2007-09 "Italia comica" - 39° Parallelo

Le ondate moralizzatrici che non cambiano l’Italia

Da qualche tempo imperversa nella scena politica il comico Beppe Grillo. Così come da qualche mese tutta l’Italia si è accorta dell’enorme spreco della classe politica nella sua interezza, leggendo  il libro “La casta” di Stella e Rizzo, un successo editoriale senza precedenti. E poi un fiume di blog, e-mail, programmi televisivi e quant’altro legato alla stanchezza attuale degli italiani rispetto agli uomini politici e alla politica stessa. Gli italiani, brava gente… e con la memoria corta. E aggiungerei, anche creduloni.

Quando nel 1993  ci fu l’ultima ciclica ondata di moralizzazione della nostra classe politica, tutta l’Italia si sentì rinascere, tutti gli uomini e le donne di questo strampalato Paese sembravano orientati al superamento di quel modo di fare politica. Quel modo orchestrato dai partiti storici, idoneo a spartirsi la torta fra tangenti e poltrone, portando l’Italia sull’orlo del tracollo economico. Nacquero nuove formazioni politiche, si fecero dei referendum per cambiare leggi elettorali e altre cose legate alla modernizzazione e alle liberalizzazioni. Nei nostri Comuni le liste civiche cominciarono ad avere una grande importanza, scalzando al primo impatto le oligarchie dei partiti storici, la Democrazia Cristiana in primis. Fu così a Tricase con “Città per l’uomo” e “Il Timone”, a Tiggiano con Alleanza Democratica, così come a Corsano e in tanti Comuni d’Italia. Insomma si profilava un cambiamento radicale nella forma di gestire la cosa pubblica, almeno in linea con gli standard delle democrazie europee, con trasparenza e competenza. Poi i giudici di Milano che con arresti eccellenti avevano dato il via al terremoto politico, cominciarono ad indagare anche su Berlusconi che aveva costruito il suo potente potere mediatico su quella medesima cultura tangentizia, corrompendo giudici e politici, avviluppando in unico modello la cultura delle tv, del cinema e dell’Italia tutta. Le sue Tv cominciarono a prendere le distanze da quei giudici che fino al giorno prima erano eroi, italiani degni di questo nome, persone per bene che non guardavano in faccia nessuno, destra e sinistra, chiesa e stato, pur di moralizzare una nazione da sempre furba e ipocrita. Dopo pochi mesi i giudici erano degli psicopatici spinti da un desiderio di potere comunista. E il bello è che questo, oltre ai brillanti giornalisti di Mediset, lo cominciarono a pensare davvero anche gli italiani, almeno una buona parte degli italiani. Il buon Silvio si candidò per evitare guai giudiziari, economici e televisivi e il popolo, nella sua massima espressione bovina, lo seguì al primo colpo eleggendolo addirittura Primo Ministro. Riflettete: pur sapendo perfettamente chi fosse Berlusconi, i suoi trascorsi, la sua mania monopolizzatrice, la sua incoerenza globale, bastò mettere su un ritornello implacabile “..Forza Italia”, ripetere quattro o cinque slogan contro l’invasione probabile dei comunisti (che, ricordiamolo, dall’89 non c’erano più da nessuna parte) e il nostro sempregiovane divenne l’uomo politico più importante. Anche nei nostri comuni ritornò l’idea bizzarra di collegarsi a tali formazioni nazionali e i Sindaci tornarono ad essere di D’Alema, Fini e Berlusconi. Immaginate quanto sia stupida e fragile la nostra democrazia: un partito senza sedi, senza assemblee, senza idee è diventato con poco sforzo il soggetto governante e anche quello di costante divisione fra le parti. Perché è evidente che una storia così ad un parte più attenta dell’opinione pubblica non possa scendere giù, non possa essere accettata e lasciata in eredità. Da allora è un continuo delirio italiano sulla televisione, sull’informazione e sulla comunicazione nella sua globalità. Con Berlusconi al governo, per quanto i suoi TG si sforzassero di far vedere tutto in positivo, gli italiani hanno giudicato dai fatti quotidiani e hanno provato a cambiare, riuscendoci di misura. Adesso non vedono l’ora che torni l’uomo dal sorriso di plastica, l’uomo che ha capito meglio di chiunque altro come si devono prendere in giro gli italiani, quali sono le bugie che amano farsi dire. Un po’ convinti dai giornalisti televisivi, un po’ dai ministri dello stesso governo Prodi, in una sequela di ritorni al passato, che, sulle questioni del leader maximo dell’opposizione, tiene bloccato questo Paese da oltre quindici anni. Con il piacere delle masse gaudenti.

E’evidente in questo quadro che un comico come Grillo abbia vita facile nell’avere un suo seguito di arrabbiati e delusi. Siamo tutti un po’ arrabbiati e delusi. Con la destra che non sa liberarsi (non vuole) di un ostacolo come Berlusconi, grande quanto una montagna per una democrazia liberale. Con la sinistra che si divide in mille coriandoli, amando le sue continue diatribe interne, senza fare una sola cosa che lasci davvero il segno del suo passaggio: tipo la soppressione di una delle tre Armi, quella delle Province, l’abbattimento dell’Iva sui beni culturali, la soppressione di almeno una delle tv di Mediaset, l’abolizione del segreto di Stato, la ristrutturazione seria dei servizi segreti, un’organizzazione non ideologica dei flussi migratori, l’obbligatorietà dell’uso di energia alternativa almeno nei pubblici uffici. Tutte cose assenti nei vari programmi dei partiti e del governo, eppure cose di comune buon senso negli altri paesi europei. Notate: ho citato solo cose che non costerebbero niente. Forse per questo non interessano a nessuno. Arrivederci al prossimo comico che si improvviserà statista, Grillo, Berlusconi o Mastella che sia.

39° parallelo - Settembre 2007

Alfredo De Giuseppe

 

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