2020-06-18 "Il terrore dei Sindaci" - FB

I Sindaci vivono il confronto politico come un terrore quotidiano, un assillo che corre sul filo del telefonino, sulla strada che porta ad una caserma. Appena qualcuno prova a dare notizie non autorizzate del loro Comune o peggio ancora dei loro lineari e trasparenti comportamenti si trasformano in sceriffi texani, senza paura e senza macchia. Il Covid-19 sembra aver accentuato oltremodo questa patologia, che continua a colpire super-ego vaganti nelle sale vuote dei Municipi.

Il sindaco di Nardò, Pippi Mellone col cuore a CasaPound e amico di Michele Emiliano ha querelato per procurato allarme cinque consiglieri comunali di opposizione oltre al segretario del Pd locale, Salvatore Falconieri, quest’ultimo ritenuto “colpevole” di avere organizzato una raccolta firme contro l’ipotesi di un impianto di compostaggio a Sant’Isidoro. Nell’aprile 2020 il procedimento viene archiviato: per il Pubblico Ministero e per il Giudice per le indagini preliminari la tesi di Mellone non hanno fondamento.

Il sindaco di Tricase, Carlo Chiuri, da poco dimessosi, col cuore socialista, battente bandiera berlusconiana ma vicino anche ad uomini di Emiliano, denuncia il corrispondente locale di Quotidiano Pino Greco, in un articolo inerente il Consiglio Comunale del 3 gennaio 2020, raccontando i fatti e le posizioni dei vari consiglieri, aggiungendo testualmente la seguente frase: “ …una seduta priva della diretta video (chissà perché)”. Questa frase, innocua e comunque lontana dalle speculazioni politiche e da qualsivoglia intento denigratorio, diventava agli occhi della Giunta talmente grave da giustificare il ricorso alle vie legali contro il corrispondente e contro il giornale “per tutelare, l’immagine, il buon nome del Sindaco e di tutti gli amministratori e anche dei funzionari del Comune di Tricase”.

La sindaca di Alessano, Francesca Torsello, certamente cuor di sinistra prima col PD e poi con LEU di Abaterusso, ha querelato il giornalista Francesco Greco per diffamazione, pubblicazione e diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, procurato allarme e abuso della credulità popolare. La sua colpa è quella di aver pubblicato un post su facebook, che testualmente recitava: “Coronavirus-Alessano: c’è un caso “positivo” al Comune? La persona collabora a uno degli uffici del Comune, che è stato chiuso. L’avrebbe portato un fratello arrivato da fuori regione, uno delle migliaia che a ondate, a partire dal 7 marzo, hanno lasciato il Nord dove studiavano o lavoravano, per tornare a casa. Un altro componente della famiglia sarebbe risultato “positivo”: il nonno. Quindi, nel nucleo i contagiati sarebbero tre”. Era il 7 maggio: lo stesso giorno il post veniva rimosso dai “guardiani” di Facebook: se di errore si trattava poteva finire lì. Francesca Torsello scrive un post in cui smentisce tale notizia e denuncia immediatamente Francesco Greco. Nel frattempo il nonno è effettivamente morto.

Da queste storie, specialmente dall’ultima, emerge in modo clamoroso l’assenza totale della cultura del  confronto, della critica, della tolleranza. La sindaca poteva ad esempio scrivere a Greco e chiedere conto di quelle informazioni, poteva almeno telefonare, aprire un dibattito social, poteva fare molte cose, invece ha semplicemente attraversato la strada per andare alla caserma dei Carabinieri. Con alcuni risultati discutibili: in un momento pieno di fake-news anonime viene denunciato un giornalista che dopo quarant’anni di carriera non aveva mai subito una querela; il tribunale dovrà occuparsi di un caso risibile, con la solita (probabile) archiviazione; magari andando a fondo nel merito della questione verranno fuori dei contesti davvero imbarazzanti proprio per l’Amministrazione Comunale. Non so se la notizia data da Greco sia vera o falsa, certamente so che lui ci mette la faccia, la firma e la garanzia di una serietà decennale, di una vita dedita alla scrittura.

Francesco Greco, così come altri giornalisti, non gode oggi di grandi fortune, non vive di assistenzialismi, è persona matura, vive in solitudine nella sua casa di Montesardo, non ha un’auto ma è un uomo informato, cura rubriche per siti on-line, recensisce libri e contempla le sue poche olive (salve dalla Xilella). Ha molti amici in giro per il mondo. Certamente non si farà intimidire da una querela per procurato allarme nel momento in cui tutti i telegiornali ospitavano scienziati, politici e giornalisti, tutti famosi, che procuravano solo confusione. Si è dovuto tuttavia procurare un avvocato e dovrà affrontare delle spese.

Ma c’è un altro aspetto della questione che merita attenzione: Francesco non ha ricevuto alcuna forma di solidarietà e di sostegno morale, nessuno lo ha pubblicamente difeso dall’attacco giudiziario dell’Amministrazione Comunale, neanche le minoranze, neanche il più comune degli intellettuali alessanesi. Segno evidente della sconfitta globale della politica e del pensiero liberale. Io forse non avrei scritto quel post ma certamente non sarei andato alla prima caserma a denunciare un procurato allarme dal sapore felliniano. Il senso della misura è da reinventare.

Alfredo De Giuseppe

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