2008-10 "Al Consiglio Comunale come un bravo bambino" - Il Volantino

Come un bravo bambino della prima elementare mi sono messo a fare il consigliere comunale di minoranza. Una minoranza esigua in confronto alla grande maggioranza di centrodestra che ha vinto le ultime elezioni amministrative di Tricase. Un giudizio favorevole espresso dall’elettorato che francamente ho giudicato eccessivo e che mi ha lasciato molto perplesso sulla capacità di discernere che hanno i miei bravi concittadini. Però io, buono buono, mi son messo a studiare le delibere, i punti all’ordine del giorno, a partecipare alla vita delle commissioni consiliari, mi sono messo a vedere da dentro. A capire meglio cosa vuol dire la macchina amministrativa, questo diabolico corpo a settemila teste che non sai da dove prendere.

E vedo delle cose che francamente non mi convincono.

Prima di tutto, questo è un paese che non ha un’idea di se stesso, lo dicono tutti, destra e sinistra, eppure di Piano Regolatore o PUG nessuno parla. Io faccio il bravo bambino e faccio delle domande innocenti, tipo “ma perché non vediamo qualcosa sul Piano Regolatore?” e nessuno mi sa rispondere, vanno tutti di fretta a fare una giunta, una commissione e una sottocommissione. Nessun elenco di Priorità, come sarebbe giusto aspettarsi. Del resto, nelle linee programmatiche di questa Amministrazione, elencate dal Sindaco Musarò nel primo Consiglio Comunale, non c’era traccia del PUG, neanche come citazione di routine. Eppure avere un piano che comprenda le varie fasi della nostra vita sociale, abitativa, ambientale non potrebbe che aiutarci a vedere le cose con meno pressapochismo.

I consigli comunali sono per lo più un’esercitazione di eloquenza dove il nostro Sindaco sapendo di non eccellere non si cimenta mai, non parla e lascia la vetrina ai suoi Assessori Avvocati, che spesso pensano di essere in un’aula del tribunale di Tricase (opera che fra l’altro non si completa mai). Sono un po’ sopra le righe ma va bene lo stesso, fa parte del folklore.

I consiglieri comunali, spesso annoiati, alzano la mano per votare a favore, mentre noi dell’opposizione facciamo esattamente all’inverso. Così come in un match pugilistico, con piccole regole, sgambetti e finte. Del bene pubblico, delle cose da fare comunque e subito non c’è traccia, sparite nei meandri di un numero inverosimile di leggi, decreti, disposizioni regionali, provinciali, intercomunali, aree vaste, Ato e sigle varie, sempre più incomprensibili ad una persona di media intelligenza/informazione. Se questo è il mattino del federalismo c’è da essere seriamente preoccupati per noi e i nostri figli.

Però non demordiamo, il lavoro istituzionale va avanti, e ci sentiamo tutti impegnati e disponibili. L’altra settimana nel bel mezzo del crollo mondiale delle borse e delle banche, del disastro scolastico, del calo vertiginoso di consumi e capacità di spesa delle famiglie, abbiamo fatto una bella commissione consiliare. Tutti penserete: era una commissione che si apprestava a discutere su come predisporre la nostra comunità a questi eventi, come prepararla, quali abitudini modificare, quali conferenze organizzare per unirci e capire come muoverci. E invece si è trattato di qualcosa di molto più importante: abbiamo discusso intorno ad una proposta di un Consigliere di maggioranza su come regolamentare la cacca dei cani, dove, come e quando i padroni la devono raccogliere, dove si applica e dove non si può applicare e infine le sanzioni. Interviene qualcuno e dice che non si possono prevedere le sanzioni perché bisogna ancora dotarsi del Regolamento che regolamenta le sanzioni, che a sua volta fa riferimento a un particolare disegno di legge e così via. Allora rinviamo finché non facciamo l’altro regolamento. In definitiva due preziose ore di sette persone perse a discutere del nulla: sulla pipì dei cani e sulle relative multe ci siamo bloccati.

Insomma, tutto molto surreale, molto normale in questi anni italiani.

Il Volantino - Ottobre 2008

Alfredo De Giuseppe

 

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