento di uomini e cose.
21 giugno 2025
alfredo de giuseppe
2025-06-15 "La Follia è una cosa seria" - FB
Benjamin NETANYAHU, Primo ministro israeliano, è un pazzo guerrafondaio;
Israel KATZ, ministro della difesa israeliano, è un pazzo che gode dopo ogni bombardamento;
Viktor ORBÁN, Primo ministro dell’Ungheria, è un pazzo nazionalista;
Tayyip ERDOĞAN, Presidente della Turchia è un pazzo torturatore;
Vladimir PUTIN, Presidente della Russia, è un pazzo maniacale;
Sergej Viktorovič LAVROV, Ministro degli affari esteri della Russia, è un pazzo bugiardo seriale;
Ali KHAMENEI, guida suprema dell’Iran, è un pazzo fanatico religioso;
Donald TRUMP, Presidente USA, è un pazzo colpito da Alzheimer bipolare;
Elon MUSK, miliardario USA prestato per pochi mesi alla politica trumpiana, pazzo per eccesso di ricchezza;
James David VANCE, Vicepresidente degli USA, un pazzo visionario che si vede già Presidente;
Marco RUBIO, Segretario di Stato USA è un medio pazzo americano;
Volodymyr ZELENSKYJ, Presidente dell’Ucraina, ex comico di successo, è un comico pazzo;
Ursula VON DER LEYEN, presidente della Commissione europea, a nome di tutti gli Europei, vuole riarmare follemente l’Europa: come una qualsiasi pazza europea;
Giorgia MELONI, Presidente del Consiglio italiano, mentre guarda la cinepresa con aria seria, è convinta che tutti questi pazzi parlano con lei per essere meno pazzi; e qualcuno, compreso lei, ci crede davvero!
Regola vuole che quando giocano più pazzi nello stesso periodo, si arriva velocemente alla guerra mondiale.
15 giugno 2025
Alfredo De Giuseppe
2025-06-07 "L'edicola di Gigi" - il Volantino
Un giovedì normale, il 4 giugno del 2025, Gigi De Francesco decide di chiudere la storica edicola di Piazza Pisanelli a Tricase. Avviata dal padre Vito, appena finita la seconda guerra mondiale, è rimasta ininterrottamente aperta per 80 anni, sempre nello stesso luogo, un sottoscala del campanile del Convento di Domenicani. Uno spazio angusto, piccolo, sempre strabordante di riviste, giornali e ora anche di giocattolini.
La sua chiusura va ben oltre la fine di un’epoca, detta asetticamente come si potrebbe dissertare di un qualcosa fuori moda, della fine della carta stampata, dell’inizio ufficiale dell’era dell’Intelligenza Artificiale. No, va alla radice di un modus vivendi, di una socialità, di una gentilezza dell’essere che ci appaiono lontani, sfumati nel tempo, come gocce disperse nell’aria.
Nel 2000, un’epoca che ci appare già remota, sul libro “Ore 8, sotto l’orologio” così scrivevo in premessa:
“Da una seria ricerca socio/linguistica si è scoperto che l’aggettivo più usato a Tricase è “normale”. Sul concetto di normalità potremmo scrivere a lungo: non giungeremmo, probabilmente, ad una conclusione accomodante. O forse si, basta accettare il tutto come banale, come consuetudine e l’atteggiamento più controverso, diventa normale.
Per questo ho eletto un unico luogo come il crogiolo della normalità tricasina. Alle otto di ogni mattina un caffè veloce, veloce come si prende solo in certi paesi del Sud Italia. (In piedi, come necessità, senza tavolini, senza colazione. Anni fa i proprietari dei due bar del centro pensarono bene di mettere delle sedie e dei tavoli e si adeguarono a quella cosa chiamata servizio: gli incassi non aumentarono di una lira)... C’è un convento dei domenicani e un campanile, sul quale circa un secolo fa misero un bell’orologio, segno della meccanica che avanzava. L’orologio funziona ad intermittenza, anni si e anni no. Di fronte c’è un’unica torre, annessa al castello dei Gallone. Il torrione è oggi sede della Pro-Loco e il castello del Municipio. Alle otto, dicevo, caffè e giornale, commenti su tutto, grida e cattiverie, notizie sempre fresche. L’incontro è sotto l’orologio: deve essere sembrato, nell’ultimo secolo, un buon sistema per darsi un appuntamento, neutro e preciso, maschilista. Senza donne, impegno e ostentazione.
2025-05-16 "Progettare immaginando" - il Volantino
Tricase Porto ha un problema enorme. Non sa che pesci prendere. La marina di quel comune salentino, definitosi nel tempo Tricase, è attraversata dalla litoranea S.P. 358, che fu progettata nel 1953 e completata fino a Leuca nel 1971. Questa strada si innestò sin dall’inizio su un viottolo esistente sin dal Medioevo, quella comunale che congiungeva il porto al centro storico, creando quindi da subito un equivoco di fondo sull’utilizzo della località marina, che sembrava più luogo di passaggio che di riposo, soggiorno e turismo. Per un periodo fu percepito come un beneficio, perché più facilmente raggiungibile rispetto ad altre spiagge, (vedi ad esempio Marina Serra che è sottoposta rispetto alla strada provinciale), per poi diventare un problema via via che crescevano traffico, attività commerciali e consumismo generalizzato. Era evidente, già all’inizio degli anni ‘80, che sarebbe stata necessaria una bretella panoramica che dall’incrocio del Canale del Rio superasse Tricase Porto e Andrano per poi congiungersi di nuovo con la 358 nei pressi di Castro. Questo progetto, che pure fu pensato, avrebbe permesso a Tricase Porto di diventare la marina della cittadina e non il veloce passaggio di una litoranea sempre più trafficata.