• 11.jpg
  • 01.jpg
  • 12.jpg
  • 17.jpg
  • 09.jpg
  • 10.jpg
  • 13.jpg
  • 22.jpg
  • 14.jpg
  • 16.jpg
  • 06.jpg
  • 08.jpg
  • 03.jpg
  • 19.jpg
  • 05.jpg
  • 07.jpg
  • 15.jpg
  • 18.jpg
  • 20.jpg
  • 02.jpg

Libere fenomenologie del 2023-05-27 - ...dell'Occidente di Cuba

 

Per capire le incongruenze dei Paesi più industrializzati, del G7, di quello che per comodità chiamiamo l’Occidente, basterebbe approfondire il rapporto con la piccola isola caraibica di Cuba.

Partiamo dall’attualità: da settimane il carburante scarseggia in tutta l’isola. Secondo il New York Times “la colpa sarebbe dei Paesi produttori che non ne hanno garantito la fornitura. E la debolezza dell’economia ha reso difficile importare diluenti necessari per raffinare il greggio di bassa qualità disponibile. All’inizio di aprile il Presidente Miguel Diaz Canal ha dichiarato apertamente che non sa come risolvere il problema”. La mancanza di carburante ha bloccato completamente il traffico automobilistico, con code chilometriche alle pompe di benzina, i tassisti chiedono tariffe esorbitanti e le università hanno optato per la didattica a distanza. Del resto il Venezuela, unico vero fornitore di Cuba è a sua volta in piena crisi economica. Negli ultimi anni, la pandemia e il concomitante inasprimento delle sanzioni economiche imposte dagli USA, hanno stravolto la principale fonte di sostentamento dell’isola: l’industria del turismo. Non si trovano facilmente prodotti alimentari e neanche medicinali, spesso manca l’elettricità per molte ore al giorno.

Questa è la situazione al maggio 2023. Ma da dove parte tutto questo? Da una considerazione molto semplice: Cuba non vuole rinunciare al proprio modello sociale, non vuole allinearsi all’american way of life, quindi la sua popolazione può morire di fame. Senza neanche che se ne parli più di tanto.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-05-20 - ... di quelli che hanno vinto

 

L’amara verità è che hanno vinto. L’hanno fatto sotto i nostri occhi e non siamo riusciti ad impedirlo. Hanno vinto e tutto sembra normale, tutto ci è stato fatto sembrare luccicante, mentre noi stavamo pensando ad altro.  “Hanno vinto” ma ognuno di noi ha contribuito a questa vittoria allucinata, a questa vittoria che porta verso il nulla. “Hanno vinto loro” sembrerebbe una frase di un film decadente sulla fine dei sogni, forse c’è davvero un film o una canzone in cui è stata pronunciata questa frase, ma qui, nella realtà quotidiana, assume un altro sapore, che possiamo così condensare: pochi hanno vinto schiavizzando i molti.

Quelli che hanno vinto sono i grandi proprietari di case: c’era un tempo una regolamentazione chiamata “equo canone”. È stata spazzata via in nome della modernità del mercato: non è possibile affittare casa in una grande città (e forse neanche nelle piccole) perché il costo è esagerato. Che ognuno si arrangi come può, magari dormendo per strada. Ogni città, ogni paese è ormai un enorme B&B, senza anima e senza neanche una vecchietta a ricamar per strada.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-05-13 - ...dell'Universo stupefacente e incomprensibile.

 

Da perfetto inesperto, rimango spesso incuriosito dalle scoperte che riguardano lo spazio, il funzionamento delle costellazioni, dei soli e dei pianeti. E da perfetto abitante di questo pianeta, che qualcuno ha chiamato Terra, sono pronto a riflettere, a pensare a noi stessi, alla nostra intelligenza, alla nostra finitezza.

In uno studio pubblicato il 4 maggio su Nature, un team di ricercatori guidato da Kishalay De ha riportato di aver colto sul fatto, per la prima volta in assoluto, a 12mila anni luce da noi, il momento esatto in cui una stella morente, espandendosi, ha inghiottito un pianeta simile a Giove. Infatti, all’interno della nostra galassia, nella direzione della costellazione dell’Aquila, la stella in questione ha aumentato la sua luminosità di circa cento volte in pochi giorni. A seguire, il lampo dell’esplosione è stato accompagnato da un segnale infrarosso più freddo e duraturo. Questi indizi hanno portato gli astronomi, dopo circa due anni di analisi e osservazioni con diversi strumenti, a svelare il mistero di questa insolita esplosione: un grande pianeta  è stato inglobato prima nell’atmosfera della stella morente, e poi nel suo nucleo.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-05-06 - ....del mostro trasformato.

