113 - Ritorno a fantacronaca 1984 - 2020-03-21

Era il 1984, un’altra epoca e altri strumenti a disposizione. Sul mensile “Nuove Opinioni”, nel numero di ottobre, pubblicavo un ghirigoro dal titolo "Fantacronaca 1984". Avevo 26 anni, già padre, un negozio di dischi, vivevamo con De Gregori, Conte e Lucio Dalla. C’era la DC con i suoi uomini antichi (ma che accettavano un minimo di ironia), i computer non esistevano, l’Albania era un mistero e io mi sollazzavo con l’immaginazione (anche in assenza di social e condivisioni). Francamente avevo rimosso questo pezzo, ma un’attenta lettrice me lo ha fatto tornare alla mente citando la mia frase  sugli “ultrasessantenni che muoiono per il raffreddore (mentre il cancro si cura in 10 minuti)”. Lo ripropongo oggi in piena emergenza, perché ridere di noi stessi serve anche durante una terribile epidemia. Oggi, alcuni dei personaggi citati, non ci sono più e un po’ mi assale la terribile consapevolezza del tempo che scorre, dell’inesorabile clessidra, dove ogni granello è diverso, in ogni tempo mutante.

Fantacronaca 1984 – Nuove Opinioni n. 75 del 14 ottobre 1984

In queste piovose giornate di settembre penso alle trasformazioni che subirà la nostra cittadina, a quelle che ha già subito e accettato. Innanzitutto l’ultima novità: l’inaugurazione del grande parcheggio sottomarino a Tricase Porto. C’è da chiedersi perché si sia aspettato tanto tempo. Adesso è davvero bello andare a mare, lasciare l’auto proprio sotto il punto in cui solitamente si fa il bagno e ritrovarla dopo due ore, al fresco.

Dobbiamo riconoscere che l’amministrazione Serrano, (ricordiamo che è sindaco da oltre trent’anni) è finalmente riuscita a progettare e completare un’opera utile a tutti, tricasini e turisti.

A proposito di turisti, ho notato con piacere che quest’anno sono ritornati giapponesi e statunitensi, portandoci tanta valuta pregiata.

I nostri venti alberghi erano tutti esauriti, prenotare con il nostro home-computer una pizza da Gino era impresa disperata.

Da quando Tricase è diventata lo sbarco preferito dei turisti, il più attrezzato porto di grandi aliscafi e passaggio obbligato delle merci che vanno in Albania (sempre più loquaci questi albanesi) la nostra economia non desta più preoccupazioni. C’è invece da trepidare per la situazione politica verificatesi alla Provincia.

Riuscirà De Benedetto a farsi rieleggere? Certo la provincia di Tricase non è grande cosa, non ha numericamente, un grande elettorato, ma può essere pur sempre un buon trampolino di lancio per cariche più ambite a livello europeo. De Benedetto ci conta ma i socialisti non vogliano appoggiarlo: lo considerano un cavallo perdente (arriva sempre secondo, dal lontano 1978). Staremo a vedere.

Dà un po' di fastidio parlare ancora di queste cose, quando, intorno a noi, la scienza continua a cambiare la vita quotidiana, ma non possiamo esimerci dal dire la nostra visto che il quotidiano locale, Nuove Opinioni, continua a fare titoloni da prima pagina.

Di questa estate c’è invece da ricordare altri piccoli particolari: anche noi, finalmente, abbiamo la macchinetta che ci dà il passaporto in un’ora e la patente in mezz’ora.

Peccato che in municipio non sanno usare ancora i nuovi computers. Per i certificati di nascita c’è da aspettare sempre la firma dell’assessore Zocco.

Si è saputo, inoltre, che è imminente l’inizio dei lavori del grattacielo “Lavari”, il palazzo a trenta piani che sostituirà tutte le case del vecchio quartiere. Si spera così di eliminare il problema dell’acqua piovana e soprattutto quando sarà finito sarà possibile avere tutt’intorno un grande parco, con campi da gioco, alberi e prati. Le famiglie non dovrebbero avere difficoltà: nel grattacielo ci saranno tutti i generi di prima, seconda e terza necessità; otto ascensori a propulsione nucleare impiegheranno cinque secondi per arrivare al primo piano e gli stessi per arrivare al trentesimo.

Ah il progresso! Da quando l’ospedale di Tricase ha l’anticancro (basta una seduta di dieci minuti entro una strana macchina rossa per guarire completamente) sembra essere diventato più efficiente. Entri e trovi facce sorridenti che ti indicano la strada, monache che scherzano e pregano in silenzio (il papa Tonino Bello le ha richiamate alla discrezione), i medici che visitano davvero i malati, che poi sono ormai pochissimi. Rimane soltanto la piaga del raffreddore degli ultrasessantenni: sta diventando praticamente una malattia inguaribile. Una leggera febbre, un colpo di tosse e dopo due giorni è finita.

Ah dimenticavo! Tre mesi fa è stata inaugurata, presenti i soliti onorevoli, sindaci e assessori, “La Littorina”, il nuovo treno senza ruote, che collega Tricase a Lecce e viceversa in nove minuti e trenta secondi. Una grande cosa davvero. E mi dicono che è pure comodo e puntuale.

E mi fermo qui, e non sapendo cos’altro aggiungere mi viene in mente un dubbio: che cosa avrei scritto nel settembre del 1984 se il “direttore” Cerfeda mi avesse chiesto un breve commento di fine stagione? Forse avrei usato un po' di più l’immaginazione, la cosa manichea (e meno peccaminosa) che conosca.

La mia colonna - il Volantino, 21 marzo 2020

Alfredo De Giuseppe

 

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