2023-08 "LA 275 e TIGGIANO" - 39° Parallelo

Cronistoria di trent’anni di decisioni cangianti, di una strada simbolo di un’Italia complicata.

 

La vicenda della Strada Statale 275 è sempre attuale. Stavolta l’occasione la dà un manifesto apparso nei primi giorni di luglio 2023 in tutto il Sud Salento dal titolo “IL CONSIGLIO COMUNALE DI TIGGIANO ha deliberato la “Distruzione delle Matine”, a firma dell’Ass. Culturale “Centro Sociale” di Tiggiano. Proviamo allora, per una volta, a vedere quest’opera dalla prospettiva storica di un unico piccolo Comune, Tiggiano appunto. Tralasciamo qui le battaglie delle associazioni di volontariato e di difesa del territorio e le posizioni degli altri Comuni. Valutiamo soltanto le posizioni delle varie Amministrazioni succedutosi in Tiggiano in funzione dell’iter burocratico che fin qui ha accompagnato l’ipotesi di una nuova strada. 

Premettiamo che il progetto parte su impulso dell’ASI (allora SISRI) che, con la logica di unire più distretti industriali nel frattempo sorti nel Sud Salento, affidò nel 1994 l’incarico di redigere un progetto per l’ampliamento della 275 alla società PRO. SAL. dell’ing. Angelo Sticchi Damiani. Sull’affidamento e sulla redazione di tale progetto si è molto discusso, anche nelle aule dei Tribunali con sentenze spesso contraddittorie tra di loro. Certo è che quell’affidamento, perlomeno frettoloso e superficiale, senza alcuna gara di evidenza pubblica, non ha favorito una sana discussione intorno ad un’opera che non sembrava tenere in conto nessuna peculiarità del territorio. (Ciò non toglie che la parcella di circa 5 milioni di Euro è stata regolarmente incassata dalla società Pro. Sal).

Nel 1994 Tiggiano era governata da una lista civica guidata dall’Arch. Donato Martella, che nonostante venne eletto in discontinuità con il suo predecessore, il Geom. Giuseppe Nuccio che era stato sindaco per 20 anni, non riuscì a staccarsi dall’imperante logica cementizia. La sua posizione era nettamente a favore della nuova 275. Per il resto un paese come Tiggiano continuava nel suo disordinato boom edilizio, andando ad invadere anche la parte est della circonvallazione che era nata proprio per alleggerire il traffico verso Leuca. Numerose furono le lottizzazioni, alcune forzate su terreni agricoli, messe in cantiere dal 1990 al 1995. Sullo specifico progetto della nuova 275, non c’è traccia di deliberazioni consiliari.

Del progetto si discute nelle Associazioni pro e contro, ma in concreto non si muove nulla fino al 2001 quando viene inserito nella Legge Obiettivo, considerando l’opera strategica e di interesse nazionale. Quindi la Regione Puglia si impegna a contribuire all’opera, sottoscrive un accordo con ASI che si affida ancora una volta alla Pro.Sal., la quale, a sua volta, con qualche modifica, ripropone lo stesso tracciato.

Nel 2001 Presidente della Regione Puglia è Raffaele Fitto, mentre a Tiggiano è Sindaco il dott. Ernesto Bellante, eletto nelle fila del centro destra. Bellante, in carica dal 1995 al 2004, così come i suoi successori, non ha sentito in circa 10 anni l’esigenza di aprire un pubblico dibattito nella comunità, ma ha preferito allinearsi alle decisioni dettate dai suoi referenti politici regionali che hanno sempre spinto per l’ampliamento e la costruzione di una 4 corsie fino a Leuca. Nel frattempo monta la protesta di chi ritiene inutile o addirittura disastroso per i piccoli Comuni un nuovo tracciato che porti turisti e residenti direttamente a Leuca. Anche Tiggiano conta alcuni attivisti del movimento NO275.

 Nel 2005 Anas approva il progetto definitivo, con alcune correzioni del progetto, che viene ridimensionato soprattutto negli ultimi 7 km da San Dana a Leuca, dove viene cancellata la più grande rotatoria d’Italia che doveva collegare la 274 e la 275 (roba che gli astronauti avrebbero fotografato con una certa curiosità).

Nel 2005 regna ormai Niki Vendola in Puglia, ma a Tiggiano è ancora il centro-destra a vincere con sindaco il Geom. Donato Martella, convinto sostenitore del tracciato a ovest di Tiggiano, che lasciasse intatta la “Cosimina” e l’assetto urbanistico ormai consolidato di Tiggiano.

