1982-09 "Tutta un estate: fra sport e feste, un PCI monotono, un PSI tronfio, una DC-fallimento" - Nuove Opinioni

Brevi, sconci appunti di una torrida estate. Tricase, come tutta l’Italia, ha festeggiato la vittoria al Mundial. Avevamo scommesso che mai il popolo tricasino sarebbe sceso in piazza per manifestare la propria gioia, dolore o rabbia e invece, tutti insieme cantavamo “Fratelli d’Italia”, Spadolini salvava il governo, la benzina poteva aumentare tranquillamente, noi tutti a sentirci fieri di vivere in uno stravagante, a volte bello e insostituibile, paese di camorristi, mafiosi, Gelli, Sindona, Papi e Dino Zoff.

L’Amministrazione Comunale, intanto, organizza il III Raduno bandistico, una manifestazione che ha successo ma che sembra fuori dalla portata economica della nostra cittadina. Il Comune, per tutta l’estate, avrà delle enormi difficoltà nel finanziare un solo spettacolo. Il raduno è un ottima cosa, ma forse va ristudiato per trovare forme di finanziamento e di interesse nuovi. Forse istituendo una gara con relativi premi e giurie, sarebbe più facile trovare sponsorizzazioni, sarebbe possibile far uscire questa manifestazione dal solito folklore per farla diventare un vero appuntamento culturale, anche meno costoso.

La programmazione estiva del Comune si ferma qui, se si esclude una, ormai solita, serata con gli Ultimi gruppo di folkerie e una divertente performance de “L’altra faccia”, gruppo composto da noti ragazzoni di Tricase, esperti nel miscelare Celentano, Genesi e Squallor.

Ma la vittoria al Mundial ha continuato a tenere banco: “Sotto l’orologio” ci siamo scannati per il nostro torneo di calcio e per ore abbiamo discusso se Rossi dovesse accontentarsi di cento milioni o di duecento. La voglia di sport si è manifestata anche con il windsurf, con il basket e il tennis.

Per tutta l’estate ho visto ragazzi biondi e dagli occhi azzurri (dovrebbe essere segno di nobiltà, poi penso a Carlo d’Inghilterra e mi consolo) sulle vespe, vestiti da Sergio Tacchini con relativa racchetta e bella ragazza bionda. Poche le feste propriamente cattoliche. È stato festeggiato solo S. Rocco e non ci lamentiamo poi se i vari S. Vito e S. Antonio non faranno più miracoli (oppure le feste dei Santi erano, in tempi avari, solo l’alibi per incontri d’amore, ubriacature, risate e potere?).

Festeggiato invece sarà Don Tonino Bello, caro amico che va a pascolare altre anime in altre terre. Ah le promozioni, che brutta cosa! Da soldato semplice gridi contro il potere, il mese dopo, da sergente, ti fanno credere di essere il potere e in qualche modo lo gestisci. Arriva la prima domenica di Agosto, arriva anche qualche turista, la festa dell’ADOVOS, le mosse del CINS (fantomatica organizzazione culturale DC) e finalmente le feste di partito.

Inizia con una 4 giorni il Partito Comunista. L’aria che si respira è quella di una grande voglia di fare, di uscire fuori dal ristretto numero di iscritti, ma anche di una certa ripetitività, di cose già sentite, di musica già ascoltata, di persone già viste.

Il nuovo segretario Francesco Accogli ha cercato di dare il meglio nei dibattiti, senza per altro riuscire a mascherare neanche per un attimo lo stakanovismo e la seriosità che sorregge (e limita) il partito.

Il momento più interessante è stato il dibattito sulla situazione del calzaturiero con una ragazzo licenziata perché iscritta al Sindacato e un’altra da poco iscritta che ha raccontato le misure di prevenzione adottate contro queste “cattive”.

