2016-02 "La Bellezza della Qualità della vita" - 39° Parallelo

Nell’annuale classifica stilata dal Sole 24 Ore per misurare la vivibilità delle province italiana, nel 2015, prima si è classificata Bolzano e centodecima Reggio Calabria. Al posto 105 c’è Lecce. La nostra provincia in fondo alla classifica della qualità della vita. E’ vero? Noi che viviamo questa penisola salentina la percepiamo così? Va chiarito che la classifica è a punti e si forma su 6 parametri ben distinti: Tenore di vita basato sui dati del PIL; Servizi & ambiente sui livelli di inquinamento e di servizi reali offerti ai residenti (trasporti, asili, scuole e vari); Affari & Lavoro che tiene conto soprattutto del livello occupazionale oltre della possibilità reale di iniziare una proficua attività produttiva, ma anche delle sofferenze creditizie; Ordine pubblico che si basa sui dati statistici dei reati commessi in ogni singola provincia; Popolazione che si basa principalmente su livello medio di salute, indice di vecchiaia e speranza di vita; tempo libero che analizza con attenzione i fenomeni legati allo sport, agli spettacoli e alle spese dei turisti stranieri. I vari capitoli hanno un totale di 36 indicatori statistici che formano classifiche di tappa, parziali per tema e finali. Insomma sembrerebbe la perfetta sintesi statistica dell’Italia di oggi. La fotografia delle disuguaglianze, l’analisi della decadenza di alcune regioni, il fallimento di alcune politiche. Del resto su alcune tematiche non c’è da discutere: ad esempio quando si parla di trasporti non c’è partita, le province del nord sono dotate di sistemi integrati mentre al sud le opere intorno alle infrastrutture sono state semplici mangiatoie elettorali (e anche mafiose). Qui non ci sono treni veloci, non ci sono porti attrezzati, non ci sono grandi aeroporti, non ci sono strade sicure. Se un viaggiatore dovesse andare in treno da Tiggiano a Roma impiegherebbe nella modalità più veloce circa 7 ore (1.30 per Lecce e 5.30 da Lecce a Roma). Con gli stessi chilometri un abitante di Como va a Milano in 30 minuti e poi arriva a Roma in circa tre ore. Siamo alla metà esatta del tempo. Se i due viaggiatori fanno lo stesso lavoro, quello del sud deve lavorare il doppio per avere lo stesso risultato. Se questo si somma nell’arco di una vita si può cominciare a capire qualcosa intorno all’endemico problema del Sud Italia. Lo stesso vale per tutti gli altri parametri, dalla sanità alla produttività: la partenza è falsata da condizioni completamente diverse, da logiche parcellizzate e malavitose. La soluzione doveva passare attraverso investimenti di Stato mirati ad una vera e originale crescita del Sud e invece il primo treno veloce si fa sulla tratta Roma-Milano, così come la prima autostrada, come pure la migliore Università o l’Ospedale più efficiente. Noi al sud stiamo correndo i 200 metri (insieme a Mennea) mentre al Nord si gareggia sui 100: è normale arrivare ultimi.

Fin qui tutto come previsto, ma una tale classifica tiene davvero conto di tutti i parametri che vanno a formare quella cosa per cui lottiamo che si chiama Qualità della vita? Personalmente ho molti dubbi perché mancano alcuni parametri che dovrebbero essere fondamentali. Innanzitutto manca il dato relativo alla produzione di Reddito non dichiarato: è un dato comunque disponibile e ritengo che i risultati cambierebbero un po’. L’evasione di massa di alcune nostre regioni è al contempo una tragedia per l’economia e per la corretta gestione di uno Stato moderno, ma anche l’unica difesa di migliaia di aziende, una modalità di autogestione che trova mille giustificazioni nella contemporanea inefficienza delle strutture statali. L’altro parametro completamente assente è la Bellezza. Noi abbiamo città come Lecce, ad esempio, che sono considerate delle perle per quantità e qualità architettonica di case e castelli, chiese e monasteri, reperti archeologici, manufatti primitivi, disegni ancestrali. Ogni contrada qui ha il suo castello, la sua chiesa, i suoi reperti storici, le sue feste, il suo dialetto e le sue feste. Abbiamo campagne bellissime, mai banali, piene di casolari e masserie antichissime. Abbiamo sullo Ionio delle spiagge meravigliose, dal versante di Otranto delle coste degradanti piene di terra rossa, fra Castro e Leuca un fantastico paesaggio di pietre e scogliere. Il tutto in mezzo ad una varietà fra le più importanti di flora e fauna. Abbiamo il cielo che brilla più che altrove perché riflette in contemporanea i due mari che ci bagnano. Calette e spiaggette in ogni dove, rientranze che formano piccoli porti, specchi di mare da mozzafiato. Mi chiedo, possibile che nella valutazione di una sostenibile qualità della vita non si tenga conto della Bellezza? Star bene vuol dire anche godere di cose belle, avere intorno un ambiente a misura d’uomo. No, penso ancora che questo non sia l’ultimo posto dove vivere con piacere. Forse c’è da lottare per diventare più efficienti, più consapevoli e partecipi, ma la nostra terra non teme confronti e classifiche: qui si può vivere bene.

39° Parallelo - Febbraio 2016

Alfredo De Giuseppe

 

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