1981-07 "Il muretto ovvero il pianto" - Nuove Opinioni

Se un giorno dovessero fiorire leggende sulla Tricase di oggi un posto considerevole avrebbe certamente il muro delle lamentazioni di Tricase Porto. A Gerusalemme, il muro delle lamentazione, meglio conosciuto come il muro del pianto, è oggetto di culti e di pianti da parte degli ebrei di oggi, che vi intravedono l’antica ricchezza culturale e sociale. A Gerusalemme è stato stabilito un giorno, il venerdì, per le lamentazioni, mentre a Tricase Porto l’accesso è libero, dalle 19 alle 24 di ogni sera, da Giugno a Settembre. Nella leggenda si penserà ad un qualcosa di mistico, ad un rito strano ma spiegabile a gli storici si butteranno in studi forsennati per dare un’interpretazione sempre più esatta. Ed è solo questa piccola esigenza di storicità che mi spinge a scrivere queste righe. Il muretto è uno dei pochi punti d’incontro pacificamente accettato dai genitori, per far accoppiare i propri figli (e sappiamo quando ci tiene la buona borghesia).

È l’unico posto di Tricase (quei 20 metri per 4) che dia l’impressione di una riviera turisticamente attrezzata e, francamente, fa piacere. È la trasposizione fedele dei vari angoli del pettegolume della Tricase città. Dà il senso del vuoto culturale che ha colpito Tricase qualche millennio fa. È il posto in cui pubblico e privato si fondono mirabilmente su uno sfondi perenne di alienazione e qualunquismo. Vari studi e tesi di laurea stanno comunque tentando di dare spiegazioni più approfondite, con interviste al proprietario del bar, ai frequentatori del circolo nautico e a vari giovani, avviliti da questa cittadinanza e felicissimi ogni anno di poter espletare il loro dovere di “murettari”.

Che ognuno di noi vada a piangere la propria inutilità?

 

“Nuove Opinioni” – Luglio 1981

Alfredo De Giuseppe

 

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