2005-11 "Dignità e giustizia, ma senza conflitto d’interessi." - Il Volantino

In risposta all’intervento di una nostra lettrice apparsa sul numero precedente del Volantino

Non so chi sia e che lavoro faccia la signora Simona Gavuglio, che ha scritto sul Volantino del 5 novembre su Tricase e “Dignità e Giustizia”, chiedendo un dibattito in merito. Noto che, come tutte le persone trapiantate per loro scelta in un posto nuovo, trascorrono un po’ di anni ad ammirare estasiati il paesaggio e il tempo, poi cominciano a capire dove si trovano e poi scoprono che in definitiva è un posto come un altro. Dal suo scritto traspare una certa confusione e capisco che può essere normale, ma vivvaddio non sarebbe meglio fare nomi e cognomi piuttosto che ripetere dieci volte “Poteri forti”? Io so soltanto che quel poco che ho realizzato, l’ho fatto conducendo violente battaglie legali con il Comune e contro altri soggetti istituzionali (in genere restii a concedere qualcosa che non sia di loro stretta connessione). E sa perché l’ho fatto? Per essere libero di dire, scrivere, comprare e vendere. Quali sono questi poteri forti di Tricase che io non conosco?  A me non risulta un diffuso sistema della tangente, quanto quello del menefreghismo, non so se qualcuno abbia corrotto e qualcun altro sia corruttibile, mi interessa sapere che questo non è il sistema. In un paese dove tutti si conoscono è più difficile fare impresa, ma è anche più difficile ricevere esplicite minacce e richieste estorsive. La signora nel suo articolo miscela problematiche locali con quesiti esistenziali, epocali e universali (“perché alcuni individui fanno ad altri ciò che non vorrebbero fosse fatto a loro stessi?” “Qual è il confine con l’omertà?” “Il pettegolezzo non fa che alimentare il marciume” ecc…).

La signora Gavuglio dice di sapere poco di politica e di leggi ma si lancia in una difesa totale della figura del nostro Sindaco, dal punto di vista umano, legale e politico. Sulla qual cosa concordo. Escluso una piccola dimenticanza, due paroline magiche che non piacciono a nessuno, neanche a livello nazionale: conflitto d’interessi. Siccome attacca anche la stampa omertosa (bisognerebbe capire cosa sia oggi la stampa a livello nazionale!!) ricordo che sul mensile “Nuove Opinioni”, nel 2001, all’ipotesi della candidatura di Coppola, scrissi un editoriale sulla sua difficoltà di superare il conflitto d’interessi che aveva sulle spalle e che riguardava la sua libera professione di ingegnere, di dipendente quale funzionario dell’Ufficio Tecnico del Comune (tuttora in aspettativa), in definitiva di gestore delle problematiche del territorio (parchi, piazze, discariche, piani regolatori e quant’altro).

A tutti noi sarà capitato almeno una volta nella vita di aver voglia di fare politica attiva, ma ogni volta dovremmo farci due semplicissime domande: posso fare in contemporanea arbitro e giocatore? Posso convincere gli altri che qualsiasi decisione io prenda, sia nell’interesse generale, anche se impopolare? Finora ho sempre pensato che fare il giocatore significa giocare troppo per se stessi e poco per gli altri. Su quest’argomento farei delle serie riflessioni: un pubblico conflitto d’interessi non risolto, provoca altri conflitti, poi gelosie, incomprensioni infine vendette e marciume (come dice lei). Sarebbe opportuno una volta per tutte affrontare l’argomento alla luce del sole, per il bene di Coppola, dei partiti e movimenti che lo appoggiano e di Tricase.

Le rivolgo un unico invito, a lei che sa scrivere, viene da lontano e può vivere senza tante paure ambientali: faccia una seria riflessione sulla vita del nostro Comune, dica quello che pensa davvero, con maggiore chiarezza, con fatti, nomi e cognomi ed allora avrà fatto un saltino. Avrà più rispetto da chi come me crede in questo posto e capirà che l’omertà è tutta dentro di noi. Allora potremo cominciare a confrontarci sul “cosa vogliamo”.

Il Volantino - Novembre 2005

Alfredo De Giuseppe

 

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