 

È innegabile che la Prima Repubblica venne giù a causa della dilagante corruzione. Gli anni ‘80 erano stati quelli dell’edonismo reaganiano, della fine dell’impegno politico, della caduta del Muro, dell’esplosione nel mondo di Armani e Valentino, e del campionato di calcio più ricco del mondo, dell’inizio della televisione commerciale (lontana parente della radio rivoluzionaria degli anni ‘70). In quell’euforia generalizzata la spesa pubblica divenne un buco nero, si andava avanti a forza di costanti svalutazioni della lira, il mondo girava così. Ogni opera pubblica, ogni appalto era fonte di corruzione reciproca, in un patto scellerato e quasi scontato tra politici, imprenditori e funzionari di ogni ordine e grado dal dirigente all’usciere.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-04-29 - ... della pensione del Vigile

 

In Italia, ci sono prebende, bonus, premi e super pensioni per tutti, non solo per i politici. Basta essere un dipendente pubblico e si trova sempre una soluzione per aumentare senza clamore il proprio reddito, a spese di tutti gli altri. In un gioco perverso e senza fine, che nessuno intende toccare.

È il caso dei Vigili Urbani, normativamente definiti Agenti della Polizia Locale. Con la riforma del Codice della strada del 1992, attraverso il pertugio di un codicillo inserito all’interno di un comma dell’art.208 si legge «i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni al codice della strada» vanno versate al 25% per la segnaletica e al 25% per controllo e accertamento e «ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale», ma sono compresi anche «interventi a tutela degli utenti deboli, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale e misure di assistenza e previdenza per il personale». Son bastate queste 5 semplici paroline per aprire un mondo di previdenze integrative. In quasi tutti i Comuni italiani, le contravvenzioni sovvenzionano la pensione di scorta dei tutori dell’ordine comunali. Una parte consistente delle multe stradali, infatti, può essere destinata al fondo pensione, anche aperto, a cui aderisce il personale di polizia municipale e provinciale. E’ facoltà dell'Ente locale, Comune o Provincia, deliberare l’accettazione di questa norma e fissare di conseguenza ogni anno l'ammontare delle multe da destinarvi.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-04-22 - ...delle lacrime di Trevignano

 

Gisella Cardia, 53 anni, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, è una veggente italiana, una delle tante che si inventano un mestiere, quello della religione miracolistica. Ha uno staff che la protegge e la esalta verso quei poveri cucchi disposti a tutto pur di credere nei miracoli, che poi è la disperazione della vita nella consapevolezza della morte. L’11 aprile di quest’anno lo staff della Cardia che opera sul sito “La Regina del Rosario” scrive: “Gli appuntamenti sono momentaneamente sospesi con data da destinarsi". Aggiungendo però: "Chi crede alla stampa dimostra di non aver capito nulla. Spegnete la tv! Stanno raccontando solo menzogne e diffamazioni. Grazie a tutti per il vostro affetto e per la vostra vicinanza! Vi vogliamo bene".

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-04-15 - ...del Berlusconi da esportazione

 

Vorrei scrivere di Silvio Berlusconi prima che possa davvero lasciarci. Un minuto dopo la sua scomparsa - forse tra una settimana, un anno, un decennio - televisioni e giornali ne canteranno la vitalità, l’intuizione, la ricchezza, la passione e le ingiustizie. Insomma saremo vicini alla santificazione, forse al tentativo di resurrezione e quindi scrivere in quel momento qualcosa di vero sarà molto complicato. Invece il fenomeno Berlusconi va analizzato a freddo, nella sua interezza, nelle sue storture, nelle sue finalità e infine anche nei suoi seguaci, nazionali e internazionali. Perché c’è anche un Berlusca da esportazione, spesso ignorato in Italia.

Quando nel 1993 decise di “scendere in campo” (già il verbo scendere faceva presagire qualcosa di infimo), Berlusconi non era un perfetto sconosciuto. Con l’aiuto della P2 prima, dei Craxiani milanesi e dei democristiani romani dopo, aveva costruito un impero fatto di molte cose, televisioni e pubblicità soprattutto ma anche edilizia, calcio e distribuzione.

Leggi tutto

2023-04 DONNE AL POTERE, REGNO DELLA RETORICA - 39° parallelo

DI SEGUITO DUE ARTICOLI APPARSI SUL BIMESTRALE 39° PARALLELO SULLE DONNE AL POTERE, NELLA STORIA E NEL PRESENTE

 

In queste settimane regna la retorica del “finalmente due donne al potere”. Si parla naturalmente della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e della nuova segretaria del PD, Elly Schlein. Tutti felici perché l’Italia, Paese notoriamente maschilista, sta finalmente invertendo rotta. Io mi associo e mi inchino. Però avrei due tre obiezioni, non fosse altro per rimarcare l’inutile e ipocrita sequela di complimenti che le due donne più potenti d’Italia stanno ricevendo.

