2024-04-12 "Speciale PUG" - il Volantino

Il mistero doloroso

Il Piano Regolatore Generale (o PUG) è uno strumento urbanistico. Ma non solo. È la visione della città, l’economia di un territorio, la qualità della vita, il risparmio di energie umane e la limitazione del consumo di suolo. È anche la riduzione della discrezionalità dei funzionari e amministratori e forse la chiarezza delle reali potenzialità di un luogo. In definitiva è come si immagina il posto in cui vivi. Il discrimine nel dotarsi di alcune regole urbanistiche è tutto nelle differenze che può determinare, quelle per cui  discutiamo ogni giorno: ordine o disordine, pulizia o sporcizia, servizi o disservizi.  Immaginare ad esempio di costruire sull’intero territorio di un Comune, senza congiungere in forma ponderata nessuna delle frazioni esistenti da secoli, è pura follia, perché, oltre al certificato danno ambientale, c’è un’estrema difficoltà nel raggiungere ogni singola costruzione con acqua e fogna, con elettricità e fibra ottica, con strade, asfalti e sicurezza. Tant’è che normalmente il PRG emerge da uno studio più approfondito del semplice disegno tecnico. Si interpella il sociologo, il geologo, lo storico e spesso il futurologo, proprio perché regolamentare una città disordinata e sedimentata nelle idee e nei veti incrociati, non è cosa da poco, non è roba che si possa cucinare in un solo giorno.

A ben guardare la cronistoria  delle mancate adozioni dei PRG emerge un dato impressionante: nei primi due-tre anni di ogni singola consiliatura, il PIANO rimane un tabù, nessuno ne parla, nessuno vuole aprire quella pagina. Magari basterebbe continuare quei pochi adempimenti lasciati in sospeso dalla precedente Amministrazione, ma non si fa. Tutto rimane in un limbo che presto si trasforma in inferno, perché come prevedibile ogni volta bisogna ricominciare da capo.

È un mistero o c’è una spiegazione?  Dando per scontato che Tricase ha una sua matrice contemplativa  e quindi è portata a credere ai misteri dolorosi, voglio propendere anch’io, per una volta, su questa tesi enigmatica. Si, è un mistero e la risoluzione stavolta la vorrei lasciare ai tanti politici provetti, ai tanti tecnici competenti, ai tanti predicatori messianici.

