2009-07 "I vigili con le pistole" - Il Volantino

Ci sono decisioni delle pubbliche Amministrazioni che, al di là delle loro conseguenze pratiche, hanno un alto valore simbolico. Nella seduta del Consiglio comunale di sabato 4 luglio è stato approvato il Regolamento di Polizia Locale, che nel disciplinare le procedure interne e le forme sanzionatorie per i singoli reati, ha incluso anche l’uso dell’armamento. Precisamente indicato come “pistola semiautomatica, dotata di due caricatori ed un numero congruo di munizioni”.

Nonostante una strenua offensiva delle minoranze nel tentare di stralciare tale allegato dal regolamento, il tutto veniva unanimamente approvato dalla maggioranza di centro-destra.

Tornando a casa ho immaginato il nostro vigile, assunto non meno di venticinque anni fa, farsi seriamente male da solo con l’arma semiautomatica mentre tenta disperatamente di toglierla dalla fondina. Indagine interna e cambio delle pistole, con altre di livello superiore, passando alle automatiche. Poi ho pensato ad un potenziale parcheggiatore su Piazza Pisanelli, magari in doppia fila. Arriva il vigile, prega il proprietario di spostare l’auto, quello dice “Un minuto!!” e lui che tira fuori la pistola, inarca le gambe come in una puntata di “Miami Vice” e urla “Mani in alto!! O sposti l’auto subito o sparo”. Oppure durante la seduta del Consiglio comunale, nel momento più concitato del dibattito, i Vigili di Tricase, invece di stare inermi come succede adesso standosene un po’ annoiati sotto lo stendardo con l’albero di pino, tirano fuori le armi, sparano in alto e riportano la calma nel pubblico consesso.

Potremmo fare molti altri esempi sull’uso delle armi da parte dei nostri Vigili  Urbani, ma arriveremmo sempre alla stessa conclusione: non dovendo arrestare delinquenti ma solo sanzionare gli indisciplinati, un’arma da fuoco è impropria e inutile.

Ma questa decisione è in linea assoluta coi tempi, è figlia della paura, della tanto richiesta sicurezza, della risposta dell’uomo occidentale alla crisi economica. In questi giorni il governo italiano, campione mondiale di populismo becero, ha varato un “pacchetto sicurezza” di sicura presa mediatica. Qualcuno di loro, il sottosegretario alla famiglia, si è accorto, dopo solo 48 ore, che le persone straniere che si occupano dei nostri vecchi sarebbero state tutte espulse o comunque incriminate come clandestine, (e i loro datori di lavoro per favoreggiamento). Adesso siamo di fronte ad una scelta coraggiosa: o ci cambiamo i pannoloni da soli o facciamo una sanatoria (che per non offendere la Lega non si chiamerà sanatoria ma “liberabadanti”). Il pacchetto sicurezza è un pacco per tutti noi che invece siamo stati in silenzio, che limitiamo la nostra libertà, quella dei nostri figli, che pretendiamo di essere gli unici portatori di verità. Così finisce una civiltà. Mi sento di condividere a tal proposito un appello apparso su un murales di Milano: “Stranieri, per favore, non lasciateci soli con gli Italiani”.

Anche i Vigili Urbani hanno cambiato nome in questo Paese abituato a cambiare la facciata per non affrontare mai i veri problemi: adesso si chiamano Addetti di Polizia Locale e sono figli legittimi di quella bellissima idea del federalismo che ha già prodotto la Polizia Provinciale (con le pistole), come se non avessimo già più corpi di polizia di qualsiasi altra nazione civile.

Adesso sotto, manca ancora una cosa, una sola, La Ronda Padana. Sarà possibile a termini di legge avere una ronda tricasina che tutte le sere percorra le stesse stradine dei ragazzi e controllare che tutto sia in ordine. In caso di problemi chiameranno il Vigile con la pistola per ottenere il rispetto delle regole.  In caso di resistenza il nostro potrà estrarre la semiautomatica e fare fuoco, ma solo a scopo di difesa personale, come nei telefilm di Walker Texas Ranger (Rete 4, ore 20, tutte le sere).

Il Volantino - 11 Luglio 2009

Alfredo De Giuseppe

 

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