2009-08 "Tutti sconfitti" - Il Volantino

Tutta la vicenda recente della giunta Musarò, dopo la sequela di battute, risolini, piagnistei e   costernazioni, merita un approfondimento più serio perché questa dà una lettura paradigmatica della politica attuale, della difficoltà di interpretarla e della lontananza dei cittadini dalle dispute che invece sarebbero molto interessanti, per loro e il loro futuro.

E alla fine la parola più facile da usare è sconfitti, tutti sconfitti.

Sconfitto in primis è sicuramente Antonio Musarò, Sindaco eletto con oltre il 70% dei suffragi, che non ha prima saputo coordinare il lavoro dei suoi assessori, poi si è lanciato in una serie di dichiarazioni avventate che hanno indispettito tutti i suoi alleati, fino a convincerlo  dopo mesi di estenuanti trattative a formalizzare una nuova giunta. Una giunta fantasma, neanche presentata in consiglio comunale, e dopo appena un mese sfiduciata senza un motivo e senza un comunicato. Lo stesso sindaco, ha contribuito nel frattempo ad incrementare il traffico sulla 275, percorrendola numerose volte fino a Maglie, dove il ministro Fitto gli ha indicato financo le deleghe assessorili.  Solo le sue dimissioni avrebbero salvato la nostra dignità!!

Sconfitti gli assessori, quelli venuti fuori dalle elezioni dell’aprile 2008, poi mandati a casa e infine richiamati. Sempre gli stessi. Alcuni di loro, durante la lunga crisi, non avevano fatto della loro permanenza in giunta una questione personale o politica ma di efficienza e buon funzionamento. Piceci in una celebre intervista era arrivato a dire che mai avrebbe accettato di lasciare la delega all’Urbanistica, perché avrebbe significato abbandonare ancora una volta il Piano Regolatore. Ebbene Rocco Piceci ha accettato il nuovo incarico alle attività (im)produttive, come altri hanno accettato di vedersi ridurre le loro deleghe, senza neanche protestare. Era così importante rimanere assessore, anche a costo di doversi rinnegare molte volte?

Sconfitti gli assessori fantasma, quelli fatti, arrostiti e consumati nell’arco di un mese. Sono stati chiamati dal sindaco per tentare una nuova chance per il nostro Comune o sono stati utilizzati, solo usati, come strumento di pressione sul partito principale, il PDL? C’era anche una donna, ora invece siamo tornati ad una giunta totalmente maschilista (ma non manca la delega alle pari opportunità).  Possibile che nessuno dei nuovi assessori (nominati come fossimo al Grande Fratello, per essere eliminati) abbia sentito l’esigenza di affermare una propria posizione, di gridare allo scandalo di un così vergognoso comportamento?

Sconfitta l’opposizione, la quale, pensando davvero che si potesse operare in modo costruttivo, ha invano atteso la soluzione dei problemi interni all’esecutivo, senza riuscire a far capire alla popolazione, già distratta di per sé, in quale catastrofe politico/amministrativa fosse caduta. Fra primarie del PD, riunione di mozioni e varie, non c’è stato il tempo di fare una manifestazione, comizi nei rioni, lettere agli elettori e quant’altro servisse a prendere le distanze da questo metodo politico, da questo suicidio collettivo; dovremmo dirci prima o poi, tutti noi, che l’informazione ai cittadini non si può fare solo durante le campagne elettorali.

Sconfitti tutti, anche quelli che si chiamano fuori per tradizione e per scelta qualunquista o di convenienza. Dove è scritto che le oltre 100 associazioni di vario tipo non debbano mai esprimere una loro visione del bene pubblico? Perché il tutto deve essere demandato al partito politico? Non ho letto una sola lettera di indignazione per quanto è avvenuto a Tricase, né da cittadini comuni, né da commentatori politici neutrali, e neanche da associazioni che vivono il territorio con amore e impegno. Questa è la famosa società civile? Il buon governo deve essere reclamato da tutti e quando vi sono così evidenti distorsioni del mandato elettorale, le rappresentanze sociali, ogni singolo componente deve farsi sentire. Continuare in questo lassismo, in questa indifferenza per le istituzioni e per il nostro territorio, porterà questa città, questa nostra amata Tricase, così come tante altre città del sud, ad una mortificazione rassegnata, ad una palude senza speranze.

Il Volantino – Agosto 2009

Alfredo De Giuseppe

 

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