019 - Cambiare casacca, iniziando da Fitto - 2017-10-14

Tutto iniziò quando Raffaele Fitto chiese a Berlusconi in maniera seria di fare le primarie per scegliere il leader del centro-destra. Il buon Raffaele, dopo anni di vita vissuta sotto l’ombrello berlusconiano, non aveva ancora capito che in quell’area non c’era spazio per nessuno che non fosse sempre e comunque lo stesso Berlusca. Lui ringiovanisce, si rinvigorisce, si risposa, e si ricandida essendo ridiventato vergine.  A quel punto Fitto, fonda il suo Movimentino, lo seguono un po’ di amici e poi silenzio, in attesa di giorni migliori. Che però non arrivano ed ecco pronta una nuova diaspora. Rocco Palese, l’eterno e stakanovista deputato di Acquarica, torna con Forza Italia, altri vanno verso i partitini del centro e altri scelgono di stare con Salvini. Fra questi in modo clamoroso Andrea Caroppo, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, che a fine settembre annuncia il suo passaggio nelle fila del Carroccio. Così Fitto è ormai orfano di Berlusconi, Palese resta orfano di Fitto e Caroppo diventa orfano di Berlusconi e Fitto. In questo grande orfanotrofio trovare mamma deve essere davvero complicato. Anche in funzione di una certificata dissoluzione di quella che una volta era l’UDC, per anni una specie di rifugio per i transfughi della politica della poltrona.

Ora tutto questo è interessante anche per Tricase. Infatti l’Assessore Mario Turco e il consigliere comunale Giuseppe Peluso seguono Andrea Caroppo, salendo quindi sul carro del Salvini anti immigrati e del Salvini ambasciatore dei sani valori del Nord. Il buon Matteo, in politica dal 1993, un tempo considerato un estremista della Lega anche dai leghisti stessi, divenuto segretario per le contemporanee debolezze di Bossi e Maroni. Nel 2009 intonava un coro contro i Napoletani rimasto famoso e che iniziava così: “Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani... Son colerosi e terremotati...Con il sapone non si sono mai lavati...". Ancora nel 2010 voleva creare vagoni della metropolitana separati per gli extracomunitari, e poi è un campione dell’Italia unita e infatti in più di un’occasione, appena 5 anni fa, dichiarava: “Il tricolore non mi rappresenta, non la sento come la mia bandiera, a casa mia ho solo la bandiera della Lombardia e quella di Milano” e “Il tricolore è solo la Nazionale di calcio, per cui non tifo”. Insomma un razzista appena nascosto per opportunismo pre-elettorale, un populista pronto a speculare su ogni tragedia umana, un politico che ha vissuto tutti gli anni della Lega al governo, che intravede una vittoria nella nuova ignoranza dilagante, quell’ignoranza che ci porta solo paura e povertà. A quest’uomo sono dunque affidate le speranze di due amministratori di Tricase. Ci piacerebbe conoscere le motivazioni profonde di questa scelta, quale filosofia la sorregge, quale progetto politico/economico si intravede per il Sud e per la nostra cittadina.

Del resto avere chiarimenti sui repentini cambi di squadra non è facile, in questo momento storico. Così come non è ipotizzabile un intervento in proposito del Sindaco Chiuri, che è ben conscio di condurre fin dalla nascita una coalizione multicolore, la cui direzione politica non solo è complessa ma oggettivamente oscura. Il Sindaco pare più impegnato a capire se davvero la sua Amministrazione riuscirà nel breve a produrre qualcosa di positivo, piuttosto che chiedere su quale campo politico giochino i suoi eletti. Questo è il gioco del momento: fare i pragmatici di facciata sulle cose da fare e spaziare come meteore nell’universo per trovare il pianeta intorno cui girare, al semplice fine di una comoda posizione.

La mia colonna -il Volantino, 14 ottobre 2017

Alfredo De Giuseppe

 

 

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