2010-05 "Maggioranza e opposizione senza linfa" - Il Gallo

Due anni di amministrazione Musarò. Come vola il tempo! Io non mi sono neanche accorto che siano passati già due anni! E forse neanche la Città di Tricase. Sembra ieri quando il Popolo festeggiava la Vittoria, il ritorno alla Buona Amministrazione, la Gestione delle Cose Pratiche contro l’indeterminatezza della vecchia politica. Erano giorni di esaltazione e di speranza. Ma durarono davvero poco. Segnalammo subito che una città prostrata da un lungo commissariamento e precedentemente da mesi di scontro fra le varie forze politiche di sinistra, non poteva, non doveva attendere altri due mesi per avere una giunta. Era un segnale forte: nonostante il Sindaco avesse ottenuto un indiscusso successo personale e una maggioranza vicina al 70%, nominò gli Assessori ben 60 giorni dopo le elezioni, perdendo in pratica una serie di interventi e la programmazione estiva. Eppure era una Giunta facile: furono nominati i più votati per lista, al di là di competenze e capacità. Facemmo affiggere in quei giorni un pubblico manifesto, allarmati dai ritardi e dall’indecisionismo, era un modo per avvertire i cittadini, per riaffermare un principio base: promettere in campagna elettorale è molto facile, essere da subito efficienti è molto complesso. Specie se, invece della voglia di progettare e costruire, si inizia da subito a dover privilegiare le varie anime politiche che ti hanno eletto. Questo è un dato che emerge in tutti questi mesi: prima mettere d’accordo tutti gli eletti e molti dei non eletti e poi prendere una decisione. Dopo pochi mesi tutte le contraddizioni interne alla stessa maggioranza sono esplose in modo evidente e a volte clamoroso. Una girandola di ipotesi su come risolvere le varie crisi. Poi nel settembre 2009, dopo un’altra estate trascorsa a litigare, il Sindaco azzera la Giunta, nomina dei nuovi assessori, però non la presenta al Consiglio Comunale e subito dopo la disconosce, dicendo di essersi sbagliato (dopo lunghe trattative nello studio privato del ministro Fitto). Riconferma in blocco i vecchi assessori, cambiando e togliendo un po’ di deleghe. Pochi mesi di pausa, siamo ad oggi, di nuovo crisi interna alla maggioranza: documenti di sostanziale sfiducia all’operato della Giunta, accuse dirette di incapacità organizzativa al Sindaco, richieste precise su funzionari, idee e progetti. Insomma un bailamme dal quale non si esce: una confusione sulla testa dei cittadini, con un’Amministrazione che rischia di non vedersi approvato il Bilancio e conseguente nuovo commissariamento.

E l’opposizione? Ci sono delle difficoltà, è evidente, anche nella minoranza: scarso coordinamento, poca visibilità esterna delle battaglie fatte in commissione e in consiglio, i partiti lontani dalla progettualità (e pieni di conflitti personalistici). Però in Consiglio Comunale, così come in Parlamento, la minoranza ha forza se dall’esterno giungono segnali forti. Sarebbe importante che studenti, lavoratori, i cittadini disagiati e tutti coloro che amano migliorare la propria Città, facessero sentire la loro voce. A costo di perdere qualche ora della propria giornata o qualche piccola favorevole ma contingente condizione. E invece a Tricase, come in tutta Italia, la gente vive come anestetizzata, sorda ai problemi, pigra di fronte alle novità, si informa poco, si arrabbia pochissimo, lotta zero. Per fare cose grandi, il nostro popolo deve diventare grande, deve partecipare, deve almeno tentare di sapere. Invece sa quel che altri decidono debba sapere. I gruppi consiliari di minoranza si trovano spesso di fronte a provvedimenti discutibili, nocivi per le prospettive di questa città, li segnalano, li scrivono sui muri e sui giornali, li contrastano nelle sedi istituzionali. Ma non ricevono mai nuova linfa dagli stessi elettori, vivono il loro ruolo nell’indifferenza generale. In questi condizioni è molto difficile fare opposizione, preparare un altro futuro. La vita democratica si costruisce insieme, uscendo dal proprio particolare e cercando delle basi comuni sulle quali costruire una comunità che abbia un’unica direzione di sostenibilità. Cercare ancora una volta un uomo catalizzatore di voti con intorno decine di visioni diverse non porta da nessuna parte, non ci aggiunge niente, ci fa sprecare solo del tempo.

Il Gallo -  Maggio 2010

Alfredo De Giuseppe

 

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