Il signor Filograna e i suoi amici dovrebbero almeno smetterla di sentirsi benefattori. Ognuno fa la sua parte: il padrone cerca il profitto, l’operaio benessere e sicurezza, e ognuno deve avere a disposizione i mezzi necessari per continuare questo dualismo. Non dimentichiamo però che la “Filanto” è solo l’iceberg di tutta una cultura del lavoro nero. A Tricase tantissimi ragazzi, specie donne, lavorano per 500 lire l’ora e le cinquecentomila che prendono in fabbrica sembrano una grande cosa (e lo sono purtroppo).

Il PSI va alla ricerca di una nuova identità, di un immagine più vicina a quella che si è data da qualche anno a livello nazionale.

Craxi ne ha fatto un partito, forse vincente ma spocchioso, attentissimo a tutte le poltrone, sempre molto vicino all’arroganza.

Secondo me quel fatto “dell’ago della bilancia” ha provocato dei danni nella testa di qualcuno. tanto che si è convinto di essere ormai la bilancia. A testimoniare questa nuova immagine è intervenuto un certo Biagio Marzo, da Corsano, membro della direzione centrale. Così questa festa che doveva dare un certo spessore al partito, doveva favorire l’incontro con l’altro partito della sinistra, non centra alcun problema locale, ma diventa la tribuna elettorale per portaborse come il signor Marzo, che crede di apparire intelligentemente nuovo, perché parla con la stessa cadenza di Craxi e di tanto in tanto pronuncia una parola in inglese. Il tema del dibattito, alquanto interessante, “i giovani a Tricase dal 68 a oggi” viene trattato con una sufficienza e con un aria tronfia (si è arrivati a dire che il 68 è stato socialista) da lasciare tutti molto perplessi. Il giorno dopo ha cantato Drupi, richiamando molta gente, cosa che il PSI fermamente ricercava per dimostrare di essere ancora vitale, che dopo dieci anni di letargo, può contare qualcosa. Ma per favore lasciamo Craxi e compagni a Roma, lasciamo da parte correnti e clientele e andiamo dritti ai nostri problemi di provincia.

Settembre. Andiam alla DC. Da tempo si strombazzava di questa Festa Provinciale dell’Amicizia, si diceva che ci sarebbero stati interventi importanti, cantanti di grido, dibattiti “seri” e tante altre cose. È impressione generale, anche dei Dc, che mai nessuna festa è stata così fallimentare. È chiaro che il partito di stragrande maggioranza possa parare questi contraccolpi (ed anche altri più pesanti) ma era almeno lecito aspettarsi una migliore organizzazione. La scelta di Piazza Vittorio Emanuele è stata pazzesca visto che il spazio si doveva, quasi contemporaneamente, giocare, dibattere e mangiare. Così i dibattiti sono saltati, i giochi interrotti, nessun intervento di grido se si esclude sua maestà Nicola Quarta. Insomma, la festa provinciale è sembrata a tutti una festa rionale con tanto pressapochismo e presunzione. Una notazione insolita: l’ultima sera, Domenica 12 settembre, la DC veniva sonoramente fischiata da un nutrito numero di ragazzi.

Un’altra estate è passata. Senza scossone alcuno. I morti del Libano, i morti di mafia, i soldati di leva incarcerati perché non sanno sparare, i morti di prigione, di eroina e di vino sono passati sulle nostre teste, con molta discrezione, mentre noi cercavamo di scoprire chi ha incatramato il muretto del porto.

Neanche quel piccolo concerto Jazz, vicino al “Jazz Bar”, e quella commedia di Garcia Lorca (offerta dall’amministrazione provinciale) hanno modificato il tono della nostra estate. A settembre abbiamo finito di parlare di turisti, ci risentiremo a giugno dell’anno prossimo e faremo un altro parcheggio. fra dodici mesi parleremo delle stesse cose, più o meno con le stesse parole.

Spero per voi che l’anno prossimo cambi almeno il cronista.

 

“Nuove Opinioni” – Settembre 1982

Alfredo De Giuseppe

 

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