2017-11-19 "Per Ernesto Cenci"

Mi trovavo a Lecce, ho posticipato un appuntamento e ho deciso di passare a salutare l’amico Ernesto Cenci. All’uscita della chiesa dei Salesiani ho incontrato Franco Renna, classe 1944. Mi ha riconosciuto subito. Lui era felicissimo che uno di Tricase fosse lì a ricordarlo, perché pare che Ernesto, cresciuto nella nidiata di Adamo (da cui nacquero i vari Causio, Brio, Russo, ecc) ricordasse la sua permanenza a Tricase come il periodo più felice. Abbiamo rinverdito il trottolino che era, il mediano che si spostava con intelligenza e si faceva trovare sempre pronto a marcare e ripartire. Io avevo dieci anni, vivevo per il calcio e Cenci era il mio amicone, che mi faceva calciare di destro e sinistro e con il suo inconfondibile accento leccese diceva al terzino  Carrozzini: questo colpisce la palla meglio di te.

Ci siamo fermati altri 5 minuti sul sagrato della chiesa a parlare di tutti gli amici che componevano quella grande squadra, dilettantistica ma di un livello eccezionale. Del resto nella memoria non si può essere che eccezionali. E poi il mitico Peluseddu, il cassiere, il presidente, il segretario. Abbiamo salutato suo fratello Mimmo, che a 81 anni è ancora arzillo e gira per i campi di calcio e infine ci siamo abbracciati con l’obiettivo di non rivederci solo ai funerali. E io gliel’ho buttata lì: io non vado da anni a vedere una partita, vedo poco anche il calcio in tv, ma se il Tricase vince il campionato ci rivediamo tutti nella bella gradinata degli ultras. Grazie Ernesto, grazie Franco.

16 Novembre 2017

Alfredo De Giuseppe

 

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