23 - Voti senza frontiere del 2021-07-31

I libri dei politici

L’estate in genere è la stagione in cui la politica va in vacanza e i governi legiferano. La tradizione è questa, almeno dalla fine della seconda guerra mondiale, da quando intorno alla metà di agosto arrivavano nel silenzio feriale, aumenti della benzina, decreti fiscali e a volte importanti bonus clientelari. Quest’anno la politica è andata in vacanza da tempo, tant’è che molti politici sono in giro da mesi a presentare libri, quasi sempre autocelebrativi di una qualche parziale vittoria. È il caso di Matteo Renzi che dal tunnel politico nel quale si è ficcato, vicino all’uno per cento nei sondaggi nazionali, tenta di uscirne con il suo libro “Controcorrente” pubblicato da Piemme, che finora pare sia stato attentamente esaminato solo dall’on. Teresa Bellanova. Vorrebbe prendersi tutto il merito dell’operazione “un Draghi al Governo”, cerca di spiegarlo in tutti i modi, ma non trova più un pubblico deciso a seguirlo.

Un po’ più decisa è stata Giorgia Meloni  che con il suo “Io sono Giorgia. Le mie Radici, le mie idee” edito da Rizzoli ha venduto oltre centomila copie, raccontando aneddoti su se stessa, sulla sua infanzia e la sua famiglia, l’inizio della politica, l’incontro con Fini e Berlusconi. I suoi fans hanno capito un po’ meglio la loro leader. Manca però un chiarimento: i suoi elettori si devono vaccinare o no? Perché dal libro emergerebbe una specie di sconclusionata visione del rispetto verso il prossimo, basato su un anarchismo che sa sempre di inutile esercizio oppositorio, per finire poi in questi giorni a vaccinarsi come tutti gli altri. Perché cavalcare le stupidate degli ultimi anni son diventati tutti bravi, ma poi alla fin fine vivono tutti su questo pianeta.

Nel momento del suo massimo fulgore, nel maggio 2019, lo stesso tentativo lo aveva fatto Matteo Salvini che era uscito con “Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio” pubblicato da Altaforte Edizioni con domande gentilmente poste da Chiara Giannini e una prefazione di Maurizio Belpietro. Tentativo poco apprezzato, un po’ peggio del suo precedente “Secondo Matteo. Follia e coraggio per cambiare il paese”. Capitolo chiuso perché il buon Matteo appare al momento un po’ bollito o forse stordito da cocktail e danze sulla spiaggia. Pure lui dopo anni di rosari e tentennamenti, si è vaccinato in questi giorni, tra la delusione evidente di quei no-vax che tanto aveva coccolato in questi ultimi anni.

Carlo Calenda ha pubblicato per Feltrinelli “I Mostri, e come sconfiggerli” dove tenta di analizzare il disamore degli italiani per la politica, senza naturalmente intaccare la sua stessa figura dritta come un samurai.

Non sono mancati libri di politici che amerebbero ritornare in prima fila: Alessandro Di Battista per PaperFirst, il giorno dopo l’insediamento del Governo Draghi ha pubblicato “Contro! Perché opporsi al governo dell'assembramento”; Giuseppe Conte: il carattere di una politica è una pubblicazione ETS a cura di  Gregorio De Paola che cerca di farci capire cosa pensa questo avvocato/professore che sembrava solo in prestito alla squadra degli onorevoli; Niki Vendola ha invece deciso di ricominciare dalla poesia ed è venuto fuori dal guscio (dopo la condanna Ilva) con Patrie edito da il Saggiatore. Questo libro, in vista della presentazione nel mio paese di giovedì 29 luglio, me lo ha omaggiato in anticipo un amico: sinceramente non saprei farne una recensione delle circa 90 poesie, senza entrare nelle vicende politiche dell’ex presidente della Regione Puglia.

Sicuramente mi sfugge qualche altro libro di politici o di ex politici, ma non mi sfugge un concetto che dovrebbe essere alla base delle persone che amano cimentarsi con la politica. Fare opposizione è relativamente facile, dire qualcosa di sensato, fare proposte innovative mentre il mondo gira e cambia, è molto più complesso. Dire qualcosa intorno al riscaldamento globale, come concretamente si voglia affrontare, da domattina quali misure vorrebbe un politico che si accinge a governare! Quali sono le sue realistiche ricette sull’immigrazione, al di là dei twitt giornalieri seguendo il filo della cronaca nera? Qual è la sua posizione chiara e precisa sulle questioni aperte di geo-politica, compreso alcune decisioni dei singoli Stati europei? Ci sarebbe bisogno di un gruppo di lavoro che poi riesca a partorire proposte capaci di scaldare il cuore, uscire dai luoghi comuni dettati dall’agenda dei media main stream, una proposta per la quale ne valga la pena imbarcarsi su una nave in partenza.

Il voto complessivo è un’insufficienza diffusa perché, francamente, di presentazioni di libri “politici” in cui si parla della zia della Garbatella o degli amori privati del padre o del nonno bravo e accogliente ne abbiamo già viste e sentite abbastanza. Per i nostri aspiranti politici, locali e globali, è arrivato il momento, estivo e invernale, di studiare, pensare, scrivere qualcosa che dia un senso anche al nostro futuro. Mentre i canadair corrono da una parte all’altra del mondo a tentare di spegnere l’incendio globale.

 il Volantino, 31 luglio 2021

Alfredo De Giuseppe 

 

 

 

 

 

                                                      

 

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