Libere Fenomenologie del 2023-10-28 ... della ludopatia regolare

 

La ludopatia è arrivata ai piani più alti: all’attico dei famosi, di quei ragazzi che guadagnano ormai cifre folli per tirare quattro calci a una palla tonda. Quelli che escono spesso in TV a dire banalità, a rispondere a domande stereotipate, a vivere una vita dentro una bolla dorata ma alquanto assurda. Il calciatore Nicolò Fagioli della Juventus ha perso circa 3 milioni di Euro, del suo collega Sandro Tonali, ex Milan non si conoscono importi ma si ipotizzano cifre ancora più importanti, altri calciatori sono implicati nelle scommesse clandestine.

Al confronto fanno quasi tenerezza quelle casalinghe, giovani e attempate, che trovi all’interno dei tabacchini, felici quando vincono dieci Euro e se li rigiocano immediatamente nella speranza di vincerne  centomila. O i disperati delle macchinette seminascoste nei bar meno frequentati o i giovani pokeristi on-line, che pensano davvero di essere più bravi di quelli che hanno inventato l’App. Che però, essi, proletari del gioco, sono la maggioranza silenziosa, quelli che perdono e tornano a casa nervosi, che non riescono più a pagare la bolletta del gas, e che, a costo di prestiti, firme e bugie, il giorno dopo ricominciano con un’unica speranza: vincere un mucchio di denaro che li sistemi per sempre. E via andare con Lotto, Superenalotto, Gratta e Vinci, Miliardario e scommesse di ogni tipo. “Dipendenza patologica dai giochi elettronici o d’azzardo” è la definizione di ludopatia secondo il dizionario Treccani. Una patologia che colpisce attualmente oltre un milione e mezzo di  italiani, dei quali almeno 150mila (il 10%) sono al momento sotto cure medico-psicologiche.

Le statistiche sul gioco d'azzardo rivelano numeri impressionanti che purtroppo non sono veritieri nella loro grandezza, perché moltissime sono le puntate illegali, giocate per lo più attraverso siti esteri. Comunque il volume delle giocate regolari nel 2022 ha superato in Italia i 140 miliardi di Euro, nonostante il fisco abbia perso rispetto al 2019 il 35% del gettito fiscale, dal momento che le tassazioni per il gioco in rete (es. le lotterie) sono nettamente inferiori alla percentuale raccolta con le macchinette e sale fisiche.

Entrando nel dettaglio, i dati ci riferiscono che la sola rete fisica, escludendo quindi il comparto del gioco online, produce il 70% degli incassi, mentre è in forte crescita – già oltre un terzo delle giocate - la raccolta online, dove i più gettonati sembrano essere i giochi di carte, quelli di sorte a quota fissa (tipo casinò, Lotto, e vari) e i giochi a base sportiva. Per quanto riguarda, invece, la raccolta sul gioco legato alla rete fisica, i cosiddetti “apparecchi da intrattenimento”, ovvero slot machine e video lottery, si confermano, nonostante una tendenza in evidente calo, i più utilizzati.

Eppure già nel 2012 il Gruppo Abele pubblicò un libro di Daniele Poto  dal titolo “ Azzardopoli 2.0. Quando il gioco si fa duro... le mafie iniziano a giocare”, dove era già certificato come le mafie si fossero buttate su quell’enorme massa di denaro. Poto ne parla come «l’unica azienda con un bilancio sempre in attivo e che non risente della crisi che colpisce il nostro Paese. Che può contare su ben 6.181 agenzie autorizzate sul territorio e che interessa ben 49 clan che gestiscono “i giochi delle mafie” e fanno saltare il banco. Una percentuale importante sull’universo dei 55 clan mafiosi censiti nelle relazioni Antimafia in relazione all’usura».

Quindi non solo disperazione dei singoli e delle famiglie ma organizzazioni malavitose ben radicate nei territori. Un fenomeno sottovalutato e poco dibattuto, forse anche perché uno dei principali biscazzieri è lo stesso Stato Italiano, che da sempre favorisce il gioco d’azzardo, da sempre ci guadagna e sopporta anche il gioco clandestino, come male collaterale, come fosse una semplice scelta personale di ogni singolo cittadino, dimenticando che spesso si trova di fronte a persone malate e disagiate intellettualmente, vessate da piccole e grandi organizzazioni malavitose.

Nella sola provincia di Lecce pare che si giochi una cifra vicina al Miliardo di Euro, un importo che sicuramente ha impoverito molte famiglie, che ha portato qualcuno sull’orlo della depressione e del suicidio, nel silenzio generale e forse nello stupore di molti.  (Vi sono al momento a Lecce circa duecento persone in cura per ludopatia, secondo quanto dichiarato dal Direttore del Dipartimento Dipendenze patologiche dell’ASL di Lecce, dott. Salvatore Della Bona, in un recente convegno sull’argomento organizzato a Settembre dall’Ass. Tricase che fare)

Nella sola cittadina di Tricase, l’ultimo dato disponibile, racconta di un totale scommesse regolari (!!) pari ad una cifra intorno ai 20 Milioni di Euro per ogni anno solare. E’ come se ogni persona adulta, circa 11.500, dei suoi complessivi 17.000 abitanti, giocasse una cifra  pari ad oltre 1.700 Euro, come se una famiglia di 4 persone si giocasse 6.800 € l’anno. Pensate, solo per dare un’unità di misura, che la raccolta della spazzatura in questo stesso paese costa ogni anno circa 3,5 Milioni di €.

Che poi tutta questa tragedia abbia avuto visibilità mediatica grazie ad un personaggio quale Fabrizio Corona la dice lunga sulla qualità italica dell’informazione pubblica e privata, sulla capacità di comprensione, saggezza e moderazione di un intero popolo.

  il Volantino  n. 35 – 28 ottobre 2023

alfredo de giuseppe

 

 

 

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