Per uno abituato a considerare gli uomini e le donne con lo stesso grado di intendere e di volere e quindi con lo stessa autonomia decisionale, il fatto che una donna arrivi al massimo livello di potere non è di per sé un fatto straordinario. Bisognerebbe analizzare un po’ meglio su chi è quella donna, perché è arrivata al potere e che capacità abbia dimostrato. Esattamente come farei per un qualsiasi politico-uomo che arrivi a governare i complessi meccanismi del potere. Invece mi capita di ascoltare frasi mielose da tutte le parti in causa, tipo “se ci fossero le donne al potere, le guerre si fermerebbero subito” oppure “le donne hanno un approccio più morbido verso i problemi sociali”. Sarà vero? Ho dei seri dubbi in proposito: l’aggressività al potere non è una questione di sesso, ma di ambizioni, di frustrazioni, di imperfezioni sedimentate nel DNA. Esattamente come per l’uomo al comando.

Giorgia Meloni e Elly Schlein non potrebbero essere più diverse e lontane, due modelli antropologici agli antipodi, al di la del sesso. La prima è una persona formatosi dentro un partito classico del Novecento, il Movimento Sociale (riferimento alla Repubblica di Salò), all’interno di un sobborgo romano, fondato su una specie di guerriglia politica per la conquista del territorio. La seconda si è invece iscritta al PD un mesetto prima di diventarne segretaria. Fino ad allora una libera attivista nei movimenti ambientalisti e civili-legalitari-pacifisti della sua città di adozione, Bologna, dopo essere stata volontaria a Chicago per l’elezione di Obama.

Giorgia è nata e cresciuta a Roma, con la sola madre che fece diversi lavori in quanto il padre (di simpatie comuniste) abbandonò la famiglia e scappò alle Canarie. Giorgia ha studiato presso l'istituto professionale "Amerigo Vespucci" di Roma, conseguendo il diploma di maturità linguistica. Elly è multietnica: ha il padre politologo e accademico statunitense di origini ebraiche, sua madre è italiana, anche lei professoressa ordinaria di diritto pubblico. Nasce a Lugano, dove risiedono temporaneamente i genitori, quindi la neo segretaria PD è in effetti un’italiana con cittadinanza statunitense naturalizzata svizzera. Ha conseguito la maturità al liceo cantonale di Lugano e poi si è laureata a Bologna in giurisprudenza, discutendo una tesi di diritto costituzionale. La Meloni si dichiara “una donna, una madre, una cristiana”, mentre la Schlein è notoriamente bisessuale, convive attualmente con una donna, difende i diritti dei gay e parla poco della propria vita privata.

Cosa hanno in comune queste due donne? Quasi nulla, tranne il fatto di condividere titoli di giornali e pettegolezzi di vario tipo. Per fortuna sono due persone (senza particolari interessi personali da difendere) impegnate in politica con due visioni del mondo completamente diverse e ben identificabili: da una parte c’è l’idea, sempre più sfumata e cabarettistica, di un nazionalismo di facciata, che è un ottimo innesto nelle campagne elettorali ma poi si sgonfia alla prima riunione oltre confine; dall’altra c’è una visione più larga della società, di un’integrazione internazionalista che deve necessariamente sposarsi con il pacifismo e l’ampliamento dei diritti universali della persona. 

Ho visto donne feroci in politica, esattamente come gli uomini. Ho visto donne lontanissime dalla politica, esattamente come molti uomini. Quindi ho imparato a giudicare il politico da quello che dice, non certamente dal sesso, che oltretutto vive di suo un momento di incertezza (il sesso). C’è da una parte un politico che ha vinto le elezioni predicando i blocchi navali e un nazionalismo ormai superato dai fatti e l’altra che, da europarlamentare, attenta alle trasformazioni del pianeta, ha tentato di trovare una soluzione umanitaria all’enorme problema dell’emigrazione che solo i demagoghi si ostinano a voler risolvere come un’operazione militare o di controllo. Da una parte c’è un politico donna che della libertà delle donne ha un concetto molto restrittivo (tranne per sé naturalmente) e un’altra che sbandiera le scelte  individuali come valore universale, quando esse non confliggono con la libertà altrui. Da una parte c’è un politico donna che ha fatto il ministro sotto l’ala protettiva di Berlusconi, quando quei governi hanno creato le basi (etiche, culturali e relazionali) per il disastro economico e sociale che stiamo vivendo. Dall’altra c’è un politico donna che ha ben chiaro quanto sia stato negativo in questi anni per il suo partito l’abbraccio mortale dei governi di “unità nazionale”. Le discriminanti sono queste e su questo dobbiamo ragionare.