ADG

 25 punti per bloccare un PIANO

Cronistoria del PRG/PUG dal 1959 al 2024

  1. I Piani Regolatori vengono concepiti a partire dall’Unità d’Italia. Tra i primi ad adottarli per scelta urbanistica furono alcuni Comuni del Sud come Cagliari (1861), Catania (1879), Napoli (1885). L’obbligo venne introdotto in piena seconda guerra mondiale con la legge n. 1150 del 17 agosto 1942. La legge faceva un elenco di tutti i Comuni che erano obbligati all’adozione del PRG: tra questi figura anche Tricase (Le).
  2. Tra il 1946 e il 1959, Tricase crea il suo sviluppo urbano lottizzando gran parte delle campagne che lo dividevano dalle frazioni di Tutino, Sant’Eufemia e Caprarica, in modo completamente disordinato, senza verde, con strade minimal e nessun servizio. In preparazione delle elezioni del 1959, Salvatore Cassati promette l’adozione del Piano Regolatore Generale per porre fine al “sacco” indiscriminato del territorio, viste le ipotesi di massive costruzioni in zone altamente compromesse dal punto di vista idrogeologico.
  3. Il 7 giugno 1959 Cassati diventa Sindaco (non c’era ancora l’elezione diretta del Primo Cittadino) e già nel gennaio 1960 affida l’incarico di redigere il PRG a Marcello Fabbri, ingegnere illuminato, piemontese di scuola olivettiana, che nel frattempo stava ultimando a Lecce il progetto di un nuovo quartiere nella Zona Settelacquare. L’ing. Fabbri accetta, si mette all’opera e presenta il suo PRG già all’inizio del 1961. Dopo qualche ritocco in data 13 maggio 1961, viene convocato il Consiglio Comunale per la sua approvazione. Il Consiglio si dilunga e viene riconvocato per il giorno 20 maggio: finalmente si vota. Il Piano Regolatore viene approvato con 22 voti a favore e 5 astenuti.
  4. Però già nell’estate del 1961 spuntano degli inaspettati ricorsi di cittadini comuni, esaminati comunque nel Consiglio del 27.11.61. Le famiglie più facoltose, la vecchia borghesia agraria, e i tecnici più in vista si schierano contro, sia apertamente che sotterraneamente. Il più importante personaggio politico dell’epoca, Giuseppe Codacci Pisanelli, non prende posizione ma anche familiari e amici vicini a Cassati mostrano molti dubbi sulla regolamentazione edilizia. Tra il sollievo generale il Sindaco si dimette. È il 9 gennaio 1962. Fine della storia del primo tentativo, anche perché il Piano non entrò mai in vigore perché mai inviato al Ministero dei Lavori Pubblici come previsto dalle norme dell’epoca.
  5. Il nuovo sindaco Cosimo Piccinni, che era vice di Cassati, tenta di mantenere in piedi la sua maggioranza più che forzare un Piano ostile a molti dei suoi stessi Consiglieri. Fu Sindaco per 18 mesi prima di passare il testimone all’On. Codacci Pisanelli che a sua volta rimase in carica dal novembre 1963 al novembre 1972. Tutto cadde nel dimenticatoio: dal 1963 al 1968 furono approvate oltre 70 nuove lottizzazioni e costruiti circa 800.000 mq (mentre il centro storico veniva abbandonato: nel 1976 furono censiti oltre 5.500 vani abbandonati o inagibili).    
  6. Quando è palese a tutti che dopo il 1962 sia avvenuta una speculazione selvaggia che non ha tenuto conto di alcuna prescrizione, si corre ai ripari con l’affidamento di un Programma di Fabbricazione all’arch. Orazio Antonaci di Lecce (anche per rispettare l’obbligo imposto dalla legge n° 765 del 1967, nota come Legge Ponte).
  7. Il Consiglio Comunale del 28 agosto 1972 approva tale P.d.F. che però torna dagli uffici della Regione Puglia per una nuova approvazione a causa di una serie di prescrizioni sostanziali, soprattutto perché sovradimensionato nella sua struttura demografica e volumetrica.
  8. Dopo lunghe discussioni, interne alla DC ma anche al PSI, il P.d. F. di Antonaci viene definitivamente approvato nella seduta consiliare del 12 aprile 1975 (Sindaco di nuovo Cassati). La Regione approva stralciando però ampie zone delle Marine, rinviandole a successivi studi particolareggiati (mai redatti in futuro). Sembrerebbe un primo passo verso una maggiore regolamentazione delle risorse del territorio, nella realtà è e sarà un simulacro urbanistico dentro il quale si cela la massima espansione possibile, senza alcuna visione strategica e con grandi spazi di discrezionalità.
  9. La Regione Puglia con la legge 56 del 1980 impone ai Comuni di dotarsi di un PRG. La DC di Tricase si è rinnovata profondamente: dal maggio 1978 Sindaco è Vittorio Serrano, circondato da altri giovani decisi a modificare l’atteggiamento speculativo fin qui tenuto dai grandi proprietari. Normare però una tale materia, in mezzo ad enormi interessi ormai stratificati, non è così semplice.
  10. Il 25 febbraio 1982 viene affidato con delibera consiliare l’incarico di redigere il nuovo PRG per Tricase agli ing. Cesare e Giuseppe Sarno di Lecce.
