2006-05 "Tricase, primo turno: Coppola prenota il secondo mandato" - 39° Parallelo

 Le Amministrative del 28-29 maggio fra conferme e analisi sociologiche

 Per analizzare le elezioni di Tricase bisogna armarsi di alcuni utili strumenti e di alcuni numeri. Primo dato: si sono presentati al voto 348 aspiranti consiglieri, per 6 sindaci e ben 19 liste. Al confronto Milano con le sue 34 liste è sembrata una piccola città. Secondo: nonostante tutta questa massa di ipotetici amanti della politica, l’affluenza è scesa rispetto alle precedenti elezioni di circa 6 punti percentuali. Terzo elemento: 136 candidati non hanno superato le 10 preferenze. Addirittura ben 30 persone sono state umiliate con zero voti.Una lista ha preso in totale 44 voti, cioè una media di 2 preferenze per candidato.

Fin qui i numeri. Poi bisogna vedere l’aspetto sociologico: tanti candidati )quasi sempre assenti dai grandi momenti istituzionali/politici e poi all’improvviso candidati sindaco/consigliere/assessore)  sono la fotografia di una nazione, di una cittadina che spera in qualcosa, un che di indefinito eppure strabiliante come la televisione che fa show con la politica, come vincere all’enalotto o alla poltrona di consigliere. E’ caduta quella coltre di vergogna basata anche sulla consapevolezza della propria inadeguatezza ed ognuno sente di poter partecipare al gioco, indipendentemente dalla propria competenza o appartenenza. L’enorme diffusione delle liste civiche rispetto al reale impegno politico, o anche sociale o fosse anche di volontariato è talmente alto da far sospettare che molti vedano ormai la politica come ultimo ripiego occupazionale, al di là di emozioni e passioni. Per assurdo, in Comuni come Tricase, l’allontanamento dalla politica di un numero di persone sempre più numeroso, si consuma con il coinvolgimento di un numero sempre crescente di candidati inutili. La fine della politica, intesa come minore attenzione alle cose di tutti i giorni, come spettatori del divenire di una città, è sotto gli occhi di tutti: in cinque anni non si è contato un solo manifesto dell’opposizione su una singola decisione della giunta Coppola, non si è vista una sola assemblea di un’associazione che facesse proposte, non si è visto un nuovo gruppo di giovani o vecchi che si proponesse all’attenzione con iniziative originali o almeno un po’ creative. Niente, solo una firmetta per essere candidati, vedere il proprio nome sull’elenco elettorale, sperare in un colpo di fortuna, in un’acclamazione unanime di parenti amici ed estimatori vari. Poi risulta che qualcuno non ha il coraggio neanche di votarsi da solo, neanche di farsi votare dai propri genitori, forse un rigurgito di buon senso, un’ammissione di errore che tutto sommato gli fa onore. Onore insomma a chi prende zero voti, a questo siamo ridotti.

Poi passiamo al dato propriamente politico. Anche qui vanno fatte alcune precisazioni: la piazza, intesa come luogo d’incontro, l’agora dove si forma il pensiero è da considerarsi finita. Se infatti, nei mesi precedenti, ti azzardavi a nominare Coppola nei pressi del Comune, “Sotto l’Orologio”, sembrava che la popolazione in armi dovesse scendere contro il Sindaco, vendicare le promesse non mantenute  e le incomunicabilità snobistiche del primo cittadino. Invece queste cose riguardavano una stretta cerchia di animosi frequentatori del marciapiede del bar del centro, poco accorti a quello che succedeva realmente nelle teste dei 12.000 elettori. Poco attenti alla nuova formazione del consenso, che segue altri percorsi, altre strade, forse meno partecipate, ma tuttavia più funzionali alle nuove dinamiche tecnologiche, sociali e di immagine. Da quella piazza, da quel diffuso vociare contro Coppola era nata l’esigenza di una nuova aggregazione a sinistra (Verdi, Rifondazione e Udeur) che avevano presentato Ercolino Morciano come Sindaco, nonostante lo straripante successo dello stesso Coppola alle primarie.

Partendo da basso non possiamo che notare la scarsa considerazione (solo il 2,34% con 276 voti) che ha raccolto Pino Greco con le sue tre liste inventate letteralmente dal nulla. Molti si augurano che questo modo di fare politica sia stato definitivamente bocciato dagli elettori e che possa scoraggiare in futuro altre e ancor più devastanti avventure.  Hervè Cavallera con AN e UDC ha avuto un consenso al di sotto delle aspettative (936 voto con una percentuale del 7,92) che deve far riflettere i vertici provinciali delle due liste di centro destra. Ercolino Morciano ha raccolto quello che tutti prevedevano (1.468 voti con il 12,4%) sommando le liste di riferimento che a Tricase non hanno mai avuto un grosso successo. Un po’ strano appare comunque il tracollo di Rifondazione Comunista che è stata premiata (?) solo da 106 elettori ed il voto disgiunto che ha penalizzato Ercolino di 185 voti rispetto al totale delle liste collegate. Luigi Ecclesia ( 1.867 voti con il 15,8%) era l’unico dei candidati a correre con una lista sola (Forza Italia) e questo fatto l’ha sicuramente danneggiato, specie nel confronto fra medici di destra con Giuseppe Longo che presentava ben cinque liste. Quest’ultimo ha ricevuto 2.584 voti (il 21,87%), forse un po’ al di sotto di quello che sperava nelle ultime settimane di campagna elettorale. Adesso avrà la possibilità di giocarsi una partita uno contro uno al ballottaggio del 11 giugno. Ma Coppola a questo appare col vento in poppa e benché vi sia la consapevolezza che la divisione interna al centro sinistra (per molti ancora incomprensibile) abbia negativamente pesato sulla possibilità di una vittoria al primo turno, non si dà per scontato un apparentamento ufficiale con le liste di Morciano. C’è da considerare comunque il suo innegabile successo personale (377 voti in più rispetto al totale delle sue liste) che farebbe pendere il pronostico assolutamente verso il Sindaco uscente, qualsiasi sarà la sua scelta al ballottaggio. Forse nell’elettorato, in tendenza con il risultato nazionale, c’è voglia di stabilità e ad un sindaco si dà la possibilità di concludere le cose iniziate, forse il potere paga: Forse Antonio rappresenta per Tricase il giusto mix di innovazione e bravura, di capacità e decisionismo che piace all’elettore di questo momento storico. Chi si è presentato zavorrato da personaggi un po’ troppo coinvolti con il passato democristiano/socialista è stato penalizzato: fa specie vedere un partito dal nome storico come la DC che raccoglie appena 153 voti. Chi si è presentato come il nuovo e basta, avulso dal contesto sociale e politico, è stato sonoramente bocciato.

Queste le prime considerazioni a caldo; aspettiamo domenica 11 giugno per capire meglio, per analizzare queste Amministrative 2006 che per certi aspetti hanno fatto parlare di Tricase in tutta Italia, che ci hanno fatto anche sorridere.

 39° Parallelo, 30 maggio 2006

                                                                      

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