Poi, è evidente che nel mondo, specie in certe parti del mondo, il sesso femminile è ancora discriminato in ogni sua espressione, tranne in quello del concepimento. E anche in riferimento a quei contesti le ricette sono diverse: da una parte si predica il ben noto “sono fatti loro” e dall’altra si tenta di organizzare piccoli e costanti cambiamenti, anche attraverso le ONG e le organizzazioni di contrasto allo strapotere maschile che con fatica e grave rischio si muovono in quei Paesi.

La politica non si divide in uomini e donne, ma ancora una volta in tradizionalisti e reazionari populisti da una parte e mondialisti attenti alle trasformazioni ambientali e culturali dall’altra. Del resto l’homo sapiens si è sempre evoluto (fin qui) con questo eterno dualismo, tra chi ama lo status quo e chi comprende che lo status quo non esiste.

In definitiva, anche fuori dalla politica, vorrei continuare a dire, senza essere lapidato, che ad esempio Lucia Annunziata è antipatica almeno quanto Bruno Vespa, che Maria De Filippi è un po’ peggio di Amadeus. Donne e uomini pari sono, anche nei difetti, nelle imperfezioni, nelle corruzioni e nelle bellezze.

LE DONNE SOLE AL COMANDO

Un po’ di storia delle donne che hanno governato nel mondo: quando non sono sole al comando, le donne sono state spesso coinvolte nella gestione monarchica del marito a cominciare dalla bellissima Nefertiti, sposa del re riformatore religioso Akhenaton. Sempre nell’antico Egitto Nefertari, moglie di Ramses II, 1300 anni prima di Cristo, ebbe una fondamentale importanza nel trattare con un’altra grande regina ittita, Puduhepa, per far firmare il trattato di pace che mise fine agli scontri fra impero ittita e regno egiziano.

Sul suo “Valigia Blu”, scrive Galatea Vaglio: “le donne della casa dei Tolomei, greche di origine, un’infilata di regine che regnano spesso scontrandosi con padri, fratelli e cugini per gestire il potere in prima persona, prendendo come modello le donne della dinastia macedone da cui discendevano, in primis Olimpiade, la determinata e testarda madre di Alessandro Magno, l’unico essere umano di cui persino il conquistatore del mondo temeva l’ira, e che quando il figlio morì prematuramente gestì da sola i caos della successione, tanto che l’unica soluzione praticabile per gli ambiziosi diadochi alla fine fu farla fuori fisicamente. Non a caso l’ultima rampolla della dinastia tolemaica fu Cleopatra, che non fu soltanto un’amante di Giulio Cesare e di Antonio, ma un’accorta statista capace, anche prima di conoscere Cesare, di combattere per il trono, che aiutò il generale romano durante l’assedio di Alessandria con consigli militari, e poi fu per anni compagna di Antonio, nonché stratega della loro politica comune. Ottaviano sputò sangue per vincerli, e alla fine anche se le sue penne di regime descrissero Cleopatra come una sgualdrina, ciò che emerge è che la vera nemica pericolosissima di Roma era stata lei. Una donna”.

Se andiamo alle donne al potere durante l’epoca romana, l’elenco è lunghissimo. Dopo la Cornelia madre dei Gracchi, non si può dimenticare Livia, moglie di Ottaviano Augusto che fu la signora dell’impero, cofondatrice e orchestratrice di tutta la propaganda augustea. La dinastia Giulio Claudia è formata da un nugolo di donne forti: Giulia la figlia di Augusto, per quanto sia spesso dipinta come una sventata, fu in realtà l’unica a formare un circolo di opposizione così politicamente pericoloso che alla fine il padre li esiliò tutti; Livia Drusilla fu l’unica donna a contenere gli eccessi del fratello Caligola e a reggere l’impero come sua Augusta alla pari; Agrippina, la madre di Nerone, era considerata il miglior politico dell’impero persino da Tacito, che pure ne dice peste e corna.

Se andiamo verso il Medioevo, la Roma papale fu retta per un certo periodo dalle donne di una famiglia, Teodora e Marozia, che erano amanti di papi e di re d’Italia, mentre un’altra donna fu capo delle armate papali durante il periodo più duro della lotta delle investiture, e tanto potente da potersi permette di umiliare l’imperatore, che era pure suo cugino: parliamo della contessa Matilde di Canossa, padrona di quasi tutta l’Italia del nord.

Nel settecento brillarono Maria Teresa d’Austria e Caterina di Russia. Bastano questi due nomi per chiarire che anche nel settecento il potere femminile ha avuto grandi rappresentanti. Due regine colte, interessate all’innovazione, in grado di incidere con profonde riforme nei loro stati. Ma prima di Caterina, la Russia aveva conosciuto un’altra grande sovrana, Elisabetta, figlia di Pietro il Grande, che resse lo stato con pugno di ferro ma anche con una certa liberalità nei costumi, tanto è vero che le si attribuirono anche alcune figlie illegittime avute da uno dei suoi numerosi amanti.

