32 - Voti senza frontiere del 2021-10-23

 

 

L'abnorme differenza dell'edilizia scolastica   

È apparso in questi giorni il XXI rapporto Ecosistema Scuola (dati 2020), l’indagine di Legambiente (voto 8) sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi, che fa il punto sullo stato di salute di 7.037 edifici scolastici di 98 capoluoghi di Provincia, frequentati da oltre 1,4 milioni di studenti. Pur essendo un’indagine parziale, riferita ai soli capoluoghi, fotografa in modo significativo l’Italia della Scuola (gli edifici scolastici in Italia sono oltre 40mila, utilizzati da circa 7,5 milioni di studenti). Partiamo da un dato generale: il patrimonio edilizio scolastico in Italia è fuori norma: quasi un edificio su due non ha il certificato di collaudo statico (46,8%), agibilità (49,9%) e prevenzione incendi (43,9%). Dati destinati a peggiorare, ripeto, se si andasse a verificare tutte le sedi sparse in ogni singola cittadina. Resta un dato impressionante che coinvolge, sia a livello di sicurezza che di organizzazione educativa nel suo complesso, i bambini, i giovani ma anche un gran numero di insegnanti, di impiegati di vario livello.

Inoltre il rapporto di Legambiente ci fa notare anche quanta differenza ci sia fra Nord e Sud, dando con estrema precisione i seguenti dati:

Nel 2020 i comuni del Centro-Nord mediamente dichiarano di avere necessità di interventi urgenti in poco più del 36% di scuole, contro quelli del Sud e delle Isole che li richiedono per quasi il 56% degli edifici, che per di più sono in area sismica 1 e 2 nel 74% dei casi, ben trenta punti percentuali sopra la media nazionale (44%). Preoccupa anche il divario sul fronte dei principali servizi, predominanti al Centro-Nord rispetto al Sud-Isole: classi a tempo pieno, 43% nelle scuole del Centro-Nord contro il 16% del Sud-Isole;  servizio mensa, 65,5% contro 47,9%; servizio scuolabus, 29% contro 13,6%. Ancora troppo basse le pratiche che consentono i percorsi casa-scuola in autonomia e sicurezza: il servizio di pedibus (che educa anche i bambini a muoversi di più a piedi e in gruppo) è presente nella Penisola nel 5% delle scuole, in gran parte concentrato nelle regioni settentrionali, così come il servizio di bicibus presente esclusivamente nello 0,2% delle scuole del Nord. Per quanto riguarda gli edifici presenti in strade scolastiche (molto diffuse nel Nord Europa), il 10,8 % si concentra al Nord, il 5,3% al Centro contro il 4,1% del Sud e lo 0% delle isole.”

Tutti questi dati sono contenuti in un rapporto, disponibile sul web, e pubblicato lo scorso 14 ottobre, a pochi giorni dall’annuncio del Ministro dell’Istruzione Bianchi sulla ripartizione dei fondi del PNRR previsti per questo settore. Se i Governatori del Sud pensassero di più alle future generazioni, se lavorassero su progetti di lunga durata, se non perdessero tempo in inaugurazioni farlocche e tour elettorali, dovrebbero approfittare di quest’occasione, più unica che rara, per chiedere la vera parificazione della Scuola italiana. Al Sud, la situazione è più drammatica di quanto si dica: edifici costruiti maldestramente in anni di piena e indiscriminata speculazione edilizia, spesso senza spazi adeguati all’esterno e all’interno, per qualsiasi tipo di attività collettiva. Freddissimi d’inverno e caldissimi d’estate, pericolosi e senza adeguata insonorizzazione. Un disastro che non si limita all’estetica, perché una scuola brutta induce anche al degrado, all’abitudine all’approssimazione ambientale, che alla fine coinvolge tutti, studenti e professori.

Ci sono anche dei casi di eccellenza, che correttamente Legambiente riporta: solo per citarne alcuni, si va dalla scuola Carducci-Purgotti di Perugia (voto 9) realizzata nel 2020 seguendo i principi della sostenibilità e criteri antisismici, passando a quella secondaria di primo grado A. Brancati di Pesaro (voto 9,5), inaugurata a settembre 2020, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento Leed (The Leadership in Energy and Environmental Design) come uno degli edifici più ecosostenibili al mondo. Da Prato arriva il progetto Demos (voto 10) che dal 2018 promuove una mobilità casa-scuola più attenta ai temi della sicurezza, della qualità dell’aria e del benessere collettivo. Un’iniziativa pilota poi replicata in altre scuole del territorio. Sono state avviate numerose linee di pedibus autogestite e animate da genitori accompagnatori che partecipano attivamente al progetto. Tanto per dimostrare che non abbiamo un destino contrario, ma semplicemente una scadente progettazione, un finanziamento poco orientato all’innovazione, una serie di passaggi burocratici che portano a corruttele, grandi e piccole. Certo, non possiamo immediatamente aspirare al modello norvegese o finlandese dove hanno eliminato le classi pollaio, dove si studia con il buon senso degli insegnanti e delle famiglie, ma soprattutto con una progettazione del vissuto scolastico che cerca di infondere il piacere confortevole e pragmatico, incluso il gusto dell’ascolto e della lettura. (In Norvegia ad esempio 9 persone su 10 , fra i 15 e i 75 anni, hanno letto  almeno un libro nell’ultimo anno, mentre in Italia non arriviamo a 6). 

Non ho molta fiducia, per quanto riguarda l’edilizia scolastica del nostro Sud, nei soldi che arriveranno col PNRR, per il semplice motivo che non sta cambiando l’approccio culturale, ingegneristico, progettuale e ambientale, ma si sta semplicemente tentando di fare una manutenzione straordinaria dell’esistente. Bisognerebbe invece avere il coraggio di abbattere e rifare. Ricostruire in zone facilmente raggiungibili a piedi, in bicicletta e dal treno, che abbiano spazi ampi, sotterranei per i parcheggi, campi esterni e palestre per lo sport, mense organizzate per il tempo pieno, libri in ogni classe e una biblioteca centrale, strutture per cinema e teatro e infine programmi ben selezionati con insegnanti professionalizzati (e possibilmente ben pagati). Ma questo, in una nazione in decadenza urbanistica da circa cinque secoli, è un libro dei sogni, roba da film di fantascienza. E infatti nessuno osa parlarne. Buon PNRR a tutti.

il Volantino, 23 ottobre 2021 

Alfredo De Giuseppe

 

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