089 - La stampa locale e il potere - 2019-07-20

Prendo spunto dalla polemica di queste ultime settimane fra la Consigliera Comunale Francesca Sodero e il Direttore del Volantino, Alessandro Distante, per rammentare il ruolo che la stampa locale ha ricoperto a Tricase nell’ultimo secolo. Nel 1922 nasceva il “il Tallone d’Italia”, diretto da Michele Aprile, un giornale ritenuto molto importante per le ricerche di storia locale pubblicate da Alfredo Raeli, con lo pseudonimo di “Un topo di biblioteca”. Chiuse nel 1926, quando il partito fascista locale, che pure il giornale aveva appoggiato nella fase nascente, espresse il suo disappunto per l’intervento di un qualche intellettuale non propriamente allineato. Dovevano passare quasi 50 anni per rivedere una pubblicazione tricasina. Durante il fascismo ci fu un assordante silenzio, forse non poco pesò la carneficina durante la sommossa delle tabacchine del 15 maggio 1935, forse gli intellettuali preferivano riviste aristocraticamente letterarie, forse non c’era l’humus giusto per una qualsiasi forma di mediazione giornalistica. Dopo la guerra, Tricase, come gran parte del Sud, non aveva risorse, viveva di emigrazione, di un poverissimo artigianato e di un’agricoltura familiare: non c’era spazio per la cultura, l’informazione e il dissenso. Del resto la vittoria della Repubblica sulla Monarchia fu vissuta con una certa freddezza dalla popolazione, che in effetti per la stragrande maggioranza preferiva il Re e il Duce. In ogni caso, la DC prese il potere sotto la tutela di una Chiesa da Controriforma, dove non erano accettabili critiche scritte né opposizioni ideologiche.

Solo nel 1973 nasceva “Siamo la Chiesa”, edito dalla Parrocchia di Sant’Antonio, condotta da don Donato Bleve. Non parleremmo oggi di questo giornale se avesse rivestito solo il ruolo di comunicazione ai fedeli della parrocchia. La rivista, che usciva all’inizio con cadenza mensile, si pose orgogliosamente e con chiarezza a difesa di alcuni valori: innanzitutto la rivendicazione delle novità espresse dal Concilio Vaticano II e poi l’osservazione e la denuncia delle condizioni salariali, delle corruttele politiche e delle ingiustizie sociali nel nostro territorio. Il periodico divenne ben presto luogo di dibattito, di cultura e di politica, al di là del credo religioso. E chiaramente divenne nemico numero uno dei potentati del tempo, che vedevano don Donato come un sovversivo inviato dal Diavolo a sconvolgere un sistema rodato e collaudato. Quasi ad arginare lo strapotere mediatico del giornale di don Donato, nacque a cura del Movimento Giovanile Democristiano il “Bollettino Popolare”, condotto da Giuseppe Colazzo. Anche il giornale del partito di maggioranza assoluta, appena scriveva di una qualsiasi cosa riguardante l’Amministrazione comunale, scontentava qualcuno dei tanti capicorrente, attirandosi quindi feroci critiche interne. Dopo varie polemiche e interruzioni chiuse definitivamente nel 1979. Nel frattempo nel 1977 era nato “Nuove Opinioni”, il primo vero giornale orientato a sinistra, benché fondato da personaggi non direttamente iscritti a partiti (solo successivamente parecchi redattori si avvicinarono al PSI). Il mensile, chiuso dopo 25 anni nel 2002, era una spina nel fianco dei politici del tempo, che infatti ne tentavano un sistematico boicottaggio e una sotterranea delegittimazione. Far emergere le ipocrisie, le incoerenze del sistema politico dell’epoca fu un merito non indifferente del giornale, che si avvaleva anche di interventi di intellettuali di caratura nazionale. Tralasciando giornali tipo “il Gallo” (1996), nati come free press, legati soprattutto al mondo della pubblicità e altri nati come house-organ di mini partiti o di singoli senatori (vedi “Questo Sud” di Giuseppe Giacovazzo), arriviamo al 1998 con la prima uscita de “il Volantino”. Il settimanale, inizialmente su un semplice foglio fotocopiato, nasce come “Movimento per l’Ulivo – Unione Politica Centrosinistra Tricase”. Ben presto la Redazione si accorge che quel recinto è troppo stretto, anche perché nell’epoca del Sindaco Ecclesia, l’Ulivo prodiano non è un monolite, costantemente alla ricerca di un equilibrio: un giornale che ne riportava le varie fasi di discussione rischiava di essere  vissuto come impedimento di ipotetiche, future alleanze. In ogni caso i partiti di sinistra ritennero che “il Volantino” non aveva alcuna rappresentanza politica e quindi ne presero le distanze. Così, per sua fortuna,  divenne semplicemente “Settimanale cittadino di Tricase”.

Francesca Sodero ha lamentato che sul Volantino del 29 giugno su un articolo da lei inviato sia comparsa solo la sua firma svilendo di fatto il lavoro collettivo che sullo specifico argomento dell’Ecomostro di Tricase Porto avrebbe fatto tutto il M5S. In effetti l’articolo era così firmato: Francesca Sodero (portavoce del M5S di Tricase) col supporto e l’incoraggiamento dei Portavoce del M5S della Provincia di Lecce”. Se non mi sentissi ridicolo nel consigliare delle cose ai politici attuali, le direi: se il coinvolgimento, l’analisi e il supporto erano così importanti, dovevano emergere dal contenuto dell’articolo non da una firma più larga. Però mi dispiace dirlo: nel corpo del pezzo non si intravedeva nessuna nuova proposta o nuovo atto istituzionale (né personale né collettivo).

Piuttosto, le risposte piccate sul giornale, le rimostranze e i commenti via social, mi sono sembrati l’ennesimo, normale, antico attacco pretestuoso a chi decide di condurre un giornale locale (questa gratuita passione civile) con una certa galanteria, onestà e professionalità, al di là della propria appartenenza politica. Una giovane politica potrebbe provare a distaccarsi dai comportamenti che gli amministratori locali hanno tenuto nell’ultimo secolo. Questo potrebbe essere un vero segno di cambiamento.

La mia colonna - Il Volantino, 20 luglio 2019

Alfredo De Giuseppe

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