Il Novecento non è stato tutto maschilista: in Inghilterra il trono dal dopoguerra fino al settembre 2022 è stato occupato da Elisabetta II, ma il primo ministro inglese forse più noto al mondo è una donna, Margaret Thatcher, che ha dato nome ad una era e ad una corrente politica, il thatcherismo, appunto. (insieme a Reagan hanno costruito l’attuale assetto mondiale, basato sui mercati finanziari, smantellando il welfare statale).  In India abbiamo visto l’ascesa al potere di Indira Ghandi, mentre nello stato di Israele premier è stata Golda Meir, che considerava i palestinesi sub-umani. Qualche anno più tardi il Pakistan ha eletto come primo ministro una donna, Benazir Bhutto. Una donna è stata al potere dall’inizio di questo secolo della nuova Germania riunificata e entrata a far parte dell’Unione Europea, Angela Merkel (moderata e intelligente). Nel frattempo negli USA una donna di colore diventa Segretaria di Stato negli USA e si occupa di gestire la crisi post 11 settembre: è Condoleeeza Rice. A succederle come segretaria di Stato sarà un’altra donna, già first lady, Hillary Clinton.

In questo momento in Europa, oltre a Giorgia Meloni in Italia, vi sono molte donne primo ministro: in Finlandia, in Danimarca, in Estonia, Lituania, Slovacchia, in Moldavia, in Georgia e in Kosovo. Infine la prima leader dei Verdi che governa un Paese è Katrín Jakobsdóttir (ricordate questo nome), primo ministro dell’Islanda già dal 2017.

        39° Parallelo - aprile 2023                                                                                                                                                  

Alfredo De Giuseppe

Libere fenomenologie del 2023-04-01 - ... dell'intelligenza artificiale

Qualche giorno fa, mentre mi rigiravo tra le mani il libro “L’alfabeto della natura” di Roberto Battiston che affronta fra gli altri il problema del nostro rapporto con l’intelligenza artificiale, sono capitato davanti al computer di un’amica (che ha una bella azienda di pubblicità e stampa di qualità). Ho visto che stava chattando con qualcuno, che rispondeva velocemente a qualsiasi domanda. Ho chiesto chi fosse e lei con noncuranza mi ha detto: l’Intelligenza Artificiale. In sostanza era collegata al sito “ChatGPT di OpenAI” che poteva fare un bel riassunto di un libro e poi la sua critica, comporre una poesia secondo lo stile indicato e tanto altro ancora. Tornato a casa, mi sono subito collegato e ho fatto il seguente esperimento che di seguito riporto integralmente.

Mia domanda: ciao, vorrei scrivere un articolo su di te e quindi su AI. cosa puoi suggerirmi?

Ciao! Sono felice di aiutarti a scrivere un articolo su di me e sull'Intelligenza Artificiale. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero esserti utili:
- Introduzione: puoi iniziare l'articolo con una breve introduzione sull'IA e sulla sua importanza nella società odierna. Inoltre, potresti spiegare brevemente cosa sono i modelli di linguaggio e come funzionano.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-03-25 - ...del mio paese sfiduciato

 

Vivo in un paese del Sud Italia, né grande né piccolo, in difficoltà, come molti, come quasi tutti. Dal 2011 è passato da 17.611 abitanti ai 16.684 di oggi: lo spopolamento avanza, nonostante il pomposo entusiasmo turistico (che in verità è vissuto molto virtualmente). Negli ultimi vent’anni questo ridente paese ha avuto molte disavventure legate alla classe amministrativa, di qualsiasi colore politico, con qualsiasi personalità, con qualsiasi politico modellato sui vincenti del momento storico. All’inizio del secolo, Coppola e il suo centrosinistra parcellizzato, sul modello Ulivo, poi cadute anticipate e commissari prefettizi, la giunta Musarò con tutto il centrodestra unito sul modello fittiano-berlusconiano e invece disunito su ogni cosa, poi ancora commissari e Coppola con il suo centrosinistra personalizzato (dove nessun altro toccava palla). Nel 2017 è arrivato Carlo Chiuri con una serie di liste impressionanti, di cui non rimase traccia dopo poche settimane. Nuova caduta improvvisa e anticipata, e nuove elezioni nel settembre 2020. Antonio De Donno vince riunendo intorno al suo nome una eterogenea (o liquida) compagine che va dal PD a Forza Italia.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-03-18 - ...del mito italico

 

Enea era un bel ragazzo dell’Asia Minore, nato e vissuto nelle terre della moderna Turchia. Pare che fosse figlio di Anchise e della dea Venere (a quel tempo, succedeva di avere un figlio con una dea).  Corre in supporto di Ettore durante la guerra di Troia, rimane sconvolto dalla morte dell’amico guerriero e ad un certo punto, dopo vari tentennamenti, unisce la famiglia e decide di lasciare la sua città: prende in spalla il padre, per mano il figlio e scappa da Troia che sta per essere distrutta.

