2012-05 "Risposta a Manuela Baglivo" - Il Volantino

Sapevo che mettere in fila uno dietro l’altro, senza enfasi e retorica, i successi elettorali di  Pasquale De Marco avrebbe suscitato reazioni contrastanti. Volevo che il messaggio trasmesso fosse sufficientemente tragico, anche se velato da leggera ironia, da indurre all’analisi corretta della realtà così com’è. Mi sembrava inutile scrivere didascaliche parole di dissenso, riprovazione e umiliazione, quando l’ambiente nel suo complesso è degradato. Questo è un Comune dove, pur in presenza di un ceto intellettuale e colto, si continua ed essere scelti e poi eletti per numero di familiari, per vecchi favori e per lunghe prove di “tecnica elettorale”, quasi mai per le opinioni espresse, per i programmi ben esposti, per idee innovative o per meriti acclarati. Lo sanno bene i sindaci che vincono quando riescono a presentarsi con il più alto numero di liste collegate. Tragico nella sua semplicità matematica. L’articolo voleva indignare e far riflettere, senza colpevolizzare il singolo candidato, pura espressione della volontà popolare, epigono di una logica molto più trasversale di quel che si voglia ammettere. Manuela Baglivo ha ragione e io la penso come lei, ma è ora di andare oltre la pura declamazione di principi. Scavalcare il senso comune, le follie collettive che attanagliano il Sud, nella prassi e nei dettagli quotidiani, è molto doloroso, molto complesso, molto avvincente.  Io però al contrario dei molti, non mi sono arreso all’ineluttabilità del peggio.

Il Volantino – Maggio 2012

Alfredo De Giuseppe

 

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