1981-09 "Appunti di un’estate" - Nuove Opinioni

Ho visto una bella Tricase, quest’estate. Più della confusionaria e inutile marina, Tricase diventa d’estate più vivibile e puoi trovare gli stimoli per scoprirci delle cose nuove o puoi divertirti a farla più bella, immaginandola senza la statua di Pisanelli su quella piazza, senza una catapecchia, con un po’ di alberi, un’isola pedonale da un’altra parte, un orchestrina vicino al bar. Poi ci sono le osterie che sono una gran bella cosa e che prima o poi verranno riscoperte.

Poi, di tanto in tanto, senza nessuna spasmodica attesa ti trovi di fronte una festa, una commedia, un concerto.

All’inizio dell’estate ci sono le BANDE e se stai attento cogli tanti piccoli atteggiamenti. I maestri che litigano come ragazzini, gli orchestrali che se ne fregano del senso culturale della manifestazione e suonano con lo stesso (poco) entusiasmo con il quale accompagnano la Madonna, l’affanno culturale dell’organizzazione che fa suonare “Il Piave mormorò” e il “Silenzio”. Come chiedere a Rubinstein di suonare, alla fine di un concerto, “Pensami” di Julio Iglesias. Ma il concerto piace e la data non è male perché non tutto deve essere concentrato in quei 15 giorni di Agosto, non tutto deve essere sacrificato al Dio-turista.

Nel frattempo il dollaro avanza e straripa e quell’uomo in canottiera di lana, capelli e sorriso alla Stanlio, che ogni sera consuma un’anguria insieme ai vicini, non sembra dargli molta importanza.

Agosto inizia con “Terra Tumara”, commedia già vista, scontata e di maniera, ma l’uso di Piazza Trieste è felice, unico scenario naturale possibile per rappresentazioni teatrali e musicali.

C’è finalmente movimento di turisti ma soprattutto dei nostri emigranti.

Al di là delle facili battutine, dovuto alla loro voglia di riscatto, alla loro bella ingenuità, gli “svizzeri” sono ancora l’unica sicura fonte di ricchezza.

L’otto Agosto la festa dell’Adovos prevede una serata con gli ULTIMI, gruppo di ricerca folk avviato ormai verso la facile canzonetta dialettale.

Lo spettacolo ha una coda malinconica, due vecchietti, appartenenti al nucleo originario deli ULTIMI, cantano a squarciagola. Il loro spirito autenticamente popolare (uno di loro ha una voce unica e inconfondibile) è stato sacrificato per un’idea più grandiosa, ma anche più comune e volgare del gruppo.

Reagan decide la costruzione della bomba N, in Italia stanno per arrivare i primi missili. Forse sarebbe ora di incominciare una concreta, globale lotta antimilitarista (diceva Einstein: “O l’umanità distruggerà gli armamenti o gli armamenti distruggeranno l’umanità”) al di là dei vuoti e ipocriti richiami alla pace del ministro Colombo e di Papa Woytila.

C’è un sole da 40 gradi all’ombra, il mare è calmo, finalmente pulito, rilassante (a parte i parcheggi).

Ma questo continui richiamo al particolare il paese, la coppia, la famiglia, il lavoro a volte ti opprime, senti che i giochi grossi si svolgono al di fuori di te, al di là del tuo impegno.

Ma è giusto coltivare la rabbia? Serve ancora?

Arriva Ferragosto. I turisti adesso ci sono davvero. E tu puoi decidere di percorrere Tricase a piedi magari nel senso inverso di quello imposto dai segnali stradali e scopri che ci sono due centri storici; uno, “u puzzu”, sporco e pagano con piccole osterie e gente vociante, l’altro, vicino alla Chiesa, più lindo e puritano, rivalutato dai nuovi riflettori rossi.

La Festa dell’Unità è una delle poche possibilità per uscire dal privato ed è un buon confronto con un partito che si sta interrogando a livello nazionale e che a Tricase si vuole dare una nuova dimensione.

Contemporaneamente c’è Franco Cerri a Corsano, una delle poche proposte musicali accettabili fra i tanti roboanti concerti di quest’estate.

Se poi trovi il tempo e il modo di vedere la Mostra Mercato di Artigianato o la mostra di Sozzo e quella Estemporanea su Tricase, ti accorgi che troppe volte tutte queste attività sono fini a se stesse, che la programmazione culturale non ha mai un respiro più ampio o scopi meno fumosi.

Il terrorismo intanto è in ferie, ma nelle carceri si continua a morire.

Oltre alle guerre delle cosche mafiose, molta, troppa gente tenta il suicidio.

E forse questo conta più delle prodezze in allenamento di Antognoni o delle papere di Zoff.

Anche a Tricase finalmente è arrivato il freso.

Per anni il mio prima tema scolastico è stato “Racconta le tue vacanze” e neanche quest’anno ho voluto perdere quest’occasione. E sin dal primo giorno di scuola, l’ottimo professor Corciulo ci spiegava che ogni composizione ha bisogno della testa, del tronco e della coda. E allora ecco la cosa: ha aleggiato uno strano senso di tristezza, poca gioia di vivere, poca voglia di ridere.

Ma queste non sono malattie di stagione.

 

“Nuove Opinioni” – Settembre 1981

Alfredo De Giuseppe

 

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