Enea, questo turco asiatico, cerca una nuova vita. Chi può dirgli di no? Anche gli dei lo vogliono. Subito dopo la partenza, gli esuli che hanno seguito Enea cercano di fondare in Tracia, al confine con la Grecia, una nuova città dal nome Eneade; mentre raccoglie rami per i sacrifici, Enea vede del sangue che cola dall'arbusto: gli appare qualcuno che gli dice di andarsene da quelle terre. Lui è un buono, crede ciecamente alle apparizioni.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-03-11 - ...di Francia e Spagna

 

A volte seguire quel che scrivono i leader europei nei loro profili social, e quello che rispondono i loro followers, può essere illuminante. Il 5 marzo 2023, Emmanuel Macron, Presidente della Francia, mentre è ancora in visita a Kinshasa, scrive: “Niente saccheggi, niente balcanizzazione, niente guerra nella Repubblica Democratica del Congo. La Francia non si è mai rassegnata ad una fatalità della storia, né all'orrore della guerra. Rimarrà fedele al suo ruolo di alleata incrollabile della Repubblica Democratica del Congo per difenderne l'integrità e la sovranità. Non ci possono essere due pesi e due misure tra la tragedia che si sta verificando in Ucraina sul suolo europeo e quella che si sta verificando sul suolo africano.  Ai crimini che si commettono davanti ai nostri occhi nel Congo, non dobbiamo aggiungere, dimenticare e abbandonare. La Francia sarà la prima a rispondere all'iniziativa dell'Unione europea di un ponte aereo umanitario verso Goma.”

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-03-04 - ...di Elly e zattere...

 

Una domenica qualsiasi di fine febbraio, tra vento, freddo, tragedie e commedie, che diventa inevitabilmente televisiva. Mentre un certo numero di elettori decide di andare a votare alle primarie del PD, un barcone pieno di uomini, donne e bambini si spezza in due nel mare in tempesta, a pochi metri dalla costa, va a sbattere sulla spiaggia di Cutro vicino Crotone, portando a riva decine e decine di cadaveri.

Nell’apparecchio, a basso volume, passano immagini con le notizie sull’Ucraina con il sovrappiù del primo anniversario di guerra, come se per i commentatori fosse una festa, una notizia di cui dar conto. Un niente di cui discutere, tanto per non annoiarsi, a ripetere di morti quotidiani sotto le bombe.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-02-25 - ...della politica

 

Ogni volta che scrivo di politica, c’è qualcuno che mi risponde infastidito “uffaa, che palle”, oppure “mi diverti di più quando racconti una storia” o peggio ancora “il solito parolaio senza rispondenze pratiche”. Insomma una bocciatura politica su tutta la linea, dove il tutto si mescola in una melassa intollerabile, esattamente conformato all’attuale e dominante pensiero italico che ha decretato l’inutilità del voto e della democrazia partecipata.

Eppure continuo a pensare politico. Non c’è ambito umano dove la politica non abbia la sua incidenza. Compiango, a volte, coloro che non vogliono parlarne, non vogliono saperne di più, coloro che si fermano alla superficie della notizia, coloro che dimenticano la Storia, coloro che vivono senza cogliere il senso del governare. Politica è informazione ma anche passione per ciò che ci circonda, è uno sguardo largo, oltre il proprio essere, ed è anche educazione, oltre le tesi fideistiche. Un esercizio del diritto, della tolleranza e della capacità di modificare le esistenze, in definitiva l’essenza del nostro vivere sociale. La politica cerca di ricondurre il caos iniziale ad un programma civile.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-02-18 - ...di Massimo Terni...

 

Ho conosciuto Massimo Terni in una di quelle ondate di intellettuali, cineasti e scrittori che nella prima decade di questo secolo scoprivano il Salento dei borghi, dell’entroterra, abbandonando le spiagge e il mare alle truppe massicce di volgari gitanti. Alloggiava a Depressa e si incontrava con altri suoi amici milanesi e romani tra Diso, Marittima, Ortelle e Spongano, in una sorta di ritrovo esotico-edonistico. Mi impressionò subito per quel suo andamento originale sia fisionomico che intellettuale, oscillante tra il cinico disincanto e l’interesse divertito. Ma era chiaramente un’impressione superficiale, né poteva essere diversamente, date le circostanze, quasi sempre culinarie dei nostri incontri. E ne scrivo oggi perché ora tutto mi è più chiaro. Dopo aver pubblicato molti libri accademici, inerenti la sua attività di docente di Storia delle dottrine politiche presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli, Massimo Terni ha deciso ora di svelarsi attraverso il libro “Cathay Hotel” (Ed. Ponte Sisto - 2022). Qui Massimo Terni compie un’operazione complessa, ponendosi una serie di domande molto forti: chi erano davvero i miei genitori, chi sono io, perché ho vissuto con una perenne inquietudine, da dove parte il malessere esistenziale?

