2013-04-13 "Immagini e volti di Tutino...30 anni dopo", di Maria Antonietta Martella - il Volantino

In occasione della festa della Madonna delle Grazie, Alfredo De Giuseppe ha fatto un regalo bellissimo alla gente di Tutino, che è il suo natio borgo selvaggio, selvaggio solo nel senso letterario del termine. Ha sommerso in un'ondata di ricordi ed emozioni ciascuno di noi, dico noi perché anch'io faccio parte del borgo “selvaggio”.

Già nel 1983, a 25 anni, Alfredo si lasciava trasportare dal suo interesse per la gente, per i volti, gli atteggiamenti, per ciò che caratterizza in modo speciale ogni persona e che lo ha portato a realizzare straordinari documenti di umanità, nell'infinita varietà delle sue espressioni.

Un lavoro bellissimo, di grande poesia, un documentario realizzato montando una prima parte girata in occasione della Domenica delle Palme del 1983 ed una seconda parte girata nella stessa festività quest'anno, cioè trent'anni dopo, magistralmente assemblate e introdotte da brevi notizie di cronaca relative all'anno di riferimento.

Un fiume di immagini di gente, quasi tutta la popolazione di Tutino, ripresa con inquadrature che mettono in risalto le caratteristiche di ciascuno, gente che si affretta, gesticola, parla perché di fronte ha un interlocutore nascosto ma tu non senti quel che dice, per te è muta e tu le attribuisci parole, intenzioni, secondo quel che ti suggerisce la tua personale emozione, grazie anche alla straordinaria musica di sottofondo, che in perfetta armonia accompagna tutto il filmato, dando respiro, anima e ritmo a tutto quanto.

Un confronto emozionante tra il “prima” e il “dopo” di ciascuno di noi: prima giovani, ragazzi o bambini; dopo, le stesse persone con i volti segnati dal tempo, dallo scorrere della vita, con gli occhi che tanto hanno riso o pianto, nel frattempo. E molti, troppi, che non ci sono più, i cui volti per tanti di noi sono sbiaditi o addirittura dolorosamente cancellati nella memoria, ma verso i quali conserviamo vivo l'affetto e il sentimento di struggente nostalgia.

Quei volti, per tutti, sono riaffiorati per incanto in un giorno di festa, facendoci avvertire più forte il senso di appartenenza e di continuità rispetto alla storia di una piccola comunità ed a quella personale di ciascuno di noi.

Anche il giorno del documentario era un giorno di festa e le persone riprese erano accomunate pressoché dagli stessi pensieri, dagli stessi affanni, dalle stesse speranze e dalle stesse preghiere. Andavano tutti, ieri come trent'anni fa, con i rami di ulivo, alcuni carichi di fascine, obbligati a procedere in processione dalla strettezza della strada con passo veloce e leggero verso la stessa meta, la cappella di S. Gaetano, dove da sempre per tradizione si benedicono “le palme”, per poi ritornare ancora, questa volta ordinatamente in processione col parroco in testa, verso la Chiesa Madre.

Accadeva per le strade di Tutino come per le strade di Roma con il Papa, nell '83, e poi ancora oggi, come a mostrare da punti di osservazione così lontani nel tempo e nello spazio l'unica eterna prospettiva dei cuori della gente, che ovunque battono all'unisono per gli stessi sogni, le stesse speranze, come in un unico grande paese. E' stato bello poi poter godere di tutto questo nei giorni in cui Tutino era in festa per la sua (perdonate il possessivo) Madonna delle Grazie, nella saletta messa a disposizione per la proiezione continua del filmato: lì ci si è potuti incontrare tutti, in piccoli gruppi, come in un salottino, e si è condiviso emozioni, rivissuto momenti, raccontato episodi suggeriti dai ricordi, uniti in una calda e piacevole confidenza.

Bravo Alfredo. Grazie, a nome di tutti i Tutinesi.

il Volantino

Maria Antonietta Martella

 

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