119 - Effetti collaterali - 2020-05-02

Di Covid-19 si muore, purtroppo. Si sopravvive, anche, ma con notevoli effetti collaterali. Il primo è il sovraccarico di TV e questo induce affaticamento, sonnolenza, ripugnanza verso conferenze stampa, notizie e smentite. Il virus ha portato con sé l’esaltazione di virologi, epidemiologi e direttori sanitari, in genere vanitosi, pieni di sé, finalmente protagonisti nelle trasmissioni della fascia serale, dei telegiornali tutti. E come un qualsiasi bugiardino dentro un farmaco di successo, dicono tutto e il contrario di tutto, spesso in contrasto dialettico e personalistico tra di loro. Fino a confondere perfino quel genio di Trump che in una memorabile conferenza stampa ha detto che forse il virus si potrebbe curare con il disinfettante iniettato in vena, con l’aggiunta dei raggi ultravioletti, quelli buoni per la sua abbronzatura.

Questo periodo di quarantena ha evidenziato le difficoltà dei politici locali, dai sindaci delle città ai presidenti di Regione. Ognuno di loro ha cercato di diventare protagonista, facendo salti in avanti o dicendo cose completamente errate. In ogni caso questa crisi denota la difficoltà di gestire una vera emergenza con politici eletti su basi populiste, che tentano disperatamente di mantenere fermo il loro elettorato. Alla fine il ministro della salute, Speranza e il Presidente del Consiglio, Conte sono sembrati dei giganti .

Effetti collaterali di ogni tipo: gli amanti hanno avuto problemi con le autocertificazioni; i delinquenti non riuscivano a delinquere senza essere disturbati e i professori hanno dovuto imparare a usare il computer. Ma soprattutto, lo Stato, gli Stati tutti, hanno fatto le prove generali di un’eventuale chiusura collettiva, generalizzata, senza tempo e senza  scampo. Si può fare. La sicurezza, quella famosa parolina tanto cara ai cittadini comuni, ha la supremazia su tutti i diritti civili, la libertà di spostarsi, addirittura di coltivare la propria terra. La prova generale è andata bene, si possono rinchiudere in casa miliardi di persone, basandosi sulla paura, sull’idea che il nostro vicino è un ipotetico untore. Lo confesso, non ci avevo pensato prima di vedere il deserto della città cinese di Wuhan, le  strade di Milano e Times Square a New York. D’ora innanzi non ci sarà bisogno di coprifuoco con carri armati e fucili: basterà apparire in tv e lanciare l’allarme di un qualsiasi pericolo pandemico.

Molte attività commerciali e di ristorazione non apriranno più. La crisi già incipiente è stata conclamata con il virus. L’annuncio dell’erogazione immediata di 25.000 € alle piccole e medie imprese rischia di essere una fake, una bugia raccontata a fin di bene, per non farci sentire depressi oltre un certo limite. Le banche non hanno nessun interesse a fare un’operazione del genere, sono lì in attesa di capire come possono sottrarsi (perché in definitiva non si fidano di poter escutere in futuro la garanzia dello Stato Italiano)

Un altro effetto collaterale è la fine degli eventi culturali e musicali. Erano in tanti che non vedevano l’ora di liberarsi di questi impicci: basta concerti, teatri e mostre, godetevi musica, film e arte attraverso il web, comodamente seduti sul vostro divano. È un fastidio in meno per molti politici di tutti i livelli, che con la parola cultura hanno sempre avuto delle difficoltà relazionali.

Naturalmente ci sono anche effetti collaterali positivi. I giocatori incalliti delle macchinette mangiasoldi non hanno potuto giocare; alcuni genitori hanno finalmente trascorso qualche ora con i loro figli; qualcuno ha riscoperto un libro che teneva sul comodino da un decennio; alcuni studenti hanno apprezzato la scuola di massa; si sono evitati gli appuntamenti inutili, quelli fatti solo per convenzione, senza il minimo trasporto; sono spariti i no-vax che pure avevano infettato la politica per almeno un quinquennio; e sono un po’ defilati anche quelli che per brevi settimane hanno continuato a dire “andrà tutto bene” per il semplice motivo che nella storia dell’umanità non è mai andato tutto bene. Ci si è evoluti nelle difficoltà, superando malattie, guerre e povertà. Infine un effetto veramente positivo: tanta gente si è accorta che la natura, mitigando l’eccessiva invadenza umana, vive meglio. Delfini dentro i nostri porti, fenicotteri nei fiumi delle città, acque trasparenti perfino a Venezia, aria più pulita ovunque. Una riflessione collettiva su questo non guasterebbe.

La mia colonna - il Volantino, 2 maggio 2020

Alfredo De Giuseppe

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