  11. Si apre un dibattito tutto interno alle correnti DC sulla visione del paese, ma anche e soprattutto sulla difesa di diritti, speranze affaristiche e nuovo inusitato consumo di suolo. Discussioni, sgambetti e dispetti, fino ad arrivare all’aprile del 1988 per vedere traccia del documento finale firmato dallo Studio Sarno. Mancano poche settimane al voto, il PRG si rinvia alla nuova consiliatura.
  12. Alle elezioni del maggio 1988 viene eletto Sindaco il giovane Alfredo Codacci-Pisanelli. Nella primavera del 1990 si susseguono riunioni tra i capigruppo consiliari per definire il calendario utile alla presentazione e approvazione finale del PRG. Viene infine convocato il Consiglio Comunale in data 19 novembre 1990 con all’ordine dell’ordine del giorno “Piano regolatore Generale- Determinazioni”, riconvocato poi per il 19 dicembre: in entrambi i casi la maggioranza DC non si presenta, il Consiglio va deserto, la programmazione urbanistica si rinvia a nuovo anno.
  13. Il consiglio Comunale del 24 agosto 1991 (Gianni Zocco ha intanto sostituito Codacci-Pisanelli alla guida della giunta) vede di nuovo all’ordine del giorno il PRG. L’assessore Scarnera, geometra di professione, rilegge il tormentato iter del Piano Sarno e lo ritiene ancora attuale, ma l’incarico va riconfermato, con l’integrazione di un nuovo sviluppo verso le Marine. In sostanza si ricomincia tutto daccapo.
  14. L’Assessore Regionale all’Urbanistica, Pasquale Di Gioia fissa per il maggio 1992 il termine improrogabile entro il quale adottare il PRG, pena il commissariamento. Un’improrogabilità più volte disattesa e facilmente aggirabile. Infatti, il Consiglio Comunale del 6 maggio 1992 approva la convenzione per avere i rilievi aerofotogrammetrici mancanti e tutto può essere rinviato. La consiliatura retta da Gianni Zocco chiude il suo mandato nell’aprile 1993, dimenticando il PRG nel solito cassetto silenzioso.
  15. Il 20 giugno 1993 per la prima volta il Sindaco viene eletto direttamente dal voto dei cittadini. La DC, ormai in crisi, viene sconfitta a Tricase, dopo decenni di dominio assoluto, da una coalizione civica variegata che potremmo definire di centro-sinistra guidata da Luigi Ecclesia, di provenienza socialista. Assessore all’Urbanistica viene nominato Hervé Cavallera, professore ordinario di Storia della Pedagogia, eletto nelle fila del movimento “Città per l’Uomo”. C’è una nuova normativa regionale che prevede la decadenza dell’intero consiglio nel caso il PRG non venga approvato entro la data improrogabile del dicembre 1996. Cavallera, insieme a tutto il movimento, viene esautorato e sostituito da Ecclesia già nell’aprile del 1995, ben prima di iniziare un qualsiasi iter relativo al PRG. Del Piano non si parla più, neanche dell’eventuale scioglimento per legge.
  16. Il 27 aprile 1997, Ecclesia, passato nel frattempo a Forza Italia, viene rieletto al primo turno, da una coalizione di centro destra. La sua giunta diventa nota come quella delle tre C – Cazzato, Citto, Cazzato -, i suoi maggiori sostenitori che non vedono il PRG come prioritario alla soluzione dei problemi del paese, e infatti non se ne parla mai, per tutta la durata del mandato.
  17. Nel frattempo la Regione Puglia sostituisce il PRG con il PUG – Piano Urbanistico Generale con delle procedure che sembrerebbero favorire i tempi di attuazione. In effetti per alcuni Comuni, come Tricase, è un modo come un altro per ricominciare tutto daccapo, bisogna studiare le nuove modalità di attuazione.
  18. Il 28 maggio 2001 a Tricase diventa sindaco con una cordata di centro-sinistra Antonio G. Coppola che, da esperto funzionario e responsabile dell’Ufficio Tecnico dello stesso Comune (fin dal 1981), conosce bene la situazione reale e sa perfettamente che a Tricase c’è già una sproporzione tra residenti e vani disponibili. Per lui il PUG, nonostante la presenza dei Verdi nella sua coalizione, è uno strumento da maneggiare con cura perché potrebbe essere addirittura dannoso per l’economia della cittadina. Tra le deleghe assessorili non figura quella all’Urbanistica. Fino al 2006 non se ne parla.
  19. Il 13 giugno 2006 Coppola viene riconfermato sindaco. La Reg. Puglia dà un altro termine perentorio: entro due anni bisogna presentare gli elaborati del nuovo PUG. Il nuovo assessore all’Urbanistica, Rocco Indino, non si esprime. Il governo Coppola nel frattempo chiude in anticipo la sua seconda esperienza il 24 luglio 2007.
  20. Durante il commissariamento prefettizio della dott.ssa Rosa Maria Simone, preso atto che la Regione Puglia già il 10 maggio 2006 aveva imposto entro 180 giorni di dare attuazione agli adempimenti preliminari all’attuazione del Piano, conferisce, attraverso determina dell’Ufficio Tecnico Comunale (guidato da Luisella Guerrieri) al Dipartimento di Architettura e Urbanistica (DAU) del Politecnico di Bari l’incarico di redigere un documento sui “territori costruiti”, propedeutico all’adozione del PUG;
