2019-11-30 "Castello? La discussione resta aperta" - Il Gallo

I contrari. «Lasciamo le lapidi dove sono»; «I nostri caduti non meritano un posto ricavato per caso»;
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Mortificherebbero la vista del castello»; «Deturperebbero ulteriormente l’immagine del castello»...

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Sulla questione interviene anche Alfredo De Giuseppe le cui origini sono proprio legate al quartiere che ospita il castello dei Trane: «Premettendo che sono contrario all’iconografia storica del 4 novembre e quindi ai monumenti dei caduti, vissuti come orgoglio di vittoria e non come monito contro ogni guerra, sento umana (e cristiana) compassione per quei poveri disgraziati, quasi sempre contadini analfabeti, che persero la vita per una guerra di cui non ne capivano le motivazioni. Non eroi valorosi e neanche simboli di libertà, ma semplicemente vittime di guerre senza senso. Nonostante ciò, ritengo corretto che le due lapidi di marmo a ricordo della loro morte rimanga nel recinto attuale, dove insiste il calvario. Del resto quella riferita alla prima guerra mondiale fu apposta sulla facciata della chiesa (con tanto di simbolo littorio!) negli anni venti e quella della seconda guerra addirittura nel 1995 per volontà del parroco del tempo». «Lasciamo le lapidi dove sono», conclude De Giuseppe, «ed evitiamo di deturpare ulteriormente l’immagine del castello che nei prossimi anni o decenni dovrà invece essere valorizzato per sottrazione di muri, case, insegne, pali in ferro, marciapiedi e tutto quanto non consono architettonicamente all’opera».

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