011 - Il corto circuito della ragione politica - 2017-07-15

Mentre la temperatura terrestre sale, Renzi sul piano dei diritti umani insegue la Lega che era ben analizzata anche da Grillo, che a sua volta Berlusconi definisce il più grave pericolo degli ultimi 50 anni, pensando a sé stesso come unico salvatore possibile. In questa continuo corto circuito della ragione, si aggiunge che si debba commentare intorno alla nuova giunta del nuovo sindaco di Tricase, seppur su notizie frammentate e ad oggi non ancora confermate. (Perché questo è il giornale di Tricase per i tricasini sparsi in tutto il mondo terraqueo e c’è bisogno di sapere dove stiamo andando).

Carlo Chiuri, che è persona perbene, accorta e anche umile, nella sua prima dichiarazione ufficiale da sindaco ha detto che questa città aveva bisogno di essere pacificata. Nel rispetto del suo ecumenismo politico, nel solco di una campagna elettorale soft e vacua, nomina una giunta di pace e serenità. Innanzitutto ripete uno schema dal quale pare non si riesca ad uscire nelle nostre contrade: si portano in giunta gli eletti di ogni singola lista e questo lascia spazio ad altri consiglieri non eletti. Si allarga l’area della pacificazione. Inoltre scegliere fra gli eletti come metodo di selezione assessorile significa eliminare in un sol colpo alcune velleità esterne che pure sembravano molto ingombranti e pretenziose. La scelta di bravi ragazzi e quasi tutti alla loro prima esperienza lo mette al riparo da immediate incursioni e trappole sulla via della gestione ordinaria e quindi il suo navigare risulterà probabilmente molto tranquillo.

In mezzo a tutto questo ragionamento, quello che non trova riscontro sono due paroline magiche, spesso usate solo durante il mese di campagna elettorale: merito e competenza. Dimostrazione lampante di assenze importanti è che l’assessorato all’urbanistica sia rimasto al Sindaco stesso, che pur non essendo un esperto urbanista, non ha trovato fra i suoi eletti nessuno in grado di seguire al meglio una materia così complessa e urgente. Sembra insomma una giunta da ordinaria amministrazione: ma non era questo il momento di dare una svolta decisa e iniziare un percorso con un’amministrazione straordinaria? Rimango convinto che al di là delle considerazioni elettorali, il Sindaco di Tricase, libero e franco da conflitti di ogni tipo, abbia il dovere di formare la migliore squadra possibile, al di là del giochino eletto consigliere, non eletto, primo degli eletti. Una squadra di persone in grado di dare una vera svolta, di attuare quei cambiamenti percepiti che possano a loro volta essere la base per far decollare imprese e idee nuove. Persone già ferrate, persone convinte e convincenti, che sappiano parlare di spazzatura e di gestione dei porti, di viabilità e nuove costruzioni sostenibili, che sappiano unire in campo culturale tradizione e innovazione. Non mi pare che oggi ci siano tali premesse, perché, pur non volendo qui tranciare un giudizio immediatamente negativo sulle persone che ancora dobbiamo vedere all’opera, si vuole riscontrare che il metodo seguito è antico e poco intrigante. La storia ci dice che questo metodo ha portato le passate Amministrazioni sempre fuori strada.

Il cambiamento parte del metodo e quello meditato e scelto da Chiuri non va incontro alla pacificazione con i problemi della città ma solo con i tanti consiglieri eletti e non eletti. Non è nostro compito accettare la considerazione che tutti quei poveri ragazzi debbano trovare immediata gratificazione al loro gravoso impegno elettorale. Noi dobbiamo puntare al meglio per la città. Sempre.

La mia colonna  - il Volantino, 15 luglio 2017

Alfredo De Giuseppe

 

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