1996-11 "Ad esempio a me piace il sud" - Nuove Opinioni

In questo momento di pentitismo generalizzato, mi vien voglia di pentirmi. Anch’io ho votato Ecclesia, anch’io ho votato “Ulivo”.

Ho anche pensato, negli anni, di lanciare messaggi e piccole rivoluzioni, mettendo in pratica quanto andavo, con presunzione, declamando. Pensavo di riuscire in questo posto a coniugare fantasia e mercato, con correttezza civile. Mi pento.

Vorrei però far pentire (riuscirò mai?) altri personaggi della nostra amena cittadina.

Sarebbe bello se il Sindaco Ecclesia si pentisse amaramente di aver voluto fare il Sindaco. Non era cosa per lui. Ha cambiato tre o quattro schieramenti politici in pochissimi anni; si è fatto eleggere con i voti della sinistra e ha governato con quelli di destra.

Ma soprattutto con la sola esperienza professionale non può avere le conoscenze per affrontare nuovi progetti e i nuovi problemi. Brava persona: ma mai è stato sentito pentirsi pubblicamente alcunché, nemmeno di essere diventato presidente di un vasto comitato per il “presepe vivente” (ma prima non era una festa religiosa?).

Vorrei far pentire i nostri amici della sinistra. Dopo le furiose polemiche di Serena Jazzetti cosa è rimasto? Dove è il nuovo progetto? Di cosa ha veramente paura? Comunisti pentiti, pentitevi davvero!

Vorrei inoltre far pentire alcuni personaggi “culturali”. Primo fra tutti il nostro caro direttore Carlo Cerfeda, che in estate è scivolato in un attacco di tipo personale (direi quasi fisico) ad una preside di scuola media che forse tenta solo di lavorare bene e far lavorare i professore (guaio mortale in un mondo abituato al pressapochismo). Anche il nostro assessore alla Cultura ed il Turismo (?), Oronzino Russo, ha sentito il dovere di precisare a mezzo stampa che è arrivato fino a Brindisi a sue spese per volare fino a Milano ove presentare l’amena di cui sopra. Si dovrebbe pentire per la precisazione a mezzo stampa, per essere andato a Milano e per essere Assessore alla CULTUR ed al TURISMO: due cose mai viste e mai sentite nelle stanze di Palazzo Gallone.

Si penta anche Donato Valli insieme a tutto il suo comitato per aver pensato, progettato e installato il monumento a don Tonino Bello al centro della piazza più bella (perché la meno usurpata) di Tricase, senza neanche chiedere scusa a don Tonino stesso. In linea di principio il monumento è un buon modo per ricordare, ma va adattato alle circostanze, al luogo, agli scopi e non pensando a possibili indulgenze.

E poi, non ho ancora sentito un solo ingegnere, geometra o architetto pentirsi per gli scempi degli ultimi anni: chi ha progettato il nuovo cimitero, il nuovo porto, la nuova rotonda, i palazzetti dello sport, il nuovo stadio, la piazza di S. Eufemia? Il fatto che avessero gli incarichi per esclusivi “meriti” politici, li vincolava a creare nefandezze? Fuori le confessioni!

Avevamo un paesaggio (l’abbiamo ancora, a ben guardare) fatto di muretti a secco, pajare, strade e case bianche. Avevamo delle caratteristiche umane e ambientali sulle quali lavorare per farle evolvere, farle diventare filosofia di vita positiva e non passiva rassegnazione, caratteristiche riconoscibili di un nostro vivere comune e, invece, abbiamo frantumato tutto: case, muretti, cibo, fichi d’india compresi.

Di una cosa però non mi pento ancora: di essere nato qui. Anzi devo dire che “ad esempio a me piace il sud”, come cantava il compianto Rino Gaetano, “ma come devo fare non so, si, devo dirlo, ma a chi e se mai qualcuno capirà sarà senz’altro un altro come me”.

 

“Nuove Opinioni” – Novembre 1996

Alfredo De Giuseppe

 

 

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