2002-12 "Nu stozzu de carta" - Nuove Opinioni

Salvatore Brigante è un artista nel senso antico del termine : poche regole, molta improvvisazione ed originalità, fuori dagli schemi, con l’unica insopprimibile necessità di comunicare i propri stati d’animo. Lo conosco da molti anni e la vena artistica era già presente nel padre che allietava le serate degli amici con la fisarmonica nuova portata dalla Svizzera. Ha pubblicato un Cd dal titolo “Nu stozzu de carta”. Non c’è il nome dell’editore, né della casa discografica: il fatto mi fa presupporre che abbia fatto tutto da solo: nel puro stile amatoriale. Il disco si avvale comunque di ragazzi che l’hanno accompagnato con cura e dedizione, almeno a sentire il risultato di arrangiamenti e direzione artistica in generale. Il sottotitolo ”Cunti, canti e pizziche nove” non fa giustizia dell’originalità dell’opera che sposa un modo antico di interpretazione canora e una vivacità musicale ben superiore alla tradizionale pizzica e ai numerosi cloni dell’ultimo decennio.

Il primo brano che dà il titolo al CD è nella realtà una lunga filippica in stretto dialetto di Tutino sulla modernità e sui dubbi che essa abbia davvero portato qualcosa di bello per l’uomo. Il lavoro di Salvatore si snoda fra canti di rabbia e di amore , come “L’amore tuzza allu core” dove “cerco l’amore con tanto piacere così me passene tutte le pene”. Mentre in “Bedda vane” c’è un originale tormentone con una donna che deve scegliere fra due amori. Dopo ”lu poeta e l’animale”, una storiella che sembra scritta da un figlio di De Andrè nato nel Salento, il Cd chiude con  “Charlenpizzica Brutt” che non so cosa significhi ma che se era necessario amplifica ancora di più il senso di delirio che pervade l’intero lavoro.  

Per i puristi un’artista da guadare con sufficienza, ma raro e vero esempio di cantautore popolare. Non ho sentito Salvatore Brigante e non so quali fossero le sue reali intenzioni su questo lavoro: ho comprato il Cd su un bancone di un bar, l’ho ascoltato, e ho scritto.

Nuove Opinioni - Dicembre 2002

 Alfredo De Giuseppe

 

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