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-02-11 - ...dei donzelli meloniani...

Una cosa è certa nella storia antica e recente: quando le forze politiche razionali, in qualche modo pensanti e orientate al progresso, arretrano, ecco arrivare al potere i barbari, i semplificatori, i nazionalisti, gli intolleranti, in poche parole i violenti. Spesso e volentieri le forze politiche progressiste, quelle per intenderci che dovrebbero tendere ad una più giusta distribuzione delle ricchezze nazionali e mondiali, spesso si dividono, si contorcono, si autocensurano, si ammalano di edonismo e si beano del particulare. Questo in Italia è uno di quei momenti e noi lo stiamo vivendo in silenzio: i violenti si vestono da perbenisti, si confondono nel marasma dei media, perché il dispotismo spesso non si insinua nello Stato con brutalità ostentata ma con gradualità, partendo da fatti minori, da episodi all’apparenza poco importanti.

Questa premessa è necessaria per capire perché sia giusto opporsi fermamente a questo governo Meloni, a questa nuova destra governista, ma pur sempre spinta da pulsioni di pancia, da rancori decennali, da ansia da prestazione fenomenale, da sovvertimento mascherato delle leggi più avanzate.

Non c’è settore dove questi sentimenti non stiano emergendo in tutta la loro drammaticità. Nella Giustizia, il ministro Nordio, ex PM ha iniziato una battaglia contro i suoi ex colleghi, rei di non averlo a suo tempo referenziato al massimo livello. Nell’organizzazione dello Stato, l’Autonomia Differenziata, sinonimo coniato al posto di Secessione, è un prezzo da pagare alla Lega e a quella classe media e ingorda del Nord. Nella Scuola, nelle Università è in corso una degenerazione verso il privato, con in sovrappiù la completa perdita di fascino e carisma dei docenti, portati ormai verso un pedagogismo unificato. La Sanità, divisa per Regioni, mostra ogni giorno di più tutti i limiti e nessuno ha una ricetta per essere universalistici e corretti: la sete di denaro che provocano le malattie è un malessere privatistico condiviso del nostro tempo.

Leggi tutto

2023-02 DIFFERENZIATI e TERRONI - 39° Parallelo

 

Non dimentico cosa si diceva quando nel marzo 2001 fu approvata la legge costituzionale, poi confermata da uno sciagurato referendum nell’ottobre dello stesso anno, che ridefiniva le materie rientranti nella potestà legislativa esclusiva e concorrente dello Stato e delle Regioni. Si diceva, anzi tutti i politici dicevano che finalmente le Regioni sarebbero diventate più virtuose, che ognuno avrebbe governato meglio il proprio territorio, che i governi regionali sarebbero stati cacciati a pedate dagli elettori se non si fossero dimostrati coerenti, seri ed onesti. Nessuno avrebbe mai votato un governatore macchiato di errori, omissioni e demagogia. Questo sparavano le grancasse della politica e dei media ad essa collegati.

Quella modifica, fortemente voluta dalla Lega Nord di Bossi, ma poi approvata dal governo di sinistra nel tentativo (come al solito vano) di soddisfare l’elettorato del Profondo Nord, aboliva un sacco di cose come la figura del Commissario del Governo, chiamato a sovrintendere alle funzioni amministrative esercitate dallo Stato e a coordinarle con quelle esercitate dalla Regione. Aboliva di fatto la facoltà per il Governo di sollevare, rispetto alle leggi regionali, questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Consulta, o questioni di merito dinanzi alle Camere e infine aboliva il controllo, da parte delle stesse Regione, sugli atti delle province e dei comuni (esercitato dal CORECO).

