2008-05 "Nuovo PSI" - Paese Nuovo

Interessante e non priva di autocritica la lunga disamina sul Partito Socialista, apparsa sul Paese Nuovo di martedì 27 maggio, a firma di Biagio Marzo. Eppure necessita di alcune integrazioni e forse di maggiore slancio propositivo.

Chi come me, pur non facendone mai parte attiva,  ha guardato fin da giovanissimo all’idea socialista come una continuazione della filosofia illuministica e che di tanto in tanto ha incontrato quelle idee, quel partito, quelle persone sulla propria strada, non può fare a meno di intervenire sulla possibile scomparsa di un’intera storia politica. Soffermarsi sulle cause di quella scomparsa è fondamentale, come ha fatto Marzo, ma accusare gli altri di aver portato il nascente partito socialista all’isolamento (vedi polemica aperta con Veltroni sul suo rifiuto di apparentamento) significa in qualche modo darsi una dimensione marginale, quasi di vassallaggio. La coscienza di cosa si è stati e cosa si potrebbe fare è fondamentale in questa fase: sarebbe utile parlarne in modo franco e sincero, fuori dal politichese e più vicino ad un’idea di sviluppo e di gestione della società.

Penso ad esempio che nel fare le analisi sul PSI di debba, una volta per tutte, chiudere la stagione di “Mani Pulite” affermando con chiarezza “anche noi abbiamo sbagliato, ci siamo fatti prendere dall’onnipotenza del potere”. Non dobbiamo dimenticare l’abbraccio mortale che qualche esponente di rilievo ha avuto in questi ultimi anni con la destra populistica di Berlusconi. Così come non possiamo dimenticare alcuni errori storici, fra i quali va annoverato il nuovo Concordato, mai siglato dagli uomini DC e infine, pur con qualche opposizione interna, sottoscritto da Craxi al solo scopo di abbracciare un nuovo ipotetico elettorato. Non possiamo non fare dell’etica politica e civile una battaglia esemplare, senza lasciarla solo in bocca a farfugliatori superficiali e ai salottieri televisivi.

Dobbiamo riprenderci dei riferimenti europei che hanno segnato la civiltà di questi ultimi secoli: fare una ripassata al welfare danese o alle lezioni di Olaf Palme, dimenticando quel gioco bizantino delle alleanze e prendendo di petto le battaglie per un’umanità migliore. Negli ultimi mesi mi sono avvicinato con attenzione al mondo socialista, votandolo alle elezioni politiche, perché ritenevo che fosse l’unica chance per questo paese di avere una vera opposizione laica e progressista. Pensavo che con un Partito Democratico, impossibilitato a dire qualcosa di chiaro su tante questioni etiche e politiche, la proposta socialista potesse avere delle opportunità fra chi non si è ancora rassegnato ad un’Italia eternamente in ballo fra il cattolicesimo curiale e la rifondazione del comunismo. Pensavo, e penso ancora, che sia possibile affrontare i difficili, complessi problemi che attanagliano un’umanità cresciuta a dismisura, con un atteggiamento più laico, dubbioso, che studia i problemi, li analizza e li risolve.

Ho notato invece all’interno del PS una continua diaspora di mozioni e di personaggi in cerca di autore, che farebbe ridere se quel 0,98% non ne avesse decretato la fine parlamentare. Un continuo litigio su tutto, escluso che sulle idee portanti che invece sono la cosa essenziale.

Certamente questo è il momento che un vero movimento socialista debba lottare contro i fondamentalismi religiosi, di qualsiasi natura, pur presupponendo in virtù di un’analisi superiore, le difficoltà di dialogo e confronto con chi crede che un dio sganci delle bombe per aiutare un popolo piuttosto che un altro. Questo è il momento in cui bisogna collegarsi con alcune organizzazioni umanitarie, tipo Emergency ad esempio, ma anche il WWF, il FAI o altre strutture che in Italia trovano difficoltà a finanziarsi, ad uscire dall’oscurantismo televisivo. Ripartire insomma da un’idea del mondo che verrà, senza scandalizzarsi dell’invasione della scienza, irrigidendosi solo sull’idea di un nuovo umanesimo che sappia salvaguardare i diritti e le arti, il libero pensiero e la libera scienza, in uno stato leggero che come un padre affettuoso guardi con semplicità ai suoi cittadini. Avere la consapevolezza di un ruolo importante, di una nuova formazione laica che sappia intercettare le persone che amano vivere fra persone perbene. Il nuovo Partito Socialista deve avere grandi riferimenti negli uomini del passato ma deve necessariamente guardare avanti, cominciando con umiltà a studiare le nuove realtà mondiali, a ritornare a formare gli eroi romantici che lottano per il bene di tutti.

Paese Nuovo - Maggio 2008

Alfredo De Giuseppe

 

Stampa