2011-07 "La P4 vince sempre" - Il Gallo

Quello che sta emergendo in queste settimane dall’inchiesta denominata P4 rivela con straordinaria precisione i tempi italici che stiamo vivendo. La P2, forse mai davvero defunta, aveva un progetto, quasi un’architettura di Stato, la più recente P3 era una ristretta cricca nata intorno al mirabile mondo della Protezione Civile, mentre la P4 dimostra il degrado generalizzato delle diverse strutture istituzionali. Nate per proteggere la regolarità del nostro convivere sociale, sono ridotte a bordelli organizzati, dove tutto si compra e tutto si vende. Questi scandali, ripetuti e melmosi, sono vissuti con massima indifferenza dalla stragrande maggioranza degli italiani (e questo fa infuriare tutti gli stranieri che non capiscono i motivi di tanto disinteresse alla corruzione).

Tutto nasce dal vertice: non si può avere un Presidente del Consiglio per vent’anni in costante conflitto d’interessi su quasi tutto ciò che riguarda l’informazione e sperare che il clima non sia inquinato, che non diventi maleodorante, frutto di uno Stato quasi putrefatto. I tanti devoti berluscones, politicanti nascosti in ogni Regione, in ogni Comune sono fortemente indicati come responsabili del degrado complessivo in cui siamo caduti. Ma lo sono in parte, con diverse gradazioni, anche i sinistrosi perché hanno sempre sottovalutato la portata di un tale virus per la democrazia e hanno sempre pensato di ragionare con Berlusconi come con un qualsiasi politico (menti vecchie, organizzate nelle botteghe del PCI o menti ipocrite cresciute nelle sagrestie democristiane). Adesso sembrano delle vergini medievali alle prese con il fallo: si meravigliano, un po’ estasiate un po’ impaurite e fingono fino a piangere lacrime vere.

Emergono telefonate per affossare la TV pubblica da parte di uomini vicini a Berlusconi, messi ai posti di comando solo per distruggere fingendo di preoccuparsi. E lo si scopre ora? Non era già chiaro al momento delle nomine? Come può un dipendente super pagato di Mediaset diventare un buon amministratore dell’unica azienda concorrente? Con che forza le opposizioni hanno denunciato il black-out informativo messo in atto da questa maggioranza?

Emerge un sottobosco romano-milanese-napoletano di incredibili dimensioni. Tre oscuri personaggi, poco noti ai grandi media fino all’esplosione dello scandalo, sono i nomi e cognomi di questa vicenda paradigmatica della vita italiana, ma altri rimarranno nell’ombra. Luigi Bisignani, già condannato in via definitiva per reati legati alla P2, aveva un ufficio a Palazzo Chigi (del resto lo stesso premier era iscritto con la tessera n. 1816 della loggia massonica segreta). Possiamo sapere con precisione come l’ha ottenuto? Il deputato PDL,  Alfonso Papa, ex magistrato confidava a Bisignani tutti segreti relativi alle indagini su uomini politici, amici e nemici, informazioni che venivano poi utilizzate alla bisogna. Marco Milanese da capitano della GdF aveva fatto un’ispezione a Tremonti in merito al comparto estero della Fininvest, era diventato amico del futuro ministro, poi suo collaboratore e infine deputato e consulente del Ministero delle Finanze. Il suo ruolo era importante per concedere informazioni, far vincere appalti, vivere nel lusso più sfrenato. Le talpe informative di questa bella associazione erano importanti uomini delle istituzioni: magistrati, generali della Guardia di Finanza, dipendenti di alto livello e di alto reddito. In cambio ecco una nomina alle Ferrovie dello Stato, all’Enel o all’Eni, o un posto importante al figlio o all’amante in qualsiasi altro ente pubblico da gestire come cosa privata. Uno stipendio favoloso non si nega a nessuno, mangiamoci l’Italia e gli Italiani.

La P4 è stata scoperta, ma è cambiato qualcosa? No, non cambia né cambierà qualcosa perché, ormai ne sono convinto, ci sono vari livelli di potere, alcuni evidenti, altri, molti altri, ben coperti. Poteri occulti che si proteggono fra loro come una ragnatela a cerchi concentrici. Poteri che portano a ricchezze e a nuovi privilegi, nuovi poteri. Affinché queste associazioni, ben collegate fra loro, possano reggersi sono  necessari solo alcuni piccoli particolari. Il primo, imprescindibile, è che ci sia un popolo che sia ben disinformato, pensando però di avere accesso alle vere informazioni; il secondo, che una base molto larga di cittadini credi in una carta costituente e paghi correttamente le imposte (tante e poi tante), convinto che lo Stato di diritto funziona con il contributo di tutti.

Ed ecco noi, fuori dalle frequentazioni segrete, pronti a pagare le tasse, a ricevere enormi cartelle esattoriali, a essere bersaglio delle banche, ad avere ogni tipo di controllo incrociato messo a disposizione dalle nuove tecnologie, a subire ogni legge come se fosse una condanna divina. Nel frattempo, quasi sicuramente una nuova P5 sta lavorando per creare privilegi e ricchezze, mentre noi facciamo la coda per pagare l’ultima multa… e per sentirci cittadini liberi paghiamo anche l’abbonamento a Sky.

Il Gallo – Luglio 2011

Alfredo De Giuseppe

 

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