Nel 2007 si parla di “strada parco”, perché passa dalle precedenti 4 a 2 corsie nel tratto dopo Montesano, sempre spaccando la zona “Matine” che, oltre ad essere una zona di una certa rilevanza della biodiversità salentina e di alcuni tesori archeologici, nasconde nel sottosuolo delle discariche abusive oltremodo velenose per le falde acquifere. Bisogna qui ricordare che fino al 2007 Vendola e l’assessore Minervini erano stati contrari ad una nuova strada da Montesano a Leuca.

Ancora una volta tutti i sindaci dei paesi interessati si dicono d’accordo, senza affrontare i problemi derivanti da tale progettazione. (Va segnalata la posizione isolata del Sindaco di Alessano, Luigi Nicolardi, che non è mai stato d’accordo su un tracciato che va ad impattare l’insediamento rupestre di Macurano, contrapponendo invece proposte di maggiori risorse ai Comuni per la messa in sicurezza dell’esistente).
Il sindaco di Tiggiano, il Geom. Donato Martella -omonimo del precedente Architetto - vota a favore in una riunione appositamente tenutesi a Roma nel 2007 presso il Ministero dei Trasporti, durante la quale vengono decisi importanti ristori economici per alcuni Comuni particolarmente danneggiati dal nuovo tracciato (vedi Tricase) e neanche un Euro per Tiggiano, che pure in proporzione vede nel suo piccolo territorio avvicinarsi la possibilità di una strada sopraelevata, la cui reale consistenza in sede non è inferiore a 50 mq di larghezza.

Nel 2009 il Cipe senza invitare la Regione decide che la strada va fatta a 4 corsie fino a Leuca, promotore più importante Raffaele Fitto, ministro del governo Berlusconi. Questo progetto, se possibile, è peggiore del primo, con sottopassi, gallerie, rotatorie e un mega-ponte a tre campate all’altezza di Alessano-Tiggiano. La Regione si oppone con un ricorso al TAR. La Provincia, che fino ad allora aveva sempre tentato di trovare una giusta mediazione tra le esigenze di sicurezza e la conservazione della tipicità del Sud Salento, con Antonio Gabellone, neo eletto Presidente, si schiera apertamente e supinamente con il Ministero dei Trasporti, quindi con Fitto (Ministro dei rapporti con il Parlamento). I Comuni seguono ancora una volta le indicazioni che vengono dall’alto.

Nel 2011, a sorpresa, la Regione Puglia, senza consultare nessun Ente pubblico e privato del territorio, ritira il ricorso al TAR e raggiunge con Anas, Provincia di Lecce e Ministero dei Trasporti un nuovo (e apparentemente) definitivo accordo: ancora una volta il compromesso riguarda gli ultimi 7 chilometri, da San Dana a Leuca, 2 corsie, niente viadotti e mega rotatorie.

A questo punto tutte le forze politiche, da destra a sinistra, nessuna esclusa, gridano alla vittoria, soprattutto perché non si son persi i soldi del finanziamento, come minacciato dal Cipe. A Tiggiano governa ormai da un paio d’anni l’ing. Ippazio Antonio Morciano, eletto con il PD. Anche lui, come i suoi predecessori, pur avendo in passato espresso posizioni diverse, si adegua alle regole di partito e si dichiara entusiasta della nuova soluzione. 

Però la storia non finisce qui. Alcuni proprietari si ribellano all’esproprio di terreni e immobili, si susseguono i ricorsi, ma soprattutto, nel 2014, vengono scoperte altre e più importanti discariche abusive, posizionate proprio sul nuovo tracciato previsto dal progetto della Pro.Sal, specialmente nella zona delle “Matine” nel triangolo ai confini di Tricase, Tiggiano, Alessano. Quindi viene indagato il Presidente Anas, Pietro Ciucci dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio, e successivamente altri nove per il tombamento delle discariche che contengono rifiuti tossici e producono diossina. La scoperta della dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone blocca di fatto il vecchio progetto. Si apre un nuovo scenario. Una delibera  dell’ANAC (Autorità anti corruzione) del 31 agosto 2016 mette in evidenza le gravi anomalie contenute nel progetto di ammodernamento e rivisitazione del tracciato della SS 275 secondo le modalità procedurali e tecniche previste dalla legge Obiettivo e dal progetto PROSAL. In particolare, la delibera rileva che “Sono emersi elementi di forti criticità riguardo le fasi delle procedure di programmazione, progettazione e affidamento delle opere in oggetto nonché ulteriori elementi che potrebbero esprimere profili di carattere penale e di danno erariale”; il nuovo Presidente di Anas dichiara alla stampa che inizierà "nuove procedure di gara con la suddivisione in lotti dell'opera  che consentiranno di individuare parti di intervento idonee ad essere avviate nei minori tempi tecnici possibili, rispondendo, nel contempo, alle urgenze del territorio e alla tutela dell'ambiente"; anche il Ministero delle Infrastrutture rileva “la necessità di procedere alla revisione del progetto nella sua dimensione e nella sua qualità".

