2010-10 "La bufala della Regione Salento" - 39° Parallelo

L’ineffabile titolare di Telerama, uno dei tanti Berlusconi in miniatura sparsi a go-go nella nostra Italia post-moderna e post-industriale, si è messo a capo di un comitato che vorrebbe l’istituzione della Regione Salento. Niente di strano, ormai ognuno inventa una necessità, se ha i mezzi mediatici la spinge ogni oltre ragionevolezza, finché qualcuno non lo prende sul serio. E puntualmente c’è il politico in cerca di una qualche battaglia per il territorio che ci si ficca. L’importante che la faccenda non sia vera difesa storico/sociale/geografica, ma una battaglia da fare nella modalità light, nei convegni bla-bla o nei bar durante l’happy-hour. Nessuno ci crede davvero ma intanto perché non dirlo, perché non cavalcare la trasmissione televisiva del momento? E’ palesemente una bufala o più semplicemente un titolo di una trasmissione televisiva di terz’ordine, ma proprio per questo è cosa da portare all’attenzione generale.

Le controindicazioni della nascita di una nuova regione sono tante: è antistorica, antieconomica, svilupperebbe il senso di isolamento che pervade il Salento, non ci sono le risorse economiche, l’iter costituzionale per arrivare ad una nuova regione è lungo e tortuoso con di mezzo un paio di referendum e soprattutto non è il momento di concentrarsi sulla costruzione di vuoti castelli istituzionali.

La spinta leghista, quell’esempio scellerato del Nord che sta rovinando la vita sociale italiana, dividendola su basi etno-razziste, cavalcando le peggiori paure, in equilibrio fra una commedia di Totò e una teoria nazista, di tanto in tanto colpisce anche qualche furbastro del Sud. La Lega Nord nata in seno ad una società già largamente intollerante verso i meridionali, i poveri e i diversi di ogni ordine e grado, forte della propria ricchezza industriale ha aperto la strada ai più reconditi progetti autonomisti. In tutto il Paese è nata una nuova voglia autonomista così che, come nel Medioevo, o come nei giochi infantili, in tanti vogliono il proprio staterello sul quale comandare, magari con un trono, i giullari e la plebe affamata (ma contenta).

Prima o poi dunque sentiremo parlare di Regione Capitanata e alla fine, ma proprio in fondo, di Regione del Capo di Leuca, perché noi abitanti di questo lembo di terra, prima o poi, ci accorgeremmo che la nuova regione Salento sarebbe Leccecentrica. Forse potremmo fare la regione di Terra d’Otranto e forse anche quella del Ciolo e forza, chi più ne ha, più ne metta.

Ritengo che le Province, considerate, da tutte le forze politiche, inutili e costose, possano invece rimanere e rafforzare il senso di appartenenza con il presupposto di eliminare le ulteriori sovrastrutture istituzionali nate come moltiplicatori di poltrone e rimborsi spese. Dovremmo lottare per abolire ATO (e relativo disastro della raccolta rifiuti), Unioni dei Comuni, Ambito Territoriale, Area Vasta e cos’ via. Dovremmo avere un ente provinciale molto ben organizzato e un’amministrazione comunale efficiente e invece stiamo qui a ragionare se creare un altro ente sovrastrutturale. Dovremmo preoccuparci di come affrontare le sfide delle nuove tecnologie e delle nuove fonti energetiche e invece siamo a discernere sui padroncini delle tv locali che vogliono vincere la sfida dell’audience. Dobbiamo diffidare di quei politici che giocano a dividere più che unire, a creare uno spazio di reciproche rivendicazioni. Il sogno dell’Europa unita, portatrice di pace, tolleranza e libertà sta naufragando sotto i colpi degli individualismi di casta e dei regionalismi esasperati. Dobbiamo scegliere se avere un ideale alto di cooperazione fra popoli o se vogliamo vincere un ricco premio in gettoni d’oro nell’ultimo quiz dell’ultima televisione.

39° Parallelo - Ottobre 2010

Alfredo De Giuseppe

 

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