142 - Da Colavero a Becciu - 2020-10-17

Il mio amico Ercolino Morciano, con il quale condivido molte cose dell’odierna tricasinità, non perde occasione per immaginarmi (perché mi vuole bene) alle spalle della Trinità, con un’aureola in testa, vicino a santi meravigliosi e angeli biondi. Inserito dentro un quadro di Leonardo o forse di Raffaello, in ogni caso pareggiato con la vita e purificato con la divinità. Io ci provo, tento di farglielo capire al mio amico Ercolino, provo a fare il buono e misericordioso, ma poi, proprio in quel momento, succede qualcosa che me lo impedisce. E quel qualcosa non è casuale ma è proprio insito nel potere temporale della Chiesa, nell’espletamento delle funzioni terrene dettate a suo tempo da un Ente esterno e omnicomprensivo.

Facevo queste riflessioni qualche sera fa, nel Santuario Madonna della Grotta di Carpignano Salentino, durante la presentazione del libro scritto da Alessandro Distante, nella qualità di Presidente della Fondazione don Giuseppe Colavero. Questo sacerdote, dotto insegnante di filosofia e attento osservatore della globalizzazione, ha trascorso gran parte della sua funzione sacerdotale in aiuto ai profughi, agli immigrati clandestini, ai poveri della sua stessa terra. Nel 2016, appena prima della sua scomparsa, scriveva nel testamento di voler devolvere tutti suoi beni ai poveri attraverso la costituzione di una Fondazione, alla cui responsabilità, quale esecutore testamentario, veniva chiamato il nostro Alessandro. Fra le altre cose don Colavero ha lasciato una specie di centro di accoglienza, che si trova sulla Statale 16 nei pressi dello svincolo per Cursi. Il nome Agimi significa in albanese Alba e fu costruito in fretta e furia durante i tempestosi anni ’90 che vedevano il Canale d’Otranto teatro di continui viaggi della disperazione. Il libro di Distante, edito da Pensa Editore, dal titolo “Oltre i margini” racconta alcune storie di persone povere e sole, ospitate presso il centro in questi ultimi due anni. L’autore compie un’operazione giornalisticamente perfetta: non concede nulla alla pietas e alla retorica, racconta i crudi fatti, le difficoltà di queste persone, ma anche le sue stesse difficoltà nel rapportarsi con loro. Rimane quasi sorpreso della loro “stranezza”, ma poi in fondo intuisce il vero senso della parola accoglienza. Anche io, pur non essendo ancora Beato (Ercolino lo è!), ricordo quel passo del Vangelo: “Perché, io ho avuto fame e voi mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato nella vostra casa; ero nudo e mi avete dato i vestiti; ero malato e siete venuti a curarmi; ero in prigione e siete venuti a trovarmi”. Me le sono ricordate quelle parole, me le hanno ricordate i relatori che presentavano il libro di Distante, che in realtà parlavano della vita e delle opere del loro concittadino don Giuseppe.

Quella stessa sera son tornato a casa e ho letto velocemente il libro, ho messo la data e una sigla, l’ho depositato su uno scaffale. Ho aperto poi il giornale e ho letto con attenzione del nuovo scandalo della curia vaticana. Il cardinale Becciu, originario di Sassari, riveste dal 2011  la carica di Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato. È stato coinvolto in una serie impressionante di operazioni molto discutibili, dall’acquisto a prezzo gonfiato di un immobile di lusso al centro di Londra, a bonifici molto generosi verso i fratelli, o a cooperative vicine alla sua famiglia, oltre a mezzo milione di euro ad una sua amica molto chiacchierata. Papa Francesco ha preteso le sue immediate dimissioni, togliendogli al contempo tutte le prerogative cardinalizie, i suoi privilegi e quindi anche il voto al prossimo Conclave. L’indagine va avanti e sicuramente ne sentiremo ancora delle belle.

Ma quello di Becciu non è che l’ultimo degli scandali finanziari e sessuali che hanno colpito la Chiesa in questi ultimi decenni. In questi anni, fra l’altro, sono emersi dalla Storia tanti episodi davvero raccapriccianti sulla gestione terrena della volontà di Cristo.  Del resto come tutte le cose di queste terra che riguardano il potere sono imperniate su due ossessioni: i soldi e il sesso. Sui soldi la Chiesa ha già subito nel 1500 la scissione dei Protestanti Luterani ma ha continuato a gestire il denaro non in funzione del proprio mandato ma come un Istituto Bancario di pessimo livello, dove negli anni hanno trovato rifugio malavitosi, grandi possidenti e grandi evasori. L’ossessione del sesso da parte dei prelati della Chiesa, da un lato ha sempre prodotto condanne pubbliche di una qualsiasi libertà (ne sanno qualcosa le nostre mamme e nonne), mentre nel privato, dentro quel nucleo primitivo di ogni essere umano, si bruciavano le più cocenti passioni, verso donne, ragazzi e uomini. Come del resto Natura vuole. Un’istituzione, la Chiesa, molto terrena, molto simile a ogni consesso umano, ad ogni filosofia che vuole diventare verità assoluta, ad ogni monarchia che non ama la discussione.

E come tutte le cose umane, senza purtroppo alcuna supervisione esterna e divinatoria, ha le cose belle e le cose brutte, la vita e la morte, la pace e la guerra, l’oratorio e la prigione, la scuola e la repressione. Ha al suo interno uomini splendidi come don Colavero e uomini avidi come il card. Becciu, difensori dei più deboli e ipocriti pedofili, portatori di armonia e guerrafondai. Una Chiesa-Stato che ha avuto un papa Clemente VIII che metteva al rogo Giordano Bruno e un papa Francesco che ama più gli atei di alcuni cardinali. Dentro c’è di tutto: gente che sa donare i beni materiali ai più poveri e gente che abita su un attico di 700 mq con vista su Trinità dei Monti, ci sono sacerdoti che si oppongono alle mafie e chi si genuflette per paura. (Per inciso ricordo che tutti i sacerdoti del leccese, tranne una decina di “indifferenti”, aderirono “con entusiasmo al fascismo” – vedi corposa documentazione nel libro “Bona Mixta Malis” di Salvatore Coppola). 

Mi dispiace per Ercolino e i tanti fedeli in buona fede. Anche il mondo cattolico è un mondo complesso in evoluzione, fa parte insieme all’umanità di quel pensiero progressivo (e relativista) che porterà quest’essere a diventare responsabile senza paure, a diventare razionale nel rispetto del prossimo. Una lenta evoluzione, in cui anche le Religioni sono altro.

La mia colonna - il Volantino, 17 ottobre 2020

Alfredo De Giuseppe

 

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