  21. Il 15 aprile 2008 vince una coalizione di centro-destra guidata da Antonio Musarò che naturalmente in campagna elettorale ha messo al primo punto l’adozione del PUG. Invece non se ne parla per quasi tre anni, quando il 12 maggio 2011, incalzato dalle opposizioni e dai termini di legge, emette una delibera di giunta che contiene l’indirizzo al dirigente del Settore Assetto del Territorio di individuare ed incaricare, nelle forme di legge e quindi anche nel rispetto dell’evidenza pubblica, “i professionisti esterni altamente specializzati ritenuti indispensabili, cui affidare la consulenza”. Siamo insomma ancora all’individuazione dei progettisti. In ogni caso la giunta Musarò, si ritrova senza maggioranza poche settimane dopo quella delibera e l’esperienza si chiude in data 22 luglio 2011.
  22. Dopo circa un anno di commissariamento, il 22 maggio 2012 Antonio G. Coppola ridiventa sindaco per la terza volta, in una larga coalizione di centro-sinistra. L’adozione del PUG, per quanto restrittivo, è un atto che rimane indispensabile, sollecitato più volte con atti formali dalla Regione Puglia e con molta forza dall’Ass. Angela Barbanente, sincera e attiva protagonista della difesa del territorio. Forse per velocizzare i tempi, forse per non seguire la strada del suo predecessore, la giunta Coppola annulla la precedente delibera Musarò e in data 26.07.2013 affida senza gara pubblica l’incarico della redazione del nuovo PUG al Dipartimento di Scienza dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura (DICAR) del Politecnico di Bari al costo di € 40.000 + IVA. Le opposizioni insorgono, la delibera della Giunta viene prontamente impugnata dall’Ordine degli Ingegneri. Prima che il TAR si pronunci, su consiglio dell’Avv. Sticchi Damiani, la giunta Coppola, con deliberazione n. 231 dell’11.11.2013, provvede a revocare in autotutela la sua stessa delibera del 26 luglio. Fine del supporto universitario (e inizio di contenziosi presso la Corte dei Conti).
  23. Dopo vari tentennamenti e piccoli passi avanti, nel febbraio 2016 viene effettuata una gara pubblica per la redazione del PUG che vede vincitore per un importo di € 112.500,00 oltre IVA lo studio Architetti Benevolo con sede legale a Cellatica (Brescia). Finalmente nel marzo 2017 il sindaco Coppola e l’Assessore all’Urbanistica Maria Assunta Panico presentano un documento pubblico dal titolo “TRICASE: Piano Urbanistico Generale 2017- Documento Programmatico - Preliminare Legge urbanistica regionale n. 20 del 27 luglio 2001”. Però è troppo tardi per andare oltre: la legislatura termina nel giugno del 2017 senza aver concluso le azioni propedeutiche all’adozione.
  24. Il 26 giugno 2017 Carlo Chiuri diventa sindaco di Tricase. La sua coalizione è variegata e un po’ troppo eterogenea, una porta girevole di uscite e ingressi. Dopo pochi mesi è già in crisi. Nel 2019 la pentastellata Francesca Sodero decide di andare in soccorso dell’Amministrazione purché si proceda a passo spedito verso l’approvazione del PUG. Si riprende dallo Studio Benevolo e dagli incontri partecipati, dalle rilevazioni geologiche e dalle nuove proposte (basate per lo più sulla sostenibilità ambientale). Arriva però la sonora bocciatura di 39 tecnici operanti sul territorio che, attraverso una lunga nota che appare come un vero e proprio contro-piano, rivendicano in sostanza una maggiore disponibilità a mantenere i diritti acquisiti dei loro clienti. Mentre ancora si discute e si cercano difficili mediazioni, il 2 giugno 2020, dopo che la maggioranza diserta il Consiglio Comunale, si dimette l’assessore Lino Peluso. Anche Francesca Sodero decide di mollare: non può continuare da sola a sorreggere una maggioranza così sfilacciata. Nel giorno della Festa della Repubblica nove consiglieri comunali firmano una mozione di sfiducia al Sindaco, e decretano di fatto la fine della legislatura.
  25. A settembre 2020 si vota. Vince una coalizione di centro-sinistra guidata da Antonio De Donno, che nel corso della consiliatura perde il sostegno del PD e rimane con una maggioranza risicata di un solo consigliere. Il sindaco tiene per sé anche la delega all’Urbanistica. Per oltre tre anni non c’è traccia di attività intorno al PUG. Ovviamente l’incarico allo studio Architetti Benevolo rimane in piedi, ma “l’Ufficio di Piano” non viene mai convocato nei primi 40 mesi di governo. Il 21 marzo 2024 con delibera nr 62 la Giunta Comunale decide di accertare la disponibilità dei precedenti componenti del suddetto “Ufficio” ma soprattutto “procedere ad una ricognizione delle menzionate aree di espansione assoggettate ad obbligo di pianificazione attuativa, nell’ottica di un’attività di pianificazione partecipativa, avviando una manifestazione di interesse finalizzata a conoscere la reale volontà dei proprietari dei lotti in questione di esercitare il proprio ius edificandi”. Una formula alquanto chiara per invitare i proprietari e i tecnici a costruire quanto prima possibile. Intanto il PUG può attendere.

ADG - aprile 2024

 

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