Libere fenomenologie del 2023-06-30 - ...del bivacco parlamentare

A seguire i lavori parlamentari c’è da rabbrividire. Matteo Salvini, il coraggioso leader della Lega Nord, quello che nel 2009 (non durante il giurassico) gridava “Senti che puzza, arrivano i napoletani” oppure esponeva il cartello “Forza Vesuvio, Forza Etna, lavali col fuoco”, proprio lui, il Ministro che fermava da solo l’immigrazione, che scacciava scafisti e spacciatori con uno schiaffo, ha paura di un processo che gli ha intentato una ragazza di nome Carola Rakete. I fatti: nel 2019, mentre Carola era al comando di  una nave che nel Mediterraneo cercava di salvare qualche vita umana, il Ministro dell’Interno, pur di fare il forte con i deboli, fermava la nave con oltre 50 migranti a bordo, non facendoli attraccare in nessun porto, senza alcuna motivazione. La Rakete, dopo molti giorni di attesa, viste le condizioni sanitarie e igieniche ormai oltre il limite, decideva di entrare in porto, senza attendere il via libera del Ministero. La qual cosa, benché le autorità e i media si affrettarono a bollarla come comportamento illegale e arrogante, fu poi ritenuto dai tribunali italiani ed europei assolutamente necessario e indispensabile per il fine supremo del benessere e della dignità delle persone salvate in mare. Nel frattempo il felpone Salvini l’aveva insultata in tutti i modi: la frase più innocente era “brutta zecca tedesca”. La Rakete aveva sporto denuncia per diffamazione aggravata. In data 28 giugno 2023 la Giunta delle immunità respinge la richiesta di giustizia, perché ritiene le parole del Parlamentare Salvini coperte da insindacabilità. Salvini, ormai amico dei tedeschi, dopo essere stato amicissimo di Putin, tira un sospirone per non sollevare un altro caso diplomatico, per non dover affrontare un momento di verità. A Carola nessun politico italiano ha pensato di mandare la piena solidarietà: lo facciamo noi, da questo piccolo spazio (senza immunità).

La premier Giorgia Meloni, che tanto piace agli italiani per il suo piglio cameratesco, duro, forte, decisionista, attacca dallo scranno di Presidente del Consiglio i deputati che dissentono da lei. Sembra davvero un film horror, ma come tutti i film ci si abitua e alla fine pare quasi normale, specie se edulcorati dai vari Vespa e vespini. La Meloni, stranamente, quando è al cospetto degli altri leader europei, diventa europeista e moderata, aperta e sorridente, nel Parlamento vuole vestire sempre i panni della leader del partitino dell’eterna opposizione e si crea nemici inesistenti, alzando la voce e assalendo in romanesco de borgata chiunque non sia di origini neofasciste. Infatti, sempre lo stesso 28 giugno, parlando di MES (che sa bene che dovrà approvare), di droghe leggere e pesanti, di pattini e multe, ha trovato il modo di incolpare le opposizioni di essere anti italiane con toni davvero vergognosi, tanto che se n’è accorto financo il PD. “Dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni non vi sono state repliche alle critiche delle opposizioni ma solo veri e propri attacchi inaccettabili. Non era mai successo prima. Ci vuole rispetto per il Parlamento". Lo ha detto il capogruppo Pd in commissione Politiche Ue alla Camera, Piero De Luca, intervenendo in aula.

Aboubakar Soumahoro è un deputato italiano, eletto con le liste dei Verdi-Si e poi passato al gruppo misto. È stato protagonista, subito dopo la sua elezione, di uno scandalo che ha toccato soprattutto la sua famiglia, invischiata in una brutta storia di cooperative dedite al sostegno dell’accoglienza degli immigrati (probabilmente truffaldine e poco trasparenti). Lui in effetti non è stato mai indagato e si è sempre dichiarato innocente ed estraneo ai fatti, risalenti tra l’altro ad anni precedenti in cui non aveva ancora conosciuto la sua attuale compagna. Certo ha fatto meno danni di una come la Santanché o come Micciché o come decine di berlusconiani più berlusconiani dello stesso povero Silvio. Però per questi vale un garantismo di ferro, basato soprattutto sul concetto che sono intoccabili.  Soumahoro ha invece la pelle nera e per lui il garantismo non esiste. Tutti l’hanno già condannato. Inoltre, ogni volta che si accinge a prendere la parola parte una selva di ululati, di offese scimmiesche come quelle sanzionate negli stadi di calcio. Roba da far vergognare tutto il Parlamento, invece si è sentito in dovere di difenderlo il solo Davide Faraone, deputato di Italia Viva. Soumahoro, partendo da una condizione difficile, si è comunque laureato, è stato un punto di riferimento per centinaia di immigrati, sfruttati nelle nostre campagne, ha scritto dei libri e ha raggiunto il successo come tutti in questo mondo. Avrà fatto degli errori, come tutti noi, ma è una persona educata e informata. A lui la nostra solidarietà, per noi rimane una persona per bene. Tutto il resto è razzismo.

Questa è la vita quotidiana nel Parlamento italiano, ridotto quasi a bivacco e alla peggio come uno stadio di serie C. Nonostante un’opposizione debole e frantumata, i deputati della maggioranza non tradiscono la loro natura violenta, pericolosa e oscurantista. Per quanto dissimulata, per ragioni tattiche, l’Italia si prepara col favore della maggioranza del popolo sovrano e l’acquiescenza dei media ad un periodo buio e reazionario. Se penso poi che il giornale L’Unità è tornato in edicola con Piero Sansonetti come direttore, mi vien da ridere, perché ad essere tristi con questi personaggi da Rete4 non si recupera nulla, neanche la rabbia necessaria a scendere in piazza.

 il Volantino on-line – 30 giugno 2023

Alfredo De Giuseppe

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