Libere fenomenologie del 2022-05-20 - Costanzo

Qualche giorno fa Giampiero Mughini e Vittorio Sgarbi hanno litigato in TV durante il “Maurizio Costanzo Show”. I due attori hanno fatto la loro parte in commedia, ormai stabile e ripetitiva, quella cioè di beccarsi a vicenda per riempire un vuoto di idee e di buon senso, nel tentativo, spesso riuscito, di alzare l’audience. Hanno prima urlato delle scemenze, poi uno ha detto all’altro calmati e poi uno ha spintonato l’altro che infine è caduto a terra, con grande applauso generale. Ma lasciamo i due semi intellettuali al loro divertimento (e guadagno) e veniamo al vero fenomeno da analizzare in modo più serio: il Maurizio Costanzo, classe 1938, imperatore delle trasmissioni di ogni canale. Infatti lo puoi vedere a Rai3 in una trasmissione nostalgica sui grandi attori e cantanti del passato, oppure sulle reti Mediaset, ovunque e in ogni veste, come conduttore, ospite, oppure sceneggiatore e soprattutto come produttore (direttamente o attraverso varie società).

Ma chi è Maurizio Costanzo? È un modesto conduttore televisivo, che all’inizio ha tentato anche una carriera giornalistica con scarsa fortuna. Vivacchia in quel mondo romano fatto di aspiranti geni incompresi e di eterne promesse mancate (ben descritto, fra l’altro da film come “La Dolce Vita” e più recentemente da  “La Grande bellezza”). Quello è il momento in cui campa anche scrivendo qualche canzonetta, rimanendo comunque nel giro di quegli intellettuali in mezzo al guado. In ogni caso dal 1976 al 1978 gli affidano la conduzione di un programma televisivo su RaiUno dal titolo “Bontà loro”, scopiazzando come al solito il modello dell’intervista “simpatica”, inventata da anni negli Stati Uniti (sul modello di “The Tonight Show” inaugurato dalla NBC già nel 1954 e ancora in onda). Poi incontra Silvio Berlusconi e Licio Gelli e si iscrive alla loggia massonica segreta P2 (tessera n. 1819), fa un’intervista esclusiva per lo stesso Gelli sul Corriere della Sera che lascia perplessi i lettori più attenti. Nel 1981 vengono alla luce gli aderenti alla P2, lui dapprima nega in vari modi, poi ammette durante un’intervista a Giampaolo Pansa e infine davanti alla Corte d’Assise giustifica la sua iscrizione con “la ricerca di nuovi rapporti umani in un momento di particolare assenza di amicizie, anche a causa di problemi familiari legati al divorzio”. (Ci sarebbe da ridere se ci non fosse la tragedia del contesto).

Sempre pronto ad essere gentile e garbato con i potenti del momento, diventa arrogante e scortese con chi, secondo lui, conta poco o ha fatto un qualcosa di poco “conveniente”. Basta guardare su Youtube una puntata di “Bontà Loro”: mentre intervista con reverenza Susanna Agnelli, senatrice e sorella di Gianni, entra in scena un timido e introverso Rino Gaetano, che lui maltratta all’inverosimile, giudicandolo come un guitto senza senso e senza futuro. Rino Gaetano era un ragazzo educato, che voleva un’Italia migliore, senza i Costanzo di turno, se ne andò senza fare una scenata alla Sgarbi. Costanzo continua poi il suo impegno nelle Tv di Mediaset, ma non disdegnando però di candidarsi nel 1986 con il Partito Radicale, forse nel tentativo di darsi una nuova verginità e comunque aiutato da quel Partito che ogni tanto ha preso sbandate clamorose, alleandosi con chiunque e creando a sua volta molta confusione nell’azione politica che avrebbe voluto invece coerenza e distanziamenti (non dimentichiamo che il PR per lunghi tratti è stato anche alleato di Forza Italia).  

Negli anni ’90 diventa quasi un martire dell’antimafia, scampando ad un attentato dinamitardo a Roma in via Fauro, un episodio che ha sempre lasciato molti dubbi sulla sua vera matrice e soprattutto sulle vere motivazioni, considerando che Costanzo faceva anche dell’antimafia una specie di avanspettacolo, dove tutto si tiene, anche chi criticava aspramente il giudice Falcone. Nel 2019, la Procura di Firenze, ha ufficialmente ipotizzato il coinvolgimento diretto di Silvio Berlusconi nell'attentato, in qualità di mandante (e in effetti il Berlusca avrebbe santificato un martire televisivo allontanando da sé qualsiasi ipotesi di connessione mafiosa). Superata senza danni la fase politica/civile, il nostro Maurizio nazionale ha moltiplicato gli impegni affaristici. Ha creato numerose società di produzione televisiva e altre di comunicazione e immagine. Tra l’altro ha curato l’immagine dell’ex Presidente della Camera, Irene Pivetti e di Francesco Rutelli, oltre che la creazione di una scuola di comunicazione dove insegna come diventare famosi.

Dopo tre matrimoni, ha trovato Maria De Filippi, con la quale si è completato. Con lei si è sposato nel 1996 ed ha creato una vera macchina da guerra che fa profitti in continuazione sfornando format e record. Ha pensato anche ai figli naturalmente: una, Camilla, fa la sceneggiatrice per la RAI e l’altro, Saverio, è regista di serie televisive. Insomma un impero, fatto di decine di collaborazioni, trasversali e populiste,  su giornali, radio, tv, teatri e cinema, financo nella musica.

Maurizio Costanzo è uno di quei personaggi italiani che non vanno mai in pensione, perché rappresentano al meglio l’italianità più sconfortante. Lui, insieme a molti suoi colleghi meno famosi, rappresenta quell’emergenza comunicativa, sociale e giornalistica che ha pervaso l’Italia negli ultimi decenni (o forse sempre). In un Paese davvero libero e civile, attrezzato culturalmente, uno come Costanzo non avrebbe trovato spazio e invece insieme alla moglie (la  Maria per eccellenza) è diventato un Maître à penser, un moralista cangiante a seconda del sondaggio quotidiano e soprattutto uno studioso dello share televisivo. Ecco perché i personaggi come Mughini e Sgarbi, scoperti da lui stesso, non sono che marionette nelle mani del grande burattinaio comunicativo. Quando morirà, spero tra cent’anni, faranno delle statue in giro per l’Italia in suo onore, inneggiando alla debordante filosofia dell’ignoranza di ritorno…. E saremo sempre tra Amici…

il Volantino, 21 maggio 2022

Alfredo De Giuseppe

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