Libere fenomenologie del 2022-09-24 - …della libera Repubblica di Tutino…

    

Dopo aver sentito di tutto e di più, dopo aver ascoltato le cose più scontate raccontate come nuove, dopo aver vissuto questi ultimi due mesi in attesa di uno scatto significativo di un qualcuno che possa meritarsi il titolo di onorevole, ho deciso di proporre la mia ricetta, ma proprio quella minimale, quella che sogna ogni politico di oggi. Sono giunto alla conclusione che l’autodeterminazione non è solo uno slogan ma un progetto che va perseguito giorno per giorno, paesino per paesino, rione dopo rione.

Io ad esempio, insieme ad alcuni amici, ho pensato all’autodeterminazione di Tutino. Anzi ho pensato proprio ad una Tutinoexit. Le proposte sono molto concrete e serie: innanzitutto il ponte della ferrovia che delimita Tutino da Tricase dovrà essere chiuso con un portone in legno pesante e ignifugo. Due guardie di qua e due di là controlleranno ingressi e uscite dall’antico borgo, divenuto prima frazione e poi ingiustamente rione di Tricase. Allo stesso modo sarà delimitato l’ingresso per chi viene da Lucugnano. Per entrare a Tutino non basterà il passaporto: bisognerà dimostrare la residenza, da via Sferracavalli, fino a via San Gaetano.

Naturalmente non pagheremo le tasse al Comune di Tricase ma le elimineremo del tutto, perché saremo talmente autosufficienti che non avremo bisogno dei servizi statali, regionali e comunali. Il popolo, tutto insieme, governerà, con elezioni semplificate, senza bisogno di urne e seggi, ma con delle semplici ovazioni di approvazione. Il mago-governatore avrà molti poteri, quasi tutti declamati ogni mattina a radio Tutino, conditi da una barzelletta demenziale. Magari ogni mese si potrà cambiare governo in funzione di sondaggi inventati con i tarocchi e promesse mirabolanti, trasmesse su facebook o tik-tok. Nel frattempo confischeremo il castello di Tutino, ma solo il primo piano, dove faremo la casa comune, dove si deciderà ogni cosa, senza scontentare mai nessuno. Al piano terra lasceremo ristorante, discoteca e lounge-bar che ci sono già e possono sempre far comodo. Nel palazzo del popolo riceveremo gli ambasciatori degli altri rioni che per entrare dovranno firmare una serie di garanzie e adeguarsi immediatamente ai nostri standard culturali (alquanto elevati, com’è noto). Escluso ricchi e potenti, ambasciatori e corruttori, nessun altro potrà entrare nel nostro paradiso, dove tutto si può e niente si deve.

Avremo l’acqua dagli antichi pozzi di Tutino e finalmente solo le verdure coltivate nei nostri rossastri terreni. Sono convinto che scavando in profondità, verso Camputumasi, troveremo il gas, lo porteremo fino in centro con dei tubi leggeri e potremo cucinare e riscaldarci. Ogni casa avrà il suo pannello solare e potremo farci anche una doccia, ma non sempre, solo quando c’è bel tempo. Inoltre le auto saranno solo elettriche e la ricarica sarà gratis per tutti.  E si potrà parcheggiare un’auto sopra un’altra con un sistema ultramoderno di sollevamento fino a cinque piani: una specie di giostra panoramica trasformata in comodo parcheggio gratuito. Le pale eoliche no, sono antiestetiche. 

La scuola sarà abolita con un semplice decreto  della Repubblica di Tutino che opterà per un continuo scambio di messaggi whatsapp che alla fine della giornata dovranno dare la sommatoria delle informazioni scolastiche paragonabili a quelle di un’intera settimana delle scuole odierne. Lavorare sarà un’opzione, proprio per chi ama stancarsi, perché la Zecca di Stato, posizionata sotto il vecchio trappeto di via Giaccari, stamperà a ciclo continuo la nuova moneta chiamata Tutingo (l’Euro non sarà accettato) e consegnerà direttamente al popolo tutti i soldi di cui avrà bisogno, al fine ultimo di non essere mai più dipendenti dai burocrati di Bruxelles. Le verdure si raccoglieranno da sole, perché oggi con le stampanti 3D si può fare di tutto, mentre la dittatura sanitaria sarà cancellata per legge, così come gli idraulici e gli elettricisti.

L’industria di Tutino sarà ridotta al minimo indispensabile, così non dipenderemo né dai cinesi né dagli amerikani e neanche dai trikasini: l’autarchia funziona sempre.

La famiglia dovrà essere necessariamente composta da un padre, una madre, almeno un figlio e forse dallo Spirito Santo, se il prete sarà d’accordo. Tutti rigidamente di Tutino, forse saranno ammesse alcune donne di Tricase, se ce ne sarà bisogno. Tutte le altre forme di amore saranno bandite e finalmente tra cent’anni avremo una razza pura, una forma di perfezione genetica che stiamo inseguendo da millenni e ancora mai realizzata. Ora questo programma serio, realistico e vincente riuscirà nell’intento, tra l’applauso di tutte le religioni. Perché a Tutino ognuno potrà essere libero di credere in ciò che vuole purché le regole etiche siano quelle approvate dal nostro governo.

Si sta discutendo in questo momento se a Tutino le prigioni avranno ragion d’essere, considerato che chi sbaglia sarà espulso con effetto immediato, in alcuni casi allontanato verso Tricase (e forse Montesano), in altri casi buttato nel porticciolo di Marina Serra.

Qui, a Tutino, le cose funzionano bene, tanto che nessuno sa più cosa è realtà e cosa è finzione: la democrazia è un brutto ricordo.

(Sono stato indeciso se in questa fenomenologia pre-elettorale sostituire il rione Tutino con la nazione Italia, ma poi ho pensato che non è possibile che l’Italia sia ridotta così male e che solo a Tutino ci può essere un manipolo di pazzi che crede di possedere la verità e il segreto del buon governo.  Intanto al popolo dategli delle buone brioches.)

il Volantino, 24 settembre 2022

Alfredo De Giuseppe

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