1981-05 "E se per un attimo dimenticassimo?"

E se per un attimo dimenticassimo i referendum abrogativi su legge Cossiga, 194, porto d’armi e altro? Con l’arrivo dell’estate, il mare metterà in second’ordine  tutti gli altri problemi, trovare un parcheggio peserà più della sconfitta, molti scambierebbero la vittoria ai referendum con un tranquillo posticino, abbronzarsi conterà più del 30%.

Quel che conta è quello che resta, fuori dalle irrisorie battaglie referendarie. Suonare le trombe della vittoria laica può avere un senso ridicolo se non si comincerà a lavorare veramente con le scuole, le radio, le televisioni intorno alla contraccezione. Diciamocelo chiaramente: la gente ha voglia di fare l’amore, sempre più liberamente e tranquillamente, l’idea di peccato, per fortuna, sta scomparendo. Comincia lentamente a delinearsi una società fondata sul rispetto, sulle scelte individuali non inquinate da vecchie e inutili preoccupazioni. Ora diventa un fatto culturale: una continua trasformazione da assecondare in ogni campo.

Resta la disaffezione verso i partiti politici, la loro dialettica e i loro giochetti. La Chiesa ha avuto la sua giusta dimensione e, benché giornali e TV pompino continuamente l’importanza del Papa, la religione rimane nell’ambito ben definito dei problemi personali.

E quando arriveremo ad una posizione meno infantile nei confronti della religione, saranno ancora più vacui i richiami alla restaurazione. Resta l’inutilità del referendum come mezzo reale di cambiamento della vita. Inutile perché dovremmo cambiare i nostri atteggiamenti culturali, filosofici nei confronti dei vecchi, dei bambini, degli handicappati, dei diversi e del nuovo, prima di iniziare lotte politiche o referendarie.

Resta negli italiani questa grande voglia di vita che va al di là della crisi economica (che nessuno sente sua), delle parole di Piccoli, Woytila e Pannella, delle piccole umiliazioni a cui ancora è costretto. È ancora tutto fumoso, tutto difficile da dire, finché un giorno, per lenta evoluzione, si stancheranno di votare i Pisanelli, di pensare solo all’ombrellone, e di giocare solo a tressette e contribuiranno attivamente alla nascita di un uomo nuovo.

Questo resta, la fiducia.

 

“Nuove Opinioni” – 24 Maggio 1981

Alfredo De Giuseppe

 

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