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-02-04 - ...del PD che manca

 

Nei primi giorni di ottobre 2022, dopo appena 7 giorni delle elezioni del 25 settembre 2022, quelle vinte da Meloni & Co. scrivevo un articolo dal titolo "Non un Partito da ricostruire, ma l’Italia da fare" (https://www.alfredodegiuseppe.it/index.php/archivio-2022/873-2022-10-non-un-partito-39-parallelo). Quell’articolo scritto a caldo, a ridosso di una bruciante sconfitta, sperava in una riflessione tanto profonda da portare ad una rifondazione della sinistra e guardando le faccende interne al PD speravo che “Se non vogliamo che gli elettori si interessino più delle vicende legate al divorzio tra Francesco Totti e Illary Blasi, bisogna dare una scossa seria alla nostra politica: ricominciare daccapo può essere davvero utile per i progressisti ambientalisti. Qui non c’è un partito da ricostruire, c’è l’Italia da fare. C’è una Storia da recuperare e studiare, c’è una cultura da mettere al primo posto con una Scuola più organizzata, ci sono dei diritti da difendere e da acquisire, c’è una posizione su armi, ambiente e mafie da rivedere in toto. C’è da costruire una generazione che abbia ancora entusiasmo, che veda una luce in fondo al tunnel, che veda ben retribuito il proprio impegno, che sappia valorizzare l’impresa, il merito ma anche la persona. E soprattutto c’è da ricostruire il nostro rapporto con il resto del mondo, con l’Europa del Nord, ma anche, e con più amore, verso i popoli del Mediterraneo (finora visti sempre con occhio destrorso).

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-01-21 - ... De Josepho.

 

Nel giorno del sessantacinquesimo compleanno mi è venuto spontaneo fare una libera fenomenologia di me stesso. Anzi, non esattamente centrata su di me, quanto sul mio cognome, sulla mia discendenza, nata, cresciuta, morta da secoli sempre a Tutino. Per chi non lo sapesse a Tutino, una frazione, forse ora declassata a semplice rione di Tricase, un tempo sua acerrima nemica, esiste una razza in estinzione definita volgarmente dei “tutinghi”, di cui anch’io faccio parte. I tutinghi sono mischiati con i longobardi e gli svevi, ma anche con i turchi e gli spagnoli e infine con gli aragonesi, senza disdegnare qualche gene egiziano, albanese e greco. Insomma una razza mista e ben selezionata, senza macchia e senza paura, che si è fatta sempre conquistare battagliando (al massimo) un paio di giorni per volta. Di volta in volta, il nemico era sempre più forte. E noi tutinghi sempre di meno.

Leggi tutto

Libere fenomenologie del 2023-01-14 - ...delle minime senza servilismi...

In una società evoluta e ricca, che è concetto diverso da perfetta, nessun uomo o donna dovrebbe essere costretto a vivere nel 2023 con la pensione minima di 571,61 Euro. Infatti il buon samaritano Silvio Berlusconi, in campagna elettorale, attraverso una serie interminabile di filmatini TikTok, aveva promesso che in caso di vittoria del centro destra le avrebbe immediatamente portate almeno a 1.000 Euro. Si tenga sempre conto che quel signore è lo stesso che passava migliaia di euro – rigidamente in contanti - a decine, forse centinaia, di ragazze per fare delle cene eleganti, che ha evaso un po’ di euro, che ha un patrimonio personale (creato come lo si vedrà post-mortem) che si aggira ufficialmente intorno ai 6 miliardi di euro.  Bene, quel signore e per sua bocca decine e decine di politicanti – anche nostrani - ha promesso sempre tanto a tutti, mantenendo quasi niente oppure scassando le casse dello Stato con norme allucinanti che saranno analizzate sempre post-mortem. Ora il governo Meloni, per non andare in default ma anche per non rompere con Forza Italia, ha fatto una norma sulle pensioni che di per sé sarebbe ridicola se non fosse che ridicolo (e quindi tragico) è tutto quel che gira intorno a noi. La nuova legge finanziaria prevede dunque che le pensioni minime vengano aumentate a 600 € (Ullallà!!), però solo per un anno e solo agli ultra settantacinquenni, che non abbiano altri redditi familiari. Magari l’anno prossimo fanno un emendamento che le portano a 650 ma solo se hai 80 anni, se non fumi, se non hai nessun animale domestico, se non vai al cinema, se non percorri con l’Ape car più di 1.000 km l’anno e se ti piace il gioco della Roma o del Milan. Il tutto con dichiarazioni e controdichiarazioni che occuperanno settimane e settimane gli sportelli di tutte le Poste Italiane e le scrivanie di tutti i commercialisti, però se vai al CAF ti sbrighi prima, anche se ti costa una cosetta.

Leggi tutto

2022-11-01 "C'era una volta una stazione"

C’era una volta una stazione
La stazione ferroviaria di Tricase, (potrebbe essere un’altra qualsiasi stazione della Sud-Est), ripresa in un giorno dell’autunno 2022. Tra inutili, costose e deturpanti barriere antirumore, chiusure di esercizi, l’abbandono di un punto nevralgico, al centro del paese.
Nel breve documentario di Alfredo De Giuseppe traspare tutta l’amarezza per un luogo che poteva essere vitale e vivace e invece è la risultanza negativa di lunghi anni di corruttele, inadeguatezze e fuorvianti promesse elettorali.

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.

Ok