2013-03 "2011: Italia Unita Sex Symbol, il film delle nostre ossessioni", di Pina Scarcella

Il film, al di là delle intenzioni dell’autore, si presta a diversi livelli di lettura ma non ci si discosta, forse, dal vero, se lo si interpreta come una difesa amorevole di quella categoria di persone considerate, dai più, come esseri da compatire; soprattutto da parte di coloro che si sentono arrivati o culturalmente emancipati o, più semplicemente, compromessi con se stessi e la cultura di massa; insomma, considerati individui poco evoluti, perciò messi ai margini di una società benpensante ed ipocrita.

Il film prende l’avvio in un’osteria dove i soliti amici, rigorosamente uomini, tra una birra e un giro di “tre sette”seguono da uno schermo televisivo ciò che accade, nella nostra Italia, nell’anno di grazia del suo 150esimo anniversario di Unità Nazionale. Davanti ai loro occhi scorrono immagini di un Paese in cui politica, etica, economia, lavoro, cultura, coesione sociale sembrano all’improvviso implodere senza un senso; i volti appaiono estraniati, indifferenti, lontani da un’Italia che sempre ha dimenticato i più umili, i più sprovveduti; i quali, forse, si sono autoemarginati, rimanendo indifferenti alle logiche del potere e del successo, al fascino di certa bellezza e di certa ricchezza.

Ma Uccio, il protagonista del film, non si rassegna, non vuole finire il suo tempo intorno ad un tavolo, per assopirsi tra una birra e un bicchiere di vino.

La sua mente è viva, è in grado di pensare e progettare il proprio futuro.

L’anniversario dell’Unità d’Italia lo rende particolarmente fertile; comunica al nipote, che vive a Torino, la sua idea: creare un gruppo di spogliarellisti sexy con alcuni dei suoi vecchi commilitoni.

Il progetto, in un’Italia frivola ed esibizionista, non è fuori di luogo, ma sono passati 40 anni dal servizio militare… Ed i suoi amici, sparsi per la penisola, che fine avranno fatto? E che cosa penserà Nada di questo I.U.S.S. (Italia Unita Sex Symbol), come reagirà la cantante dalla voce sensuale che dovrebbe cementare, nelle intenzioni di Uccio, l’unione del gruppo e della nazione?

Da qui le innumerevoli gags e le situazioni tragicomiche che non abbandonano lo spettatore fino alla fine della vicenda.

Di spessore nel film, il ruolo di Beatrice…moglie del protagonista la quale, senza proferire parola, domina la scena ed incarna, con la suo modo di essere, la dolcezza, la pazienza, la semplicità, la serenità, la sacralità (o la bellezza?) di una terra, il Salento, che pure è Italia e che riesce a conservare ancora forza e grazia.

La conclusione del film è esilarante, tale da riscattare le performances eccessive di Uccio detto Show, che appare, nonostante l’età e le disastrose esperienze, di uno straordinario candore, estraneo agli atteggiamenti dei perbenisti e degli ipocriti moralisti.

Un film su un anno, il 2011, che purtroppo non è ancora finito e che vede le ossessioni degli Italiani ancora più accentuate, la TV, il telefonino, la voglia di un successo effimero, l’assenza di cultura fin nei suoi più alti esponenti politici, un film che meriterebbe di essere visto e raccontato a tanti livelli. Alfredo De Giuseppe dimostra nei suoi lavori un senso della misura e dell’emozione che lo mettono tra i grandi protagonisti italiani di questi ultimi anni. Il suo prossimo lungometraggio sarà un successo internazionale, ne sono certa.

Marzo 2013

Dott.ssa Pina Scarcella

 

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