2002-11 "E il finocchio atomico?" - Nuove Opinioni

Se una malattia - la BSE- colpisce la fantasia popolare in maniera così massiccia (proprio quando i controlli sono più rigidi) ci deve essere una spiegazione. Intanto le parole. “Mucca pazza” piace come espressione, è al contempo una paura e una barzelletta, una stranezza da tenere lontana. Se, quando dieci o più anni fa, fu matematicamente accertato che fumare sigarette significava avere un'altissima percentuale di con¬trarre il cancro ai polmoni, avessimo usato un'espressione tipo “droga tumorale”, nessuno avrebbe più comprato le sigarette? E lo Stato perché ha continuato a spacciarle, sapendo dei rischi per i fumatori? E all'inverso, se la marjuana fosse stata considerata una semplice variante dell'erzegovina, probabilmente oggi si venderebbe in un qualsiasi pacchetto di sigarette, ma la parola "droga" le è molto nociuto. E se la TV, per ogni morte sospetta, dovuta, che so, ad una scatoletta di tonno avariata facesse una campagna come per la mucca pazza, quante scatolette di tonno compreremmo? E se qualcuno facesse l'indagine al cesio di ogni verdura che azzanniamo cruda, quanti “finocchi atomici” dovremmo denunciare? E chi diventerebbe così sicuramente vegetariano? E se ci dicessero che un’alta percentuale di noi che usiamo il cellulare è destinata a morire con un “grumo di nervi scoperti verso l'orecchio destro” la smetteremmo di telefonare? Le reazioni emotive e collettive hanno sempre generato disastri, senza andare al nocciolo del problema. Allora una piccola idea: prendiamoci il rischio di esser uno ogni cinque milioni di poter contrarre il morbo di Jacob, così come conviviamo con la percentuale di uno ogni cinque (persone non milioni) di avere il tumore o l'infarto. Prendiamoci questo rischio, vivremo più tranquilli e quando ne avremo voglia potremo arrostire una bella bistecca con l'osso.

Nuove Opinioni – Novembre 2002

Alfredo De Giuseppe

 

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