Sembrerebbe una sana presa di coscienza delle complessità legate alla mega strada, sembrerebbe un chiaro ridimensionamento dell’opera, che finalmente, divisa per lotti, potrà completarsi più facilmente da Scorrano a Tricase, dove obiettivamente è più facile realizzare l’ampliamento della strada esistente e dove i costi sono più contenuti. Ma i sindaci del Basso Salento non demordono.

Il sindaco di Tiggiano, l’ing. Ippazio Antonio Morciano, insieme agli altri Sindaci interessati, nonostante le risultanze processuali e una più pragmatica visione della realtà, si lanciano in nuove fantasiose progettazioni, tra cui una che prevede una galleria proprio all’altezza di Tiggiano, per superare la linea ferrata e quindi ricollegarsi sempre al primo tracciato. In più il Sindaco, divenuto nel frattempo anche un importante dirigente del PD provinciale, si oppone con determinazione alla realizzazione di una sistemazione della cosiddetta “Cosimina” che secondo lui “finirebbe sempre per far confluire il traffico nel centro urbano di Tiggiano”. In ogni caso la sua ferma convinzione è che si debba fare una nuova strada fino a Leuca, cavalcando le posizioni dei sindaci di Corsano, Gagliano e Castrignano. Questa posizione, sicuramente poco “ambientalista”, blocca di fatto la realizzazione del Primo Lotto fino alla zona industriale di Tricase, perché sia la Regione che Anas, dopo le precedenti esperienze, vorrebbero far partire il progetto senza contenziosi preventivi.

Dopo  vari stop&go, dopo vari tentennamenti, all’improvviso nel 2021, come idea mediatrice spunta una nuova ipotesi. Non più a est di Tricase (la Cosimina), non più ad Ovest di Tricase (zona industriale), ma una terza via, posizionata tra Specchia e Lucugnano, che però in definitiva tra Alessano e Tiggiano arriva a invadere di nuovo una parte delle Matine.

Sindaco di Tiggiano dal 2019 è Giacomo Cazzato, che per anni ha fatto parte dei comitati contro la 275, oltre a quello di “Prendi Posizione” di Sergio Blasi, l’ex sindaco di Melpignano, che aveva convocato più di un’assemblea sul tema per prendere le distanze da alcune decisioni “antistoriche” e “affaristiche” del suo stesso partito. Il Consiglio Comunale di Tiggiano del 16 gennaio 2023 da’ delega al Sindaco di esprimere il parere della comunità nella conferenza di servizi che si terrà di lì a breve presso la sede dell’Anas di Lecce. Cazzato, da Sindaco di sinistra (?), dimentica ogni remora e approva senza riserve (come gli altri Sindaci) la proposta progettuale proposta da Anas. 

Oggi, agosto 2023, l’opera non è ancora partita. Anche il primo lotto, quello che da Scorrano dovrebbe fermarsi alla zona industriale di Tricase, è fermo al palo di permessi, questioni burocratiche e politiche. In effetti, al di là delle posizioni politiche di partiti, associazioni e movimenti, ci siamo sempre chiesti dell’utilità del secondo lotto, di una nuova superstrada dopo Tricase, considerato l’esiguo numero di auto in transito e il sicuro danno ambientale su un territorio fragile e in realtà molto piccolo, intersecato da paesini e frazioni, che ne formano un unicum da valorizzare e non da omogeneizzare al resto del Salento. L’inutilità è nelle cose e proposte intelligenti ce ne sarebbero, ma le Amministrazioni non riescono ad uscire dalla logica dell’asfalto, contro ogni indicazione ambientale, contro ogni logica alternativa.

Il Sud Salento, spopolato e desertificato per lunghi mesi all’anno, merita un progetto complessivo, una visione più consona ai tempi, non solo di una nuova striscia d’asfalto. Speriamo lo sappia anche la prossima Amministrazione di Tiggiano (senza finti ambientalismi).

39° Parallelo – agosto 2023                                                                      

alfredo de giuseppe

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