2005-06 "Voglio parlarvi di un libricino largo mezza spanna...", Redazione di 39° Parallelo

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Voglio parlarvi di un libricino largo mezza spanna, stampato nella tipografia sotto case, fatto di sedici capitoli.

Capitoli? Paginette: ognuna di esse una finestrella aperta su uno scorcio, un odore, un ricordo, un sapore, una voce, una mareggiata.

Bozzetti, su chi, su che cosa? Su un paese sospeso tra ieri e oggi, in bilico tra tradizione e novità, come ce ne sono tanti, eppure diverso da tutti gli altri, come ciascuno dei tanti.

Dov’è la diversità? In quel modo di essere tutto suo o nell’impronta personalissima che l’autore da un lato, il lettore dall’altro lasciarono in tempo recenti o remoti in quelle pietre, mare, cielo e che ora essi riportano in vita rispettivamente scrivendone e leggendo?

Comunque sia circola in questa evocazione del porto tricasino e dintorni quel certo non so che di impalpabile che pur lo distingue da tutto ciò che sta subito al di là del cerchio magico della memoria. È l’atmosfera di Tricase Porto, l’aria schietta e calda di famiglia che aleggia in queste pagine, e che dopo averle lette ti fa dire: toh! È vero, è proprio così.

Ecco che cosa è quel sentimento ambiguo di rifiuto e di attrazione, di dispetto e di amore che ti prendo quando passeggi per le sue strade deserte o trafficatissime a seconda dell’ora e della stagione, e che si muta in nostalgia appena te ne allontani.

Tutto questo spira nelle piccole pagine di “Miracoli e birre a Tricase Porto” un libricino che è una chicca da assaporare piano, cos+ che il gusto duri più a lungo possibile, sul palato della memoria a breve, e di quella a lunga gittata, la memoria che ti rifà bambino capace di aspirare in un sorso solo tutta la salsedine che da sempre avvolge l’insenatura del porto, della Serra e di Novaglie.

Un grazie all’autore, Alfredo De Giuseppe per averci regalato questa emozione.

39° Parallelo - Giugno